martedì 27 agosto 2013

Mario Lanfranchi al VOX 40



Il VOX 40 ha avuto uno spettatore di eccezione che ho avuto l’opportunità di conoscere,  Mario Lanfranchi.
L’ho conosciuto sul palco, a fine concerto e, nonostante non sia più giovanissimo, la sua freschezza e il suo entusiasmo erano palesi.
Dopo qualche giorno abbiamo fatto una chiacchierata al telefono, incentrata sul VOX 40, perché non ho avuto il coraggio di proporre quel milione di domande che avevo in testa, e che sono certamente l’oggetto di centinaia di interviste concesse nella vita.
Lanfranchi è andato a ruota libera, soffermandosi occasionalmente sulla sua vita personale.
A seguire propongo l’estratto della nostra telefonata.
Come proporre una biografia dell’uomo? Non basterebbe un libro, per cui la sintetizzo con poche righe trovate in rete (per chi volesse saperne di più le informazioni sul web non mancheranno):

Mario Lanfranchi è stato uno dei più grandi registi d’opera del ‘900. Già in quei primissimi anni ’50 infatti, mentre mamma RAI era ancora una “bambina in fasce”, fu proprio lui a gettare l’idea di produrre l’opera in versione film, e da allora tale filone è diventato un “cult movie” che tutt’oggi viene portato avanti dalla televisione di stato.
Ecco quello che è emerso dalla nostra telefonata, iniziata con una richiesta precisa, il suo giudizio sul VOX 40:
Sono rimasto molto contento. Ho trovato questa mirabile commistione di classico e moderno, di rock e sinfonismo, molto intrigante ed entusiasmante; non sono a conoscenza di esperimenti di questo genere, penso sia una musica nuova, almeno così mi è parsa, e a parte la novità, è proprio il valore in sé, quello musicale, che colpisce, così come l’impatto sul pubblico, che mi è parso entusiasta di questo esperimento.
Nella mia vita ho militato e operato nella musica classica, ma sono cresciuto con una grande passione per il jazz, quando ancora non esisteva il rock; avevo un professore molto particolare di Lettere e Storia dell’Arte, al liceo, Attilio Bertolucci, poeta insigne, padre del mio futuro collega Bernardo Bertolucci, che ci ha instillato l’amore per il jazz; con quelle premesse, il ritrovarmi in America mi ha spinto a conoscere meglio questo nuovo fenomeno che era il rock. Sono sempre stato molto curioso di scoprire novità e questa musica trascinante mi aveva colpito, anche se ero già troppo maturo per realizzare qualcosa di pratico - anche perché ero ormai cementato in altri ambienti -  ma ho subìto una certa fascinazione; non era poi così facile avere accesso ai locali esclusivi di N.Y., dove si suonava jazz, mentre non mi sono trovato impreparato quando il rock è esploso e anzi, mi ci sono immerso.
Sono poi stato attratto, dal punto di vista meramente informativo, filologico, dai più creativi rockers italiani, e Lanzetti mi era parsa una voce singolare, un po’ diversa dagli standard del tempo, non solo come qualità di voce, ma proprio come presenza, un musicista con una sua impronta, una sua personalità, e forse per questo inserito in modo faticoso nelle band.
Oggi potrebbe avere una collocazione più classica, all’interno del mondo delle musica lirica. Prima non avrebbe potuto, perche forse non conosceva la sua voce, ma recentemente ho avuto l’impressione che abbia addirittura sviluppato il suo “strumento”, ed è sorprendente perché è abbastanza maturo, e quindi teoricamente incollato a certi moduli espressivi, anche tecnici, consolidati, e invece lui che è un ricercatore, uno studioso - anche di se stesso - ha tirato fuori questa voce formidabile… certamente sarebbe stato un grande tenore se avesse fatto musica lirica, su questo non ho nessun dubbio, con la possibilità di arrivare ad un repertorio lirico spinto, Verdi, Puccini...
Quando organizzavo spettacoli nella mia villa, assieme abbiamo messo in scena eventi creati da lui, serate che hanno entusiasmato il pubblico. Ho una villa antica che ho restaurato e tutti mi domandavano di poterla visitare e io negavo sempre il permesso, sino a che un giorno ho deciso di aprirla al pubblico una volta all’anno, offrendo dei concerti gratuiti, e tra questi il più penetrante è stato quello di Bernardo, che riempì il palcoscenico con i suoi enormi quadri.. davvero un artista a tutto campo, tant’è che lo coinvolsi in una cosa scritta da me, Processo a  Giulio Cesare, con attori molto bravi, e con lui nel ruolo di Vercingetorige, parte che ricoprì mirabilmente, finendo con una canzone selvaggia, quella di un guerriero sconfitto, ma non internamente… un numero drammatico, non musicale, di elevato livello, per me indimenticabile.
Le contaminazioni musicali viste al VOX40 non le avevo mai notate nel passato… molto ardite, efficaci, e lui ha il merito di avere costruito questo clima, questa temperie culturale e musicale… penso sia una cosa fantastica l’unione di arti differenti; io sono un uomo di cinema, contenitore che di per se stesso riunisce un po’ tutto… arti figurative, immagini, musica,  e quindi io sono intriso di questa filosofia, ma trasformare un concerto rock in un grande spettacolo così variegato è stata una grande invenzione e per me una bellissima esperienza.
La musica è stata la culla che mi ha dondolato. Mio padre era sovraintendente del Teatro Regio di Parma, che era un po’ il tempio della musica lirica e sinfonica, ed io sono cresciuto in questo clima musicale, che ha rappresentato per me un’iniziazione alla vita: i ritmi e le melodie mi hanno accompagnato sin dall’infanzia, tant’è che poi ho amato e sposato soprani, donne belle che però avevano questo strumento che ho chiamato  invisibile, la voce, che mi ha sempre affascinato, e che per me ha rappresentato anche sensualità, carnalità, un modo di vivere.

mercoledì 29 maggio 2013

Il VOX 40... FINALMENTE!


E dopo un lungo parto il VOX40 passa dallo stato progettuale alla piena realtà.
Protagonista assoluto Bernardo Lanzetti, nella sua città, Parma, il luogo più idoneo per celebrare quelli che lui ha voluto sottotitolare come “quarant’anni di voce impossibile”.
Sono molti i modi utilizzabili per il racconto di una vita, ma cosa avrebbe potuto fare di più un vocalist di lungo corso? Cosa c’è di meglio del ricordare una carriera celebrando  lo strumento “voce”- non solo tecnica e passione, ma anche un dono di Dio?
Avremmo tutti ringraziato, se Bernardo Lanzetti avesse organizzato un grande evento, con  ospiti importanti, italiani ed esteri, evento sicuramente a portata di mano, probabilmente più semplice del VOX40.
Ma altra cosa è segnare ogni passaggio significativo della colonna sonora di una vita attraverso una miscela di attori, conoscitori del genere ed esterni, laddove per “esterni” si intende professionisti della musica classica, che nello specifico hanno avuto il compito e il merito, probabilmente senza comprenderlo completamente, di fornire la chiave di lettura di un genere musicale che, difficile o no, piacevole o no, ha raggiunto la dimensione dell’immortalità. Per il giovane Maestro Mariano Speranza, dell’Orchestra Tango Spleen, non è stato un gioco da ragazzi adattare le musiche degli Acqua Fragile alla dimensione orchestrale, e questo dato fornisce la consistenza di una band vissuta in un periodo lontano, e durata troppo poco. Ma c’è ancora tempo per una corretta ricollocazione e visibilità.
Uno spettacolo diviso in più tronconi, come recitava la locandina: “… musiche di Acqua Fragile, Eclecticlanz, CCLR e PFM “.
Per realizzare l’intero percorso Bernardo ha chiamato a lui la già citata Orchestra Tango Spleen di Mariano Speranza, il Quartetto d’Archi Adrian Ensemble, Alex Giallombardo e Anna Barbazza, e occasionalmente i due ex, Piero Canavera e Franz Dondi - sezione A.F.; per la riproposizione delle musiche di “Eclecticlanz e CCLR” si è affidato a Pier Vigolini, Enzo Frassi e Gigi Cavalli Cocchi.
Per l’ultimo step, quello legato alla PFM, è intervenuta la Chocolate Kings Band, con l’ausilio di Franco Taulino.

Il Teatro al Parco si trova all’interno di una splendida oasi tranquilla, almeno all’apparenza, e l’atmosfera che si respira percorrendo il vialetto di accesso è quella dei grandi eventi. Profumo di musica, profumo antico.
L’atrio del teatro è stato curato nei particolari da Amneris Bonvicini, con tele originali realizzate da Bernardo, che lei ha reso tessuti e custodie per dischi.
Il tema centrale è l’acqua, elemento fondamentale nell’esistenza di Lanzetti.
Quando lo spettacolo ha inizio ci sono un’ottantina di persone che restano fuori dai giochi, impossibilitate nel partecipare al concerto per esaurimento biglietti, anime che, incontrando casualmente la pillola video a seguire, aumenteranno il rammarico per l’involontaria assenza.
Ma oltre 400 persone fortunate hanno potuto assistere ad uno spettacolo da brividi.
Circa tre ore di musica la cui definizione… mi sfugge. Magia è forse la parola giusta per evidenziare un feeling che ha lasciato di sasso i presenti, pronti a liberarsi in standing ovation alla fine dei brani.
Impossibile per me giudicare lo spettacolo nelle sue varie parti, essendo ben saldo il filo conduttore capace di saldare le varie tranche in un unico stato di grazia che non mi ha abbandonato per tutta la performance, in piena comunione con il resto della sala.
Quale l’idea vincente di Bernardo? Il superamento delle divisioni schematiche  a favore di un unico ideale di musica, in un disegno dove lui stesso si è “nascosto”, privilegiando l’esaltazione della voce.
Naturalmente Lanzetti è uomo da palco, campione di comunicatività, e l’interazione è arte tutta sua. E questo alla fine paga.
Non ho trovato sbavature nello spettacolo - con una sezione “classica” pronta a sposare il professionismo militante con trame più popolari, trasformandole con un gusto difficile da descrivere - con una parte più moderna legata agli ultimi trascorsi di Bernardo, ed una finale, quella "PFM", che ha permesso di far conoscere una giovane band di tutto rispetto.
Non è mancato il momento dei ricordi… parlati, e in parte “suonati”.
La sezione ritmica degli Acqua Fragile - Franz Dondi e Piero Canavera - si è resa attiva in un paio di brani, mentre Maurizio Mori e Gino Campanini hanno raggiunto i compagni per uno scambio di battute, che ha messo in mostra molta emozione da palco, e ha lasciato intravedere molta nostalgia.



