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lunedì 19 agosto 2024

Festival TRASIMENO PROG a Castiglione del Lago

Con i ragazzi della Fiera del Disco


Alcune foto con i fan in attesa di entrare nella Rocca per il 

concerto della PFM


Il Club Trasimeno Prog ha regalato a Bernardo Lanzetti l'emozione di vedere l'unico referente dei marchi PFM e Premiata Forneria Marconi arrancare lentamente, passando sotto il suo balcone diretto alla Rocca per il sound check del concerto in programma. A bordo di un furgone bianco seduto al lato passeggero e con il braccio fuori, mano aggrappata all'infisso della portiera, l'irriducibile Front Man, non ha riconosciuto il collega cantante, al lato della strada, di ritorno dalle bancarelle dei dischi. 

Essendo la tessera del Trasimeno Prog di Bernardo, la #1 per precisione, in scadenza, nell'attesa di una richiesta di possibile rinnovo, ci si propone di chiedere agli addetti di smentire pubblicamente le voci che denunciano l'uso delle basi, se non del playback totale, nel concerto in questione, quello che ha trasformato il Festival, in precedenza di tre giorni, in una sola serata a volume sostenuto ma a durata limitata...


Bernardo Lanzetti non è andato al concerto spingendosi solo tra le file in attesa di entrare, giusto per salutare alcuni fan...

Sulle scale, a colloquio con Sergio Colabona, regista di The Voice Senior



 

giovedì 21 settembre 2023

Bernardo Lanzetti, in attesa della maratona del 1° ottobre.


Bernardo Lanzetti si sta preparando per la maratona del 1° ottobre.

Nel repertorio ci saranno anche un paio di pezzi Country & Western.

Certamente uno tradizionale e uno di George Jones.




mercoledì 25 novembre 2020

Bernardo Lanzetti, leader della band Acqua Fragile contro artisti hip hop americani: il plagio torna protagonista

 
Bernardo Lanzetti, leader della band Acqua Fragile contro artisti hip hop americani: il plagio torna protagonista

Bernardo Lanzetti e Piero Canavera, componenti dello storico gruppo Acqua Fragile, band storica del Prog Italiano, ancora attiva, tornano a parlare del plagio del loro brano “Cosmic Mind Affair” da parte del rapper americano Busta Rhymes e dal suo collaboratore, il leggendario J. Dilla (RIP), per il loro brano “Genesis”.

Dopo denuncia e anni di trattative gli artisti italiani hanno dato mandato all’avv. Giorgio Tramacere per procedere giudizialmente nei confronti di Busta Rhymes e di tutti i numerosi soggetti coinvolti in questa complessa controversia internazionale.

Curiosità

Lo “scopritore” di Busta Rhymes, colui che lo ha lanciato, è il più noto discografico statunitense, Clive Davis, famoso per aver proposto artisti come Janis Joplin, Santana, Bruce Springsteen, nonché per aver convinto Miles Davis (i cognomi sono solo una coincidenza) a operare la “svolta elettrica”.

Da tempo, Mr. Clive Davis lavora alla Sony con la qualifica di “Chief Operator”.

L’album “Genesis” (stesso titolo del brano in questione) si apre con l’audio di una telefonata in cui il sopracitato “scopritore” esorta Busta a lavorare al nuovo album.

L’album “Genesis” contiene 20 brani e per 19 di questi vengono riportati tutti i dettagli dei campionamenti rintracciabili, citando, correttamente artisti come Pharrel Williams piuttosto che il chitarrista dei Red Hot Chilly Peppers, nonché tutti i soggetti, sound engineer, arrangiatori etc.  cui si deve la registrazione originale. Solo per il brano incriminato, vengono sfacciatamente ignorati Gaetano Ria, tecnico del suono, Claudio Fabi produttore artistico dell’album “Mass Media Stars” da cui è tratta la registrazione e non si fa menzione degli autori e interpreti originali, anzi, J.Dilla firma la musica e Busta Rhymes il testo.

Questo testo, perfettamente comprensibile, anche se la voce di Lanzetti è stata velocizzata, è la prima strofa di “Cosmic Mind Affair”, un testo, in inglese, ricavato da appunti per un racconto originale di fantascienza cui Bernardo ha lavorato dopo la sua esperienza come studente nel Texas, negli anni ’60.

È curioso, ma anche doveroso, segnalare che il brano dell’Acqua Fragile e quello di Busta Rhymes hanno lo stesso editore, la Universal. Contemporaneamente, la Sony, proprietaria delle registrazioni del gruppo italiano, da diversi anni, annovera il rapper statunitense tra i suoi artisti,

Poiché le multinazionali di cui sopra mai hanno voluto collaborare con i loro artisti Bernardo Lanzetti, Piero Canavera e il gruppo Acqua Fragile, si è reso necessario assumere investigatori privati in USA per individuare i recapiti dei numerosi soggetti coinvolti onde far pervenire loro le notifiche.

P.S.: se il Diritto d’Autore vale fino a settant’anni dopo la morte, varrà quando gli autori sono ancora in vita?

Il video che spiega i dettagli...




sabato 20 luglio 2019

Bernardo Lanzetti, la voce potente del rock, di Agnese Priorelli



Bernardo Lanzetti, la voce potente del rock
di Agnese Priorelli

«La musica dovrebbe andare contro il sistema, oggi invece vale più il personaggio che le canzoni che canta. La musica non ha più valore».

Lo abbiamo incontrato a Castiglione del Lago – a Palazzo Pantini Nicchiarelli – in un caldo pomeriggio d’estate. Bernardo Lanzetti, la migliore voce rock degli anni Settanta, dal 2014 vive in Umbria sulle rive del lago Trasimeno: «Mia moglie ha deciso di vivere qui» ci confessa. Seduti su un divano facciamo una bella chiacchierata, ripercorrendo la sua carriera di cantante progressive rock – negli Acqua Fragile, nella Premiata Forneria Marconi e da solista – e bacchettando il mondo della musica di oggi. Tra una domanda e l’altra c’è spazio anche per degli intermezzi musicali: è un piacere ascoltare la sua voce ancora potente e gli acuti che nella stanza risuonano alla perfezione. «Ho ancora la miglior voce in circolazione. Non lo dico io, ma i tecnici delle sale di registrazione» commenta orgoglioso.

Come mai ha deciso di vivere in Umbria?

Non l’ho scelto io, ma mia moglie. Frequentavamo Castiglione del Lago già nel 2010, era la nostra base quando partecipavamo a eventi di progressive rock nel Centro Italia. Poi siamo tornati diverse volte e nell’aprile del 2014 abbiamo deciso di trasferirci.

Ci racconti brevemente – soprattutto per i più giovani – la sua carriera.

Cercherò di essere breve, ma sarà difficile! Ho iniziato a cantare da bambino nel coro della chiesa, spesso mi capitava di cantare da solo, inventandomi le parole. Poi sono andato in America con una borsa di studio e lì ho respirato musica ovunque; nella famiglia che mi ospitava c’era un ragazzo che faceva – e fa tuttora – il musicista, quindi per me è stato abbastanza facile avvicinarmi a questo mondo. Tornato in Italia ho proseguito su questa strada e a 17 anni mi è cambiata la voce in meglio: la mia prima band è stata gli Acqua Fragile – da alcuni anni ci siamo riuniti – poi sono passato alla Premiata Forneria Marconi, con i quali ho debuttato a Tokyo e in tante città del mondo. Lasciata la PFM ho intrapreso una carriera da solista, durante la quale ho inciso quattro album; poi mi sono dedicato al teatro, all’elettronica e a diverse sperimentazioni musicali. Ho scritto pezzi per Loredana Bertè e Ornella Vanoni.

Meglio fare il cantante in un gruppo o è meglio fare il solista?

Io sono nato con l’idea e la voglia di cantare in un gruppo. I gruppi oggi funzionano poco perché sono troppo costosi: portare in giro 5 persone è decisamente dispendioso, è più conveniente una persona sola con musica registrata. Non a caso i gruppi ancora attivi sono nati 30, 40, 50 anni fa.

Quali sono stati i cantanti o i gruppi che hanno influenzato la sua carriera?

Ce ne sono tantissimi. Ray Charles è uno di loro, è stato forse il mio primo maestro. Ho sempre amato i cantanti dei gruppi: dai Beatles ai The Rolling Stones, fino agli Eagles e gli U2. Nei gruppi il cantante non è impegnato solo nel cantare una canzone, ma nel cantare una parte della composizione. Devo dire che ho avuto solo modelli stranieri, non ho nessuna ispirazione italiana. Quando ero bambino ascoltavo Tony Dallara (ride!), ma non ha certo ispirato il mio percorso artistico.

Dal 1975 al 1979 è stata la voce della PFM: ci racconti un aneddoto legato a quel periodo.

Ce ne sono tantissimi. Forse il più divertente è quello del mio arruolamento. Quando mi hanno chiesto di andare a cantare con loro ho preso del tempo per pensarci e loro si sono offesi, mi hanno tolto il saluto e hanno contattato Ivan Graziani, che però ancora non era il cantautore che oggi tutti conosciamo. Mi hanno richiamano dopo sei mesi e sono entrato a far parte del gruppo a tre giorni dall’incisione del disco: le mie tonalità erano altissime – lo sono ancora oggi – così ho fatto il provino cantando con un cuscino davanti alla bocca per paura di infastidire i vicini di casa.

A tal proposito è stata definita la «migliore voce rock degli anni Settanta»: questa definizione la rispecchia?

Io penso di esserlo tuttora! (scherza) Non lo dico io, ma i tecnici in sala di registrazione. Io dopo una, due, tre prove sono pronto per cantare, non mi occorre tanto tempo per prepararmi. Sono cosciente del mio valore e conosco a memoria tutti i pezzi del mio repertorio.

Ho letto che i Genesis, dopo aver perduto Peter Gabriel, avevano preso in considerazione l’ipotesi di invitarla a far parte della band: è vero? L’hanno mai contattata?

L’ho saputo anni dopo. All’epoca non mi fu detto nulla. Steve Hackett, chitarrista dei Genesis e mio amico, in anni recenti ha dichiarato in un’intervista che mi avevano preso in considerazione per entrare nella band. Ecco, è così che l’ho scoperto.

Avrebbe accettato?

Sarei stato sicuramente onorato.

Oggi che musica ascolta?

Ascolto musica solo per lavoro, non la uso mai come sottofondo. Fare musica è un mestiere impegnativo, che non ammette interruzioni, è un processo che assorbe molto.

Pensa di avere degli eredi artistici?

Vorrei, ma non ne vedo. Oggi c’è solo la celebrazione della celebrità. Quando cantavamo noi lo facevamo sempre nel rispetto dei maestri del passato; negli ultimi anni i cantanti pensano invece di essere innovativi, i più bravi da subito e non si rendono conto che se fanno cose belle è perché le copiano dal passato. Inoltre, nei testi di oggi manca spessore, nessuno racconta la propria vita o la propria realtà; non c’è poesia, viene tutto subito dichiarato. A questo punto basta fare un manifesto e comunicare quello che si vuol dire, non occorre più scrivere canzoni. Oggi non conta la produzione ma solo la promozione; insomma, la musica non conta più nulla.

Ha qualche progetto di cui ci vuol parlare?

Abbandonare la musica (scherza). No, ora mi dedico a progetti nuovi come cantare con un’orchestra; ho inoltre finito un album realizzato con musicisti stranieri e poi mi focalizzo sulla ricerca del canto particolare e su quella di una lingua usata in modo poetico. Anche la nostra lingua è in crisi perché adoperiamo non più di 40 parole al giorno, non si riconosce il valore dei poeti del passato e non ci si accorge di quanto si copi. La musica è stata molto importante per la società negli ultimi 100 anni, ora invece non lo è più: non esprime più la realtà di oggi, non è più collegata alla società.

Secondo lei, tutto ciò quando è avvenuto?

È avvenuto quando l’industria musicale ha capito che la massa è ignorante e quindi era inutile dar valore alla musica; quando ha più valore vendere il personaggio, la musica diventa solo un pretesto. Mi spiego: quando i Beatles sono venuti a Milano hanno fatto 3.500 persone, Vasco Rossi ne raduna 180.000 in tre giorni: Vasco vale di più dei Beatles? A questa domanda non rispondo.

Possiamo dire che è solo questione di gusti?

La musica non deve piacere, può anche giocare un ruolo decisivo per mettere in crisi il sistema, non assecondarlo. Oggi ciò non avviene più. L’opera lirica a suo tempo mise in crisi la musica strumentale e Giuseppe Verdi era un artista popolare così come lo è oggi Jovanotti: ma il valore di Verdi è innegabile rispetto alla musica leggera che si ascolta oggi. Inoltre, nella maggior parte dei casi si finge di suonare… nessuno suona più veramente, è tutto registrato. È come andare in fabbrica e fingere di lavorare.

