venerdì 30 maggio 2025

Bernardo Lanzetti omaggia Vittorio De Scalzi il 7 giugno




 📌Sabato 7 Giugno ore 21,00:

🎶Beggar's Farm con Bernardo Lanzetti: dai Genesis alla PFM, dai Jethro Tull a Bob Dylan e New Trolls. Omaggio a Vittorio De Scalzi.

🌍Campo sportivo comunale, Pecetto di Valenza (AL)

📞Info e prenotazioni: Tuttomusica Alessandria 0131 1852294






venerdì 16 maggio 2025

Bernardo Lanzetti e Jimi Hendrix


Pillole di passato remoto…

Nell’estate del ’67 ero a Londra; dormivo in una specie di Ostello a Notting Hill e per alcune settimane avevo lavorato in un ristorante a Leicester Square. Prima di ripartire per altre città europee vissi l’esperienza di immergermi in un mondo di musica, moda e socialità rimasto unico e singolare.

I Beatles erano usciti con “All You Need Is Love”, subito dopo “Sgt. Pepper’s”, alcuni degli Stones erano stati arrestati per droga, Jack, Ginger ed Eric si presentavano con “Fresh Cream” e i Pink Floyd con Syd Barrett suonavano “See Emily Play”.

Di giorno passavo molto tempo con una fauna variegata di artisti, hippies, musicisti di strada, tra Soho e St. James’s Park dove per la prima volta sentii parlare di “Hey Joe” e quindi di Jimi Hendrix e del suo album Are you experienced.

Ricordo quando andai per acquistare quel disco in un negozio famoso in cui era possibile ascoltare la musica desiderata in cuffia ma in grandi cabine con finestre che davano su Piccadilly Circus.

Ecco, la puntina scava nel primo solco, Jimi sfrega il suo plettro, di costa, perpendicolarmente a tutte le corde, giusto all’inizio del manico (solo anni più tardi fui edotto circa questa diavoleria), sembra si inneschi un larsen o forse un disco volante atterra sul traffico londinese e “Foxy Lady” incontra il Cupido sulla fontana.

Tolgo le cuffie, esco concitato dalla cabina e urlo al ragazzo alla cassa: “LO COMPRO!”

Ho molto amato Hendrix, per tutto quanto era e per tutto ciò che ha fatto. Il suo grande genio innovativo, il suo ammirato rispetto per il passato, i colori e il sorriso che indossava, la leggendaria chitarra “sbagliata”, i testi dei suoi capolavori e persino il suo modo di cantare e masticare il chewing gum.

Confesso di non aver capito, all’epoca, l’inno americano suonato a Woodstock ma rivivo la commozione e lo sgomento quando, nel mio girovagare, da una radio texana appresi della sua morte, come a suggellare che lui non era di questo mondo”.

 

 

lunedì 12 maggio 2025

Bernardo Lanzetti canta MASTER POETS il 16 maggio a Villafranca di Verona


Bernardo Lanzetti

canta

MASTER POETS

Musica, Parole e Vocalità

dei

Grandi del Rock

 

Riprendendo le modalità e le tematiche di un suo tribute album, “Master Poets” (1999), Bernardo Lanzetti torna sul palco con uno spettacolo dove testi, musiche e vocalità sono celebrati con ammirazione, massimo rispetto e nota professionalità.

Certo, concerti senza fine sarebbero necessari anche solo per accennare strofe e cantare i ritornelli di artisti quali Bob Dylan, Leonard Cohen, Crosby, Stills Nash & Young, Tom Waits, Bruce Springsteen, di gruppi come i Beatles e i Procol Harum senza dimenticare il mondo del Rock Progressivo, giusto quello che ha visto Bernardo dividere il palco con Greg Lake (Emerson Lake & Palmer), Steve Hackett (Genesis) piuttosto che con David Jackson (Van der Graaf Generator) o Ian Anderson (Jethro Tull) e naturalmente gli episodi con la PFM o lʼAcqua Fragile.

Per il concerto, i brani più significativi del repertorio di tanti grandi nomi sono stati scelti quindi con un criterio che tende a valorizzare appunto il trittico “Musica, Parole e Vocalità” in massimo equilibrio.

Racconti, aneddoti e curiosità, raccolte da Bernardo Lanzetti in oltre cinquant’anni di carriera ma anche nelle sue esperienze in USA e Gran Bretagna, negli anni ʼ60, renderanno lo spettacolo ancor più godibile.

Suonando la chitarra e il Glovox, accompagnato da altri quattro strumentisti - Nicola Manniello/tastiere, Giovanni Massari/batteria, Alessandro Peloso/ chitarra, Dario Mazzoli/Basso - una delle ambizioni di “MASTER POETS” è quella di poter variare la scaletta dei vari concerti, inserendo, di volta in volta, brani diversi senza tradire lo spirito e il carattere dellʼoperazione.

 

Brevi note biografiche 

Bernardo Lanzetti, autore/compositore/sperimentatore e cantante è sulla scena dagli anni 70.

Già con i gruppi Acqua Fragile, PFM, Extra e Mangala Vallis, egli, al suo attivo, conta 23 album ufficiali e più di 120 brani pubblicati tra cui canzoni per Loredana Bertè e Ornella Vanoni.

Egli è, inoltre, lʼunico italiano citato tra gli artisti che hanno inciso cover di Bob Dylan e ancora lʼunico autore italiano a cui è stato concesso di co-firmare un brano del famoso rapper USA Busta Rhymes. Bernardo è conosciuto come valente vocalist, dotato di una estensione che supera le tre ottave e si è anche distinto per esperienze nel Teatro e nella Musica dʼAvanguardia lavorando con Maurizio Pisati e il compianto Giorgio Gaslini. Nel 2023 ha fatto una maratona di canto di oltre 5 ore ininterrotte e nel 2024 ha partecipato a “The Voice Senior”.

                               

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mercoledì 7 maggio 2025

Articolo sulla PFM, da Sounds, 1° maggio 1976


1° maggio 1976

Ecco la recensione del sesto album di questa band progressive rock italiana. È stato il primo album con il loro nuovo cantante Bernardo Lanzetti e anche il primo con testi scritti originariamente in inglese. Al signor Fielder è piaciuto.

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Recensione dell'album di Hugh Fielder

La PFM ha scelto un momento propizio. Con i King Crimson ormai un ricordo e gli Yes impegnati nei loro progetti solisti, si apre uno spazio per un'altra band desiderosa di diffondere le proprie radici nel fertile terreno del pomp-rock. "Chocolate Kings" sancisce il diritto della PFM a una significativa crescita, e il loro attuale tour in Gran Bretagna dovrebbe favorirne la piena fioritura.

Già saldamente affermata come la migliore band rock italiana, la PFM ha chiaramente puntato al mercato anglofono con questo nuovo album. Hanno scritto tutti i testi in inglese (abbandonando la collaborazione con Pete Sinfield) e, per aumentarne l'efficacia, hanno aggiunto il cantante Bernardo Lanzetti. La voce di Lanzetti presenta una sorprendente somiglianza con quella di Roger Chapman (ex Family e ora Streetwalkers); così marcata che inizialmente distoglie dall'immagine energica che quella voce solitamente evoca. Solo superata questa prima impressione, il mio apprezzamento per l'album è cresciuto costantemente, culminando con l'ultimo brano, "Paper Charms".

La PFM non è certo una sconosciuta da queste parti. Il coinvolgimento con Pete Sinfield dei Crimson e il loro album "The World Became The World" avevano già costruito una solida reputazione. Deve essere stata quindi una forte tentazione quella di seguire una strada più sicura, cercando di inserirsi nel circuito dei grandi. Invece, "Chocolate Kings" è un lavoro piuttosto audace che esplora diverse nuove aree, integrandole con lo stile distintivo della band.

La loro abilità principale, che manca a molti esponenti britannici dello stesso genere, è la capacità di trasformarsi in uno splendido jazz-rock, rompendo la formula standard del pomp-rock, che a volte rischia pericolosamente di scadere nell'autoparodia.

A ciò si unisce un suono piacevolmente spontaneo. Chiaramente non amano le stravaganze da studio a 224 tracce, e si notano poche sovraincisioni o massicci strati di tastiere a sovraccaricare l'ascolto.

A parte questo, devo ammettere che i testi a volte risultano un po' insipidi, ma non è un difetto costante e funzionano bene nella title track che conclude il primo lato.

È l'influenza jazz-rock, come accennato, a conferire un tocco positivo a questo album. I primi due brani, "From Under" e "Harlequin", mostrano entrambi un raffinato lavoro strumentale, in particolare del chitarrista Franco Mussida. La title track presenta un'asprezza decisamente marcata, insolita per questo genere musicale, ma che aggiunge indubbiamente una gradita aggressività.

Il secondo lato presenta solo due brani, ed entrambi permettono alla PFM di rilassarsi ed espandere le proprie idee con maggiore agio. "Out Of The Roundabout" ha una linea vocale piuttosto banale, ma offre molto di più a livello strumentale, scivolando persino in un leggero tocco jazz per un momento, mentre "Paper Charm" ha probabilmente la melodia migliore dell'album e una superba struttura strumentale con un efficace apporto di flauto e violino da parte di Mauro Pagani.

Il concept di "Chocolate Kings" trae ispirazione dall'arrivo dell'esercito americano in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, quando distribuirono barrette di cioccolato ai bambini come gesto amichevole. La PFM ritiene che la situazione stia cambiando, almeno musicalmente. Il paragone potrebbe essere che stanno diventando una delle poche band europee ad aver ottenuto un'ampia accettazione in Gran Bretagna.