Mi limito a questo piccolo commento, sperando che le immagini a seguire possano dare un’idea della qualità andata in scena il 28 maggio 2013, al Teatro al Parco di Parma.
La speranza è quella di rivedere il VOX40 in altre città, anche se esistono difficoltà organizzative oggettive, legate soprattutto al fattore orchestra, ma un progetto del genere non può rimanere isolato, cercando e trovando altri sbocchi, e perché no, territori stranieri!

domenica 19 maggio 2013

In attesa del VOX40... il pensiero di Bernardo Lanzetti...


Articolo apparso sul numero speciale di MAT2020, nel mese di aprile

Facciamo il punto con …  Bernardo Lanzetti

Partiamo dal presente, dal tuo nuovo progetto dedicato alla “voce” e al racconto della tua intensa attività, iniziata oltre 40 anni fa. Che cosa è “VOX40”  e come nasce l’idea di realizzarlo?
Un insieme di avvenimenti quali la ristampa in Gran Bretagna degli album dell’Acqua Fragile, il trovarmi circondato da musicisti diversi che rispettano i miei lavori e il mio approccio alla musica e in più la mia voce, che ultimamente si è superata portandomi alle tre ottave di estensione; tutto questo mi ha fatto scattare la scintilla ed è nata l’idea di celebrare 40 anni di vocalità.

Quali sono gli elementi salienti che costituiscono “VOX 40”? Quali i protagonisti?
Uno dei momenti più singolari sarà “Acqua Fragile per Orchestra” ovvero la rivisitazione delle musiche dell’Acqua Fragile da parte di una piccola orchestra classico/moderna, solitamente specializzata in tanghi argentini, ma che io ho scoperto molto Prog nel sound. Un po’ come Astor Piazzolla sta ai Gentle Giant. Altro elemento sarà naturalmente la mia voce nelle musiche PFM, ma anche episodi d’avanguardia, Glovox compreso, e le ultime avventure targate CCLR.

VOX40” è da considerare come singolo episodio o lo si può immaginare, almeno nelle intenzioni, un contenitore itinerante e replicabile?
Senza dubbio VOX 40 sarà replicabile con modifiche ed aggiunte strategiche.

Esiste anche la possibilità di rappresentazioni fuori dai nostri confini, magari con ospiti locali?
Stiamo lavorando ad un episodio Londinese che al momento è previsto per ottobre.

So che passi molto tempo all’estero, a contatto con altre culture musicali. Puoi fare il punto della situazione artistica relativamente ai paesi che frequenti, ovviamente Italia compresa?
La televisione ha disintegrato il pubblico di tutti i paesi del mondo. Credo che mai come oggi si possano contare così tanti bravi musicisti e così poche persone disposte ad ascoltarli. A differenza di altri paesi che da sempre hanno una loro musica - il Flamenco per la Spagna, il Rock per gli USA, la musica sudamericana per quelle popolazioni, etc. – l’Italia è ancora ferma al giustamente mai superato melodramma. Generalmente poi, chi arriva alla musica ambisce solo a diventare personaggio.

Torniamo al discorso “voce”. Tutti indicano Demetrio Stratos come il capostipite della generazione degli sperimentatori vocali. Che cosa è accaduto in generale e… che cosa  è accaduto a te, negli anni successivi alla sua prematura dipartita? Esiste chi si applica costantemente nell’opera di ricerca e di innovazione?
Ci sono tantissimi “vocalist” e sperimentatori in tutto il mondo. L’industria discografica e dell’intrattenimento, generalmente li ignora. Sperimentare con la voce è qualcosa che ha a che fare con la ginnastica, la filosofia ed il mistero.

Stratos, Chapman, Gabriel… quanto questi mostri sacri hanno influenzato la tua crescita e le tue scelte?
Non dobbiamo dimenticare che la voce maschile, a differenza di quella femminile,  inizia il suo percorso più importante solo tra i 12 e i 14 anni per cui i veri modelli possibili arrivano ad essere studiati tra i 16 e i 20 anni o addirittura più tardi. Personalmente da bambino cantavo di tutto, dai canti di chiesa in latino a Domenico Modugno ad Elvis Presley (mio fratello, più grande di me, portava i dischi in casa), ma solo verso i 17 anni ho sentito che la mia voce era solida e forgiabile. Roger Chapman è stato il primo maestro cui la mia voce mi ha condotto, poi Peter Gabriel, uno studio nobile e delicato. Contemporaneamente ho potuto riavvicinarmi ad altri maestri del passato, come Ray Charles, o ristudiare il canto di Jimi Hendrix o Neil Young. All’epoca non avevo alcun “modello italiano”, e quindi neppure Demetrio Stratos, che è entrato nei miei “studi” solo negli anni ’90.

Sono molti gli esempi di vocalist, un tempo fantastici, che oggi accusano battute di arresto che profumano di sentenze definitive. Tu al contrario sembri ancora in evoluzione. Esiste un segreto per mantenere efficienza ed espressività dello “strumento”?
Non conosco un segreto se non il portare sempre un grande rispetto al canto e ai grandi interpreti. Il Dottor Fussi, lo specialista delle corde vocali cui si rivolgono i più grandi cantanti del mondo, ha trovato le mie perfettamente pulite ed allineate come non avessi mai cantato. A suo avviso ho avuto la fortuna di cantare sempre in maniera corretta, così che ho continuato a migliorare.

Osservare quanto accade nei “Talent” oggigiorno fa riflettere su come la loro presenza, 40 anni fa, avrebbe impedito la nascita di assoluti talenti: come sarebbero emersi Dylan, Young o Battisti? Se fosse tuo il compito di giudicare dei giovani aspiranti cantanti, che cosa inciderebbe maggiormente sul tuo giudizio?
Non posso rispondere in maniera specifica se ci riferisce a quanto accade in televisione, perché da circa sette anni non ne posseggo una e non ho occasione per guardarla. Però provo a sintetizzare il mio pensiero.
Ogni interprete, autore, performer, ha il dovere di dimostrare il rispetto e l'appartenenza al mondo di coloro che l’ hanno preceduto. Salvo rarissime eccezioni, sono disturbato da chi si presenta dicendo… "faccio solo pezzi miei",  come se fosse caduto sulla terra da un altro mondo e in realtà non avesse imparato o addirittura rubato dai grandi maestri o dai tanti onesti e validi esecutori viventi e non. Per capirci, dai Beatles agli Stones, da Springsteen a Joni Mitchell, da Bob Dylan a Jeff Buckley, tutti si presentano fluttuando nel grande fiume del Rock misurandosi con le cover, le rivisitazioni, i tributi e le celebrazioni.
A mio avviso però, ogni giovane artista deve trovare e studiare da solo il/i proprio/i maestro/i rifiutando ogni imposizione, soprattutto quelle che vengono dal mondo dei media o dello spettacolo televisivo. L'artista non è tale se almeno una volta, agli inizi del suo percorso, non rompe gli schemi, e se oggi lo schema è il partecipare ad uno spettacolo televisivo...

Dagli Acqua Fragile alla PFM  sino ai giorni nostri… prova a tirare qualche conclusione di un periodo di vita lungo e importante.
I lavori più importanti sono quelli nati in modo semplice e naturale. Ci si accorge del loro valore solo con il passare degli anni.

Bernardo, fuor di retorica, che cosa significa per te cantare?
Quando canto, apro le braccia e con una mano cerco i grandi maestri del passato, con l’altra mano provo a raggiungere il futuro. Davanti a me, lo spazio infinito…

venerdì 17 maggio 2013

Prove aperte al VOX40



Bernardo Lanzetti –VOX 40 - Prove Aperte (Ingresso libero)
Teatro Al Parco, Parma, 27 maggio dalle ore 15:00 alle 18:30


Nel concerto “VOX 40” un’attenzione particolare è posta nella prima parte che sarà dedicata alle musiche di “Acqua Fragile”.
Infatti nel 2011, la prestigiosa etichetta anglo/americana “Esoteric” riesce finalmente ad acquisire i due album del gruppo di Parma, li rimasterizza e li distribuisce all’estero.
E’ cosi che dopo 40 anni circa, la musica di Acqua Fragile trova i suoi estimatori ed il meritato successo, pur di nicchia, di pubblico e critica.