Per finire, come descriverebbe l’Umbria in tre parole?

Dovevo prepararmi a casa… Posso però prendere le parole di Nick Clabburn che ha scritto un testo in cui è citato il lago Trasimeno: «Qua sulle rive del mio lago, il tuo nome è scritto nel silenzio. Che si accenda il cielo, voglio luci nel cielo vuoto questa notte».




sabato 9 marzo 2019

Bernardo Lanzetti, Jonathan Mover e i The Musical Box:un aneddoto che profuma di Genesis...


Jonathan Mover come batterista di... riempimento?
E’ accaduto.
Proviamo a legare le varie entità in gioco.

Jonathan Mover è stato etichettato come il “batterista preferito dai chitarristi”, con collaborazioni stratosferiche nei progetti Marillon, GTR (tra Steve Howe e Steve Hackett) e Alice Cooper.
Dotato di incredibile preparazione tecnica, unita all’estrema professionalità, è considerato uno dei più quotati session man in circolazione.

The Musical Box è una formazione canadese che da 25 anni ripropone, come unica tribute band ufficiale riconosciuta e sostenuta dai Genesis, il repertorio di Peter Gabriel e compagni.
Alla band non manca il supporto degli ex Genesis, che negli anni hanno rivolto alla formazione non poche parole di apprezzamento, condividendo con loro anche il palco: "Non sono solo una tribute band, hanno preso un periodo storico e lo stanno riproducendo fedelmente nello stesso modo in cui qualcun altro realizzerebbe una produzione teatrale", ha dichiarato Phil Collins, mentre Steve Hackett si è così espresso su The Musical Box: "Non riesco ad immaginare nessuna miglior tribute band. Non solo ricreano il suono, ma sono anche visivamente identici. Sembra che per loro niente sia difficile”.

La terza parte è rappresentata da Bernardo Lanzetti, la fermatura del cerchio: Mover è stato uno dei musicisti presenti nel ritorno discografico degli Acqua Fragile e sarà ospite del prossimo album solo di Lanzetti… e lo stesso Bernardo ha cantato on stage nel corso di un concerto di Steve Hackett, il quale ha recentemente dichiarato che quando Peter Gabriel uscì dal gruppo fu vagliata la possibilità di sostituirlo con l’ex PFM… la ruota gira e i poli apparentemente lontani tra di loro si  uniscono.

Ma cosa è accaduto di interessante un paio di giorni fa?
E’ lo stesso Mover a raccontarlo nella sua pagina FB:

“Ero appena tornato a Los Angeles quando vengo contattato per ritornare rapidamente a Boston, città da cui ero partito il giorno prima. Lo scopo? Una missione di… salvataggio, sostituire il batterista di The Musical Box, assente per un’improvvisa defezione. Per chi non avesse familiarità con TMB occorre dire che sono la più grande tribute band dei Genesis, e prendono molto sul serio il concerto, tanto che, come si vede nella foto, il kit che ho suonato è stata la replica esatta (e intendo proprio quella) di ciò che Phil Collins ha usato nei primi anni '70, allestito esattamente come allora - una miscela di gretsch e premier, con tutte le percussioni assortite, fino ai classici piatti "leggeri" dei primi premier... inutile dire che la maggior parte del kit ha oscillato ogni volta che l'ho colpito!
Ad ogni modo ero in volo alle 5:50 di mercoledì mattina verso Boston. Immaginavo che avrei ascoltato e preso appunti durante il percorso, ma si dà il caso che sia stato probabilmente il volo più turbolento che abbia fatto in 20 anni, quelli in cui si sente dire ininterrottamente: "… gli assistenti di volo vi pregano di rimanere nei vostri posti con le cinture allacciate... e strette!". Quindi, nessuno studio dei brani, perchè le mie mani non hanno mai lasciato i braccioli! Finalmente sono atterrato e mi sono immediatamente diretto dall'aeroporto alla sede, nel New Hampshire ... nessuna prova generale.
Sono cresciuto ascoltando e suonando i Genesis, quasi quotidianamente, quindi se c'è qualcuno che conosce Phil e questi brani sono io, e non ho alcun problema a suonare in 7, 9, 13 qualunque tempo sia ... posso anche suonare in 4, ma ricordare tutta quella roba di 40 anni fa, e con la band che l’aveva un pò aggiornata, non era facile, e quindi c'era in ballo una grande sfida. Il mio cervello stava friggendo, e inoltre una cosa è suonare questa musica complicata su un kit di comfort (cioè il mio), è un altra sedersi e "giocare" su uno che non può essere sistemato come lo vorresti, senza essere mancino! Grazie a Dio era solo un set da due ore e mezzo!
A parte questo è stato bellissimo, e abbiamo realizzato un gran concerto davanti a un pubblico fantastico e molto riconoscente.

