Come già anticipato, è uscito il libro “Racconti e schegge di Acqua Fragile-L’intensa vita di Gino
Campanini”, e la storia della band diventa il sottofondo per il
racconto della vita del suo primo chitarrista.
La presentazione ufficiale è avvenuta il 3 dicembre a
Parma (Auditorium Palazzo del Governatore), ovvero la città dove tutto è
nato e dove tutto si è sviluppato.
Non è questo lo spazio corretto per proporre un commento al
book, essendo scopo primario la presentazione in video di stralci degli
interventi degli autori -Andrea Pintelli, Athos Enrile e Angelo
De Negri - e dei protagonisti presenti in sala, uno spazio elegante, dal
profumo storico e dal sapore aulico, la location migliore possibile per
l’occasione.
I protagonisti a cui faccio riferimento sono alcuni dei
membri del gruppo: gli “antichi” Franz Dondi e Pieremilio Canavera
- facenti parte anche della nuova A.F. - e Maurizio Mori, a cui si sono
aggiunti Stefano Pantaleoni e Rossella Volta, presenti nel nuovo
corso.
Mancava Bernardo Lanzetti, lontano dalla città, che
però ha regalato la sua importante testimonianza attraverso un intervento
telefonico.
Ma soprattutto non era in sala il vero autore, la persona
che, raccontando i dettagli delle sue tante vite, “occupa” buona parte del
libro, ovvero Gino Campanini, assente giustificato dal momento che la
Thailandia, luogo in cui vive da anni, non è certo dietro all’angolo. La
tecnologia in questo caso non è servita ed è facile immaginare la sua delusione
per il mancato collegamento.
A compensare la sua assenza la figlia Jennifer -
autrice di una toccante prefazione al libro - che, attraverso pillole di vita
personale e ricordi, ha realizzato un intervento icastico che ha permesso di
mettere a fuoco ambientazione e atmosfera di un periodo difficilmente
comprensibile per chi non ha avuto l’opportunità di viverlo in prima persone.
Serata aperta dall’organizzatore e factotum Pierangelo
Pettinati e condotta con sapienza ed esperienza dalla preparatissima Simonetta
Collini, che ha gestito in scioltezza un momento per molti
emozionante e seguito da un folto pubblico.
Storie nate a Parma, tra musica e vita vissuta, tra drammi e
sogni, un caleidoscopio di traumi e resilienza che durante la lettura si
trasforma in film.
Ma, come già sottolineato, non è questo un articolo dedicato
al commento, né alla sintesi del contenuto, mentre prevale il fatto oggettivo
che propongo attraverso le immagini video di Maura Genta, partendo proprio dal
30 maggio 2013, giorno in cui andò in scena il Vox 40 di Bernardo Lanzetti, anche
in quell’occasione a Parma, al Teatro al Palco: la visione a distanza di anni
dell’intervista riempitiva on stage che realizzai in quell’occasione con i
componenti originari di A.F. si è trasformata, al momento giusto, in detonatore
capace di far scoccare la scintilla, quella che nel 2017 spinse Gino Campanini
ad aprirsi totalmente, idealizzando un libro che, nonostante le ovvie
difficoltà, alla fine ha visto realmente la luce.
E’ mia opinione che ogni persona su questa terra, una volta
raggiunta la maturità, possa avere storie interessanti da raccontare e
condividere col mondo intero, certo è che gli eventi che hanno caratterizzato
la vita di Gino - quelli legati al destino e quelli da lui provocati con
determinata incoscienza - sono qualcosa di non comune, a volta difficili da
immaginare mentre le pagine scorrono rapidamente, ed è per questo che qualche
spiegazione anticipante la lettura diventa, a mio giudizio, gradita ed
opportuna.
Sarebbe stato interessante ascoltare il punto di vista degli
altri A.F. seduti in sala, Stefano Pantaleoni compreso, ma come noto sono
queste le occasioni in cui il tempo è limitato e va focalizzato su pochi punti
chiave, pertanto, non resta che guardare e poi… comprare il libro, e sono certo
che il contenuto non deluderà il lettore!
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