Più di un anno fa, Lanzetti assiste ad un concerto della “Tango Spleen Orchestra”, condotta dall’italo-argentino Mariano Speranza, e rimane affascinato dalle sonorità e dall’approccio modernissimo a singolari soluzioni armoniche e ritmiche.
Invitato a considerare le musiche dell’Acqua Fragile, il maestro Speranza decide di abbracciare il progetto VOX 40 dove Bernardo, con l’aiuto di due coristi, in realtà due musicisti/strumentisti completi quali Alex Giallombardo e Anna Barbazza, intende interpretare le composizioni di AF riproposte da una piccola ma agguerrita formazione classico/moderna.

Tutte le frasi musicali, le armonie, i cori, le ritmiche e le stesure originali sono state mantenute e le nuove orchestrazioni sono intese ad evidenziare e sottolineare le caratteristiche già presenti ma inquadrate da angolature diverse.

Sul Palco: pianoforte, chitarra, contrabbasso, percussioni, bandoneon, violino e viola + quartetto d’archi (violoncello, viola e due violini).
Due coristi e, in due brani, anche basso elettrico e batteria, suonati dagli elementi originali dell’Acqua Fragile.

Alle “Prove Aperte”, assistiti da un operatore, si potrà presenziare al sound-check e alle esecuzioni con 16 musicisti in scena.

Per ulteriori informazioni e adesioni telefonare al 335 5249448
o inviare una mail a:  m.bonini@lunenuove.com  

sabato 11 maggio 2013

VOX40-Acqua Fragile



Il VOX40 ha un punto di origine, gli Acqua Fragile, band da cui parte la storia artistica di Bernardo Lanzetti.
Gli Acqua Fragile possono contare su una discografia quantitativamente contenuta, ma certamente significativa.
I due album realizzati, rimasterizzati da un paio di anni, appaiono ancora freschi, come appena "sfornati". Sto parlando dei "lavori in studio", datati rispettivamente 1973 (Acqua Fragile, Numero Uno) e 1974 (Mass Media Stars, Dischi Ricordi).
Un terzo album, “Live in Emilia”, uscì dopo circa vent’anni, ma non fu rappresentativo della band: “Era una bruttissima registrazione, tecnicamente impresentabile, di un concerto successivo all’abbandono di Maurizio Mori”, dice Lanzetti, “ ed era anche un’azione illegale intrapresa a mia insaputa” (i responsabili sono stati costretti a ritirarlo dal mercato).
I due dischi hanno avuto destino differente. "Acqua Fragile", disco d'esordio, è diventato col tempo un must, e brani come "Morning Comes" sono stati spesso utilizzati da band che hanno vissuto e vivono a pane e prog. Ed è questa la sorte che è capitata a molte opere prime (a volte prime e uniche).
Sino a due anni fa, non avevo mai sentito "Mass Media Stars", e ciò mi è sembrato almeno strano, vista la qualità dell'album e il mio appartenere alla categoria citata dei malati di prog. Ma come può passare inosservata una tale perla?
Una chiave di lettura me l'ha fornita lo stesso Bernardo Lanzetti: "."... la Ricordi, all'epoca, stampò solo 600 copie, 30 delle quali furono acquistate dal gruppo...". Va da se che furono pochi i fortunati a poterne usufruire, in anni in cui l'informazione musicale era giocoforza limitata. Ma mi chiedo il perché di una tiratura così limitata, e ancora... come è possibile che in un momento di riflusso del prog nostrano si sia dovuto attendere l'azione della Esotering Recordings, che ha ristampato le nuove versioni rimasterizzate?!
All'interno dei CD si trovano informazioni che sono molto di più di una descrizione oggettiva del contenuto, e permettono di venire a conoscenza di aneddoti che riguardano la storia del gruppo, e di conseguenza della musica progressiva italiana, con uno strato internazionale di spessore, dovuto al fatto che gli Acqua Fragile hanno da sempre utilizzato la lingua inglese, provocando reazioni negative in chi pensava che una band italiana dovesse usare la lingua della sua terra. Ma chi poteva permettersi in quell'epoca di esprimersi in un buon inglese? Chi ne aveva le capacità?
Utilizzo stralci delle note inserite nel booklet per fare un pò di chiarezza.
Bernardo risponde alle domande di Michael Heatley : " La lingua italiana non è facilmente applicabile a frasi ritmiche come quelle della musica rock”, perché ci sono pochi monosillabi e non molte parole che finiscono accentate. Inoltre, ogni parola nella frase deve essere accuratamente pronunciata per consegnare il significato preciso".
La padronanza dell’inglese di Lanzetti deriva dal periodo vissuto nel Texas, ma si può anche far risalire a periodi antecedenti.
Fin da bambino ho sempre amato cantare in lingue diverse, cominciando dal latino, francese (magari maccheronico), persino polacco e successivamente in inglese, quando mio fratello, di alcuni anni maggiore, cominciò a portare a casa dischi di Elvis o Neil Sedaka. Prima di compiere 17 anni, andai nel Texas con una borsa di studio. Ho vissuto in una famiglia con due ragazzi, uno della mia stessa età, ed ho frequentato l’ultimo anno della loro High School, diplomandomi nel 1966. Più tardi, nel 1970, ritornai negli States per sei mesi, gravitando attorno Dallas, Fort Worth e Lubbock insieme al mio “fratello americano” che nel frattempo era diventato un musicista professionista.”
Al suo ritorno in Italia nacquero gli Acqua Fragile, come evoluzione di un trio già esistente, "Gli Immortali". Il loro buon lavoro fu notato dalla PFM che ne favorì una certa visibilità e, soprattutto, diede loro la posssibilità di andare in tour. Grazie a tutto ciò A.F. ebbe anche l'occasione di "aprire" per band d'oltremanica. La fama degli “Acqua Fragile” aumentò quindi quando si ritrovò a fare da spalla a gruppi come i “Soft Machine”,” Alexis Corner & Snape”, “Tempest”, “Curved Air”, “Audience”, ”Huriah Heep” e soprattutto i “Gentle Giant”.
Le influenze musicali dell’Acqua Fragile erano varie. Dice Lanzetti:
Piero ( Canavera, batterista) studiava le armonie vocali di “Crosby, Stills, Nash and Young”, ma tutta la band al completo stimava i gruppi Prog britannici: dagli Audience ai Van Der Graaf Generator, passando dai King Crimson sino ai Genesis e ai Gentle Giant, ma senza trascurare “Curved Air” ed “Egg”.

Per il suo talento vocale, Bernardo Lanzetti è stato accostato e paragonato a Peter Gabriel e Roger Chapman, e quindi rispettivamente ai Genesis ed ai Family. Egli ammette entrambe le influenze, ma desidera ricordare quanto deve anche alle grandi voci degli anni ’60, Lennon/McCartney, John Fogerty dei Credence, Bob Dylan, Otis Redding, Van Morrison e Stevie Winwood.
Bernardo ha conosciuto Roger Chapman in Inghilterra, (lo ha incontrato successivamente anche in Italia) ed ha anche lavorato con il suo chitarrista Steve Simpson, ospite in tre dei suoi dischi solisti.
Acqua Fragile” fu pubblicato in Italia nel ‘73 dall’etichetta Numero Uno.
Il 33 giri-LP si presentava con una singolare copertina: un poster quattro volte il formato classico veniva ripiegato in due fino a raggiungere la giusta dimensione ed era illustrato con disegni alla Paul Klee (Yellow Submarine) nonchè foto del gruppo.
Il secondo disco del gruppo, “Mass Media Stars”, pur essendo stato prodotto l’anno seguente, ancora sotto la Numero Uno, fu pubblicato dalla Ricordi che rilevò anche il relativo contratto con la band.
“Tristemente l’”Acqua Fragile” non è riuscita a sfondare all’estero, ma Bernardo ha una storia vera ed incredibile da raccontare:
Nel 1975, un americano, nell’industria discografica, cui piaceva “Mass Media Stars” volò in Italia per controllare se la band esistesse davvero o non fosse un “pacco” all’italiana. Con l’aiuto di tanti amici, fu organizzato un concerto pomeridiano (all’Astrolabio di Parma con il DJ Robi Bonardi) e Gaetano Ria, l’ingegnere del suono, insieme al produttore Claudio Fabi (il padre di Nicolò) accompagnarono questo signore, in macchina da Milano a Parma. Noi suonammo il nostro concerto e l’americano si dichiarò “very impressed”(molto impressionato). Non avemmo più sue notizie, la Ricordi ci aveva già scaricato, io lasciai il gruppo per altre avventure, la band fini per sciogliersi. Anni dopo mi fu raccontato che il discografico americano aveva continuato ad inviare dei Telex alla Ricordi chiedendo di poter distribuire il nostro album negli States ma nessuno gli rispose mai perché, all’epoca, alla Ricordi nessuno parlava un inglese decente. (La circostanza mi fu confermata ulteriormente da Luigi Mantovani, prima label- manager alla Ricordi e successivamente direttore della Virgin Italia). Ebbene, quell’ Americano era Seymour Stein, quello dei Ramones ( Pretenders, Talkin Heads, Madonna )".
Chi può sapere quale altro diverso destino avrebbe potuto avere la band di Parma!?
E' invece conosciuta la successiva fase della vita musicale di Lanzetti, noto per essere stato vocalist con la PFM, gruppo italiano che ha segnato gli anni ’70, tra il 1975 e il 1980.
Bernardo non si è fermato agli anni '80, ma la sua "carriera" è proseguita sino a culminare con il VOX40, la celebrazione della voce dopo 40 anni di attività musicale.

Dichiarava Bernardo dopo l’uscita della nuova edizione dei due album: “Sono molto felice e commosso al vedere questi due album tornare alla luce, in modo particolare all’estero”.

Anche io sono rimasto sbalordito. I motivi della commozione di Lanzetti possono essere dovuti a motivi diversi, non solo di carattere musicale. Il mio feeling è invece derivante dal puro ascolto.
Se il bellissimo album omonimo, "Acqua Fragile", è segnato dallo stato di "prima incisione", e quindi, paradossalmente, è un primo bilancio di brevi vite che crescono assieme al prog d'oltremanica, il secondo, "Mass Meda Stars", è un incredibile contenitore di emozioni che, se pubblicizzato a dovere, non avrebbe faticato ad emergere, favorendo la crescita dell'unico gruppo italiano che poteva essere scambiato per inglese. Forse erano tempi non maturi e adesso, con il mondo tendente alla globalizzazione, nessuno metterebbe l'accento sulla lingua utilizzata.
Racconta Lanzetti a proposito del brano che da il titolo all'album: " Sono molto orgoglioso del brano Mass Media Stars”, sorprendendosi di aver fatto sua quella tematica qualcosa come 37 anni fa! "Bel pezzo, (meravigliose parti di basso, chitarra, batteria, tastiere e voci!) grande titolo, avanguardia giovane ed intelligente, con quell’inserto audio tratto da una trasmissione radio “trafugata” in studio durante una session notturna."
Si tratta di un brevissimo intervento del famoso giornalista/autore/commentatore radio/televisivo americano Tom Brokaw.
“All’epoca neppure sapevo chi fosse Brokow (diventato famoso per la sua voce nei reportage radiofonici sul Watergate e più tardi approdato alla televisione dove è ancora una leggenda), ma ho sempre pensato che il suo intervento fosse perfetto! Resta emblematico però, ed anche un po’ irritante, che questo disco non sia mai stato suonato alla radio o supportato da un’apparizione TV in Italia. Non era gradito un gruppo italiano che cantasse in inglese!"
Due album seminali imperdibili.
Ma... chi era la responsabile dell' ufficio stampa, sia per "Acqua Fragile" alla Numero Uno che per "Mass Media Stars", l'anno successivo alla Ricordi? Era ... Mara Maionchi, probabilmente anche lei alle prime armi!
Informazioni sulla storia degli A.F. sono rintracciabili ai seguenti link:

giovedì 9 maggio 2013

Gli esercizi vocali di Bernardo Lanzetti



La preparazione del VOX40 ha permesso di vivere piccoli momenti speciali, improvvisazioni artistiche che conducono a testimonianze uniche.

Il fotografo Alberto Terrile ha avuto l’idea di immortalare le mascelle di  Bernardo Lanzetti in movimento, ovvero nel corso della ripetizione vocale delle note.

Casualmente… o forse no, la videocamera era accesa ed estrapolare l’audio è stato molto semplice.

A questo punto, avendo audio e sequenza delle immagini, è venuto spontaneo provare a trovare la sincronizzazione, ed è nata la slide show… “Vocalizz-Azioni”.

Un bell’esercizio per tutti… un bel ricordo, in attesa di Vedere Bernardo all’opera, il 28 maggio, a ParmaTeatro al Parco.

Naturalmente… VOX40!
Un ringraziamento a Franco Piccolini, autore del montaggio.

domenica 5 maggio 2013

CHOCOLATE KINGS al VOX40



Nel mese di maggio vedrà la luce il progetto VOX40, la celebrazione della voce che vedrà ideatore/protagonista Bernardo Lanzetti e numerosi altri attori.
Partendo dagli inizi, passando attraverso l’esperienza musicale con la PFM (Premiata Forneria Marconi), e arrivando agli ultimi lavori di avanguardia con il  gruppo internazionale CCLR (Steve Hackett, mitico chitarrista dei Genesis è stato ospite nel loro album), Lanzetti proporrà il suo VOX40 nel corso di un concerto/evento che si terrà il 28 maggio a Parma,  al Teatro al Parco.
Tra i tanti “attori” scopriamo oggi i CHOCOLATE KINGS, protagonisti con Bernardo del’angolazione PFM.

I “CHOCOLATE KINGS” nascono nel 2008 quando tre componenti dei THE LAMB, band storica, Official Italian Genesis tribute, decidono, parallelamente all'attività Genesisiana, di cimentarsi in un altro progetto-tributo piuttosto ambizioso, dedicato alla Premiata Forneria Marconi.
Giulio Sirci (batteria) e Maurizio Colori (basso ), già insieme negli anni "90" con gli horror project di Claudio Simonetti, con l'altro THE LAMB Matteo Settepani (chitarra), a cui si sono uniti Michele Sanchini (tastiere) e Laurence Cocchiara (violino) danno così vita alla "CHOCOLATE KINGS" P.F.M. tribute-band.
Maurizio Colori - Basso
Nel 1989 entra a far parte degli Horror-Project di Claudio Simonetti, con i quali parteciperà alla stesura ed alla registrazione di ben quattro album: Simonetti Horror Project del 1990 (disco d'oro per le vendite), Days of confusion del 1991, X-terror file del 1996, e The end of the millenium del 1998. Con questa formazione ha tenuto più di 250 concerti in giro per l'Italia e all'estero fino al 1998. È stato uno dei fondatori del CAM (Centro Accademico Musicale) in cui è insegnante di basso elettrico. Nel 2005 fonda col batterista Giulio Sirci i THE LAMB, attualmente Official Italian Genesis-tribute, e nel 2008 con Sirci e Settepani da vita ai Chocolate Kings.
Giulio Sirci - Batteria, Voce
Nel '90 segue le orme di Maurizio Colori, col quale già suonava dall'adolescenza, ed entra anch'egli a far parte degli Horror-Project di Claudio Simonetti, partecipando alla registrazione di Simonetti Horror Project del '90 e di Days of confusion del '91, partecipando ad una sessantina di concerti in Italia e all'estero fino al 1992.
Successivamente partecipa a numerosi progetti musicali fino a fondare, con Maurizio Colori nel 2005 i THE LAMB, e nel 2008 i Chocolate Kings
Matteo Settepani- Chitarra, Chitarra acustica
Fa parte di altre due tribute-band, una dei Dream Theater e l'altra, i THE LAMB, dei Genesis, con Maurizio Colori e Giulio Sirci.
E' dal 2005 uno degli insegnanti del CAM (Centro Accademico Musicale) di Castiglione del Lago ed è uno dei tre fondatori, con Colori e Sirci, dei Chocolate Kings.

Laurence Cocchiara - Violino
Sin dall’età di 10 anni frequenta corsi e masterclass con nomi importantissimi, come Emanuel Hurwitz, Zoran Milenkovic, Rodolfo Bonucci.
Nel 2002 entra a far parte dell’Orchestra da Camera del Trasimeno e gli viene assegnato il ruolo di primo violino.
Nel 2004 fonda il "Quartetto Ascanio" col quale frequenta corsi importantissimi sotto la guida di nomi come Bruno Giuranna, Mihaela Martin, Adrian Pinzaru, Hugh Maguire, Quartetto Prometeo, Quartetto Barcellona, Quartetto di Cremona, Pietro Horvath, Robert Cohen, Demetrio Comuzzi, Marc Danel.
Sia con l'orchestra che col quartetto si esibisce in Italia e all’estero in numerosi e prestigiosi festival come il festival "Famiglia Artistica Reggiana", "Armonie della Sera" nelle Marche, "Tuscan Sun Festival" di Cortona(AR), "Cantiere Internazionale dell’Arte" di Montepulciano (SI), Festival dei Due Mondi(Spoleto), Festival Internazionale "F.Pedrell" di Tortosa(Spagna), Festival Internazionale "Pro Archi" di Nyiregyhaza (Ungheria) - dove ottiene il "primo premio Summa cum Laude" - ed il riconoscimento come prima parte da Sandor Devich(Quartetto Bartok).
Suona prime assolute mondiali di maestri come Boccadoro, Taglietti, Portera (quest’ultimo ha dedicato il suo "Keygen" proprio al Quartetto Ascanio).
Nel 2012 è stato ammesso al Corso di Musica da Camera presso l’Accademia "W.Stauffer" di Cremona sotto la guida del Quartetto di Cremona.
Si perfeziona poi con Marco Fiorini, Oleksandr Semchuk e continua gli studi sotto la guida del M° Adrian Pinzaru.
Parallelamente all’attività classica si dedica intensamente a progetti rock/indie. Con la formazione "This Harmony" si è esibito su palchi molto importanti come l’Auditorium Parco della Musica di Roma, Teatro Ambra Jovinelli, Villa Ada, dove apre la data romana di Yann Tiersen, Sala dei Notari(PG), Auditorium Vannucci.
Nel 2011 accetta con entusiasmo la proposta di partecipare al progetto Chocolate Kings; attualmente collabora anche con i Petramante, Paolo Benvegnù e con il progetto "Nobraino", formazione ormai nota nel panorama musicale indipendente italiano

Michele Sanchini - tastiere
Con i suoi 23 anni è il più giovane della band e anche l'ultimo arrivato.
Studia pianoforte e tastiere dall'età di otto anni. Comincia dal'impostazione classica acquisita alla Scuola di Musica del Trasimeno, grazie alla quale si diploma in violoncello. Avvia successivamente un percorso personale che lo porta ad approfondire vari generi come soul, R'n'B, jazz e rock-progressive.
Da due anni è insegnante di violoncello all'istituto di musica di Montepulciano (SI)
Entra agli inizi del 2012 nei quadri dei Chocolate Kings.