Beh, ora spero che il loro batterista possa riprendersi rapidamente, ma fino ad allora sono felice di poter apprendere, suonare e rivisitare la mia infanzia musicale con una squadra davvero superba!”.


venerdì 9 dicembre 2016

Greg Lake, Bernardo Lanzetti, Aldo Tagliapietra e Annie Barbazza: 28-11-2012


Il 28 novembre del 2012 Greg Lake iniziava a Piacenza il suo tour italiano, “Songs Of A Lifetime”.

Serata musicale preceduta da una conferenza stampa pomeridiana, in uno scenario solenne e carico di significati. Assieme a Greg e all’organizzatore  e amico Max Marchini, alcune figure importanti del rock italiano - Aldo Tagliapietra, Bernardo Lanzetti e Paolo Tofani.
Concerto serale in piena autonomia, Greg con la sua voce, la chitarra e le basi.
Ma per il bis finale salgono sul palco Bernardo e Aldo, oltre al giovanissimo talento Anna Barbazza, molto apprezzata da Lake.

Il video a seguire è di scarsissima qualità, ma è un bellissimo ricordo, e fa un certo effetto vedere Greg, Aldo, Bernardo e Anna tutti assieme; il brano, manco a dirlo, è “Lucky Man”… 




mercoledì 15 luglio 2015

Bernardo Lanzetti, Martin Barre e la Beggar's Farm a Savignone, di Athos Enrile


Fotografie di Rossana "Zia Ross" Lombardi e Gianfranco Galaverna.


Quando meno te lo aspetti arriva la giornata perfetta.
L’occasione che mi ha portato a Savignone è legata ad un concerto -di artisti che ho ripetutamente visto ed ascoltato- unitamente alla voglia di vedere degli amici con cui condivido le mie passioni: a conti fatti, staccarmi dal mare in cui ero immerso sino a poche ore prima mi ha giovato, perché… non avrei pensato ad un flusso positivo così evidente, una concatenazioni di piccole cose che vale la pena provare a raccontare, col rischio di allargarsi troppo senza essere efficaci. Non è questa quindi la recensione di un concerto, ma la descrizione di stati d’animo e elementi oggettivi che, ne sono certo, ricorderò sempre con estremo piacere.
Ogni bella storia ha un inizio incerto ed un lieto fine, e voglio provare ad inventare il filo conduttore del pomeriggio del 12 luglio 2015, vissuto nell’entroterra genovese.
Arrivo a Busalla nel primo pomeriggio e trovo subito l’Albergo Birra, luogo in cui mi incontrerò con Bernardo Lanzetti. Eh sì, è lui uno dei protagonisti di giornata, l’altro è un certo… Martin Barre.
Nella Hall dell’Hotel la musica dei Jethro Tull accompagna chi sta lavorando, e tutto ciò stimola la mia curiosità che ricade sul gestore, forse mio coetaneo: ma non è lui il fan. Scopro con piacere che l’appassionato è un giovane che, probabilmente, non riuscirà ad assistere al concerto: “Fammi capire… ami i Jethro, hai un pezzo di storia in casa e non lo vai a vedere?”. Mi fa intendere che le ore di lavoro hanno lasciato il segno mentre io, emozionato per aver trovato la “mia” musica dove mai l’avrei cercata, recupero una versione live di Thick as a Brick che ho in auto e gliela regalo, come misero tentativo di compensazione.
Per ora con l’Albergo Birra mi fermo qui.
Savignone è quella che non ti aspetti e il suo status di luogo turistico colpisce immediatamente.
La dimensione è a misura d’uomo, carica di storia, natura e cultura che si sposano alla musica, per effetto di persone sensibili che amano collegare le peculiarità locali ai risvolti artistici che troppo spesso sono solo dedicati alle differenti nicchie.
Certo è che avere sindaco e vicesindaco appassionati di musica progressiva significa tracciare un percorso preciso che, da quanto ho potuto vedere, è apprezzato e condiviso.
Lo spazio dedicato al concerto è all’interno di un parco e il soundcheck fa presagire la performance che sta per arrivare. Ma lo step intermedio prevede una sorta di conferenza stampa all’interno di un palazzo antico, del 1600, e l’assetto quasi familiare che si riesce a raggiungere porterà beneficio allo scambio di interessantissime battute… davanti a noi autentiche memorie storiche che si raccontano in pieno relax, per la gioia dei tanti fan con t-shirt variegate -spesso frutto di un vecchio concerto- con in mano qualche cimelio da presentare alla firma che impreziosirà il CD o il vinile.
Ecco uno stralcio di quanto accaduto:


Dopo una breve sosta di qualità in una stanza adiacente al giardino, con assaggi a base di “rosa”, la cena preconcerto unisce i musicisti agli amici, e la convivialità di persone e luogo spingerebbero ad una sosta ai box molto più lunga.
Non posso non segnalare che una cena con affianco Lanzetti e con di fronte Barre ha dell’inusuale e appaga gli ammalati di musica, come me, o come Antonio Bigotti, il Sindaco di Savignone.


Ma è stata anche l’occasione per rivedere lo zoccolo duro del fan club dei Jethro Tull, ITULLIANS, con in testa al gruppo il presidente Aldo Tagliaferro, il punto di collegamento tra Ian Anderson e i sostenitori italiani, l’unico portatore sano di notizie vere dell’attuale mondo “Jethro Tull”.
Il mio maggior piacere personale ha riguardato l’incontro con Franco Taulino, leader e fondatore della Beggar’s Farm, da qualche tempo impegnato in altre situazioni più importanti, e il rivederlo immerso attivamente nel suo amore primario fornisce la misura dell’importanza della musica e, al contempo, la speranza che esistano soluzioni anche per i casi più complicati: la sua presenza sul palco mi ha dato l’impressione della liberazione dopo un lungo contenimento delle emozioni.
La Beggar’s, sempre lei, la band che realizza i sogni dei tanti musicisti di passaggio, il gruppo che anche questa volta tira fuori dal cilindro il jolly, un giovanissimo chitarrista chiamato a sostituire l’altrettanto giovane Brian Belloni, impegnato a Umbria Jazz; il suo nome è Eric Zanoni (Eric come Clapton, e non è un caso!), che mi confessa come si sia appena avvicinato al prog; sta di fatto che ha appreso la lezione e non sfigura al fianco dei suoi compagni navigati, e non sembra patire l’emozione delle vicinanze illustri.
Un’altra faccia vecchia/nuova è quella di Massimo Faletti, cofondatore della band, ma presente ormai solo nei casi di emergenza, e a giudicare dal “suo” solo in My God l’esercizio sul flauto traverso non è mai venuto a mancare.
E poi un Mauro Mugiati, che nell’occasione si dedica prevalentemente al canto, dando il senso di una squadra al lavoro, fatta di elementi che chiudono i buchi laddove si formano, e mettono a disposizione del gruppo il talento personale. Kenny Valle alle tastiere e Sergio Ponti alla batteria rappresentano le fondamenta e la sicurezza, mentre il basso di Daniele Piglione si defila, ma solo nella posizione on stage, perché il suo tratto ritmico è diventato ormai caratterizzante. Non si è invece defilata Paola Gemma, una vocalist dalle doti canore sorprendenti che ha fatto sentire la sua presenza nonostante sul palco ci fosse, a tratti, il vocalist per eccellenza. Taulino guarda il suo giocattolo da una posizione privilegiata e, al momento giusto, guadagna il posto che gli compete.
Il copione prevede l’intervento massiccio di Martin Barre, con l’intermezzo di Bernardo Lanzetti nel punto centrale, momento in cui entrambi vengono omaggiati con un premio alla carriera, il “Fieschi International Award” e “La Voce Oltre…”.


La scaletta che propongo a seguire evidenzia una discreta trasversalità di epoche e album, ma il focus è Aqualung, da cui vengono estratti 5 pezzi che culminano con la title track, da tutti aspettata. E’ un Barre molto più rock blues del passato “Tull”, ma la libertà rispetto agli schemi antichi gli permette, forse, di dimostrare oggi il suo volto più reale. I suoi assoli infiammano il pubblico e per una paio di ore il tempo pare si sia fermato a epoche musicali davvero felici.
Quando Lanzetti sale sul palco si sente nell’aria l’attesa, la voglia di ascoltare una delle voci più belle mai esistite e lui regala un archetipo del prog, quel A Salty Dog dei Procol Harum che esalta le sue doti canore, la sua estensione vocale, il suo timbro. Come è noto agli addetti ai lavori Bernardo sa tenere il palco come nessun altro, e quando passa al repertorio PFM e propone Chocolate Kings i brividi percorrono i corpi più sensibili.
Ma è con Maestro della Voce, dedicata a Demetrio Stratos, che arriva il coinvolgimento massimo dell’audience, che batte le mani e canta in modo partecipativo.
Il momento della totale comunione arriva nei due bis, quando l’atmosfera diventa rarefatta a seguito di un’Impressioni di Settembre magica, e a seguire la conclusiva Locomotive Breath, che chiude simbolicamente la serata “tulliana”, con tutti  i protagonisti sul palco.
Difficile far capire a parole cosa si prova in queste occasioni, impossibile, forse, decodificare la mia chiosa legata alla giornata perfetta, ma sono certo che i presenti all’evento si ritroveranno, almeno in parte in parte, nella mia descrizione.
Il filmato a seguire potrà forse chiarire cosa è accaduto sul palco di un parco fantastico, a Savignone, il 12 luglio 2015.


Ed ora quello che io spero sia stato il lieto fine per l’amico conosciuto poche ore prima all’Albergo Birra, probabilmente ignaro che Martin Barre avrebbe pernottato proprio in quel luogo.
E’ ormai la una del mattino quando accompagniamo i due premiati in hotel, e mentre varcano la soglia non posso fare a meno di pensare alla sorpresa che qualcuno troverà la mattina successiva, quando forse porterà un cappuccino ad uno dei suoi miti, che, almeno per una notte ha condiviso con lui lo stesso tetto.
Piccole soddisfazioni che colorano la vita! A me piace pensarla così.

venerdì 25 luglio 2014

"Radio Far East", Bernardo Lanzetti, dall'album "Eclecticlanz (2008)


La Storia

Sì, ho registrato questo pezzo per la prima volta 10 anni fa per inserirlo nel mio Album “I Sing The Voice Impossibile”.
All'epoca aveva un titolo diverso ma molto simile ed il testo era interamente in inglese. Per la verità la scrittura musicale risale addirittura a 20 anni fa ed il brano è così importante per me che è un piacere riaverlo qui. Infatti, durante tutti questi anni, ho lavorato a questa sorta di video clip realizzato assemblando centinaia di fotogrammi diversi ottenuti da un'unica fotografia!
Una porzione di un particolare fotogramma chiamato Kaleydo è stato usato per una stampa “all over” su speciali tessuti. Questi tessuti sono serviti per confezionare abiti femminili per una speciale collezione primavera /estate 2008 ed in seguito, Kaleydo, insieme a Watergirl, è diventato la CD Fashion Jacket, ovvero la copertina del CD che è uno degli argomenti fondamentali del Concept & Code di questo progetto.
Il nuovo testo in italiano, mentre da un lato mantiene l'ascoltatore in un ambiente simile alla prima versione, la storia di un rifugiato “di alta classe” nell'Estremo Oriente, dall'atro riecheggia una certa filosofia del made in Italy.
Desidero far notare come questo pezzo sia ancora molto innovativo e come la combinazione polimetrica sottolineata dall'arrangiamento di Dario Mazzoli e del sottoscritto, pur risuonando di facile presa, nasconda in realtà una singolare complessità.


Il Testo

HELLO, IT'S RADIO FAR EAST
STAND BY, AEEH YAEEH YAEEH
I'M FACING THE PLASMA SCREEN
RATING WILL GO UP
PAST THE RAILWAY
THE FLAG STILL'S THERE
I'M DOIN' UP MY TIE
'CAUSE ONE NEVER KNOWS
HERE WE ARE IN THE FUTURE
BUT WHO KNