lunedì 3 febbraio 2020

La rubrica "AXENTS" si prende una pausa di riflessione


AXENTS

Con molto entusiasmo e non poche aspettative, avevo creato e dato inizio alla mia rubrica AXENTS.
Il titolo è la crasi di “Ax”, ovvero "ascia", usato nello slang americano per indicare la “chitarra elettrica”, e “accents” ovvero “accenti”, in inglese.
 Si intendeva mostrare ed evidenziare alcuni degli artifici da me usati per poter cantare frasi rock nella lingua italiana. Note esterne sarebbero state benvenute.

Poiché parlare e scrivere di musica non è una scienza esatta, avevo pensato che “parlare di parole”, alla maggioranza di un pubblico che comunque, innegabilmente, si relaziona più ai testi che non alle musiche, avrebbe creato un certo interesse anche tra gli addetti ai lavori.

Dopo aver anche proposto la mia versione italiana di un famoso ed enciclopedico testo di Bob Dylan, in precedenza storpiato e umiliato da artisti ben più titolati del sottoscritto, ho dovuto prendere atto che non sono riuscito ad avere alcuna interazione sul web, pur limitato ai navigatori di lingua italiana. Insomma, l’argomento non interessa!

Ciò sembra evidenziare e confermare come il “successo” di un lavoro testo/musica, almeno in Italia, non dipenda da un valore tecnico e dal rispetto degli accenti insiti nelle frasi musicali stesse, bensì dalla popolarità del brano e del suo interprete.

Ai cantautori nostrani, più o meno famosi, sembra sia permesso approssimare il messaggio musicale che loro stessi intendono porgere!?

AXENTS si prende una pausa di riflessione per tornare con note magari allargate e insolite, pur sempre sull’argomento “parole” nelle composizioni musicali.

Cheers, Bernardo