Alcuni giorni fa, sul
blog di Bernardo
Lanzetti è apparso un articolo intitolato (da me, Athos Enrile) “Bernardo Lanzetti e Loredana Bertè”:
Lo scritto prendeva
spunto dall’inizio del nuovo tour di Loredana Bertè, ed evidenziava come nella set
list pubblicizzata dalla stampa fosse presente il brano “Una sera
che piove”, scritto da Bernardo e inserito nell’album “Savoir
Faire”, pubblicato da Loredana nel 1984.
Il 19 Febbraio, sul
sito DagoSpia.com, tale Alberto Dandolo pubblicava un articolo che raccontava
il sold out della Bertè, a Milano.
Nel sunto di
presentazione dell’articolo, in buona evidenza, veniva riportato: “Pubblico in delirio quando l’unica grande
rocker che abbiamo avuto in Italia ha cantato uno dei cavalli di battaglia gay
degli anni ‘80’, - Una sera che piove - di Ivano Fossati”.
Di Ivano Fossati?
A dire il vero all’interno
del racconto il recensore modifica l’affermazione, scrivendo di un “album prodotto da Fossati”, cosa
corretta, visto che l’ex Delirium si occupò in toto del disco, ma il testo e la musica, ovvero la canzone nella sua interezza
non gli appartengono. Piccole cose? Tutto è relativo.
Il mondo della musica
è più che mai attanagliato da un’onda lunga carica di prodotti preconfezionati,
costruiti a tavolino - forse con qualche talento - e fatti emergere con obiettivi
che sanno tanto di immagine/ businnes e poco di cultura e genuinità.
In questo contesto, sentirsi
sottrarre una propria creatura provoca un po’ di amarezza, e certo è che se ci
viene tolta anche la soddisfazione di vedere riconosciuto un nostro merito,
anzi, la menzione rsulta traslata verso terzi,
viene naturale almeno riproporzionare le cose ristabilendo la verità.
E poi… è davvero una
piccola cosa la creazione di una canzone che a distanza di trent’anni è ancora
utilizzata da quella che nel sito DagoSpia.com viene definita “l’unica
grande rocker che abbiamo avuto in Italia”?
Questo l’articolo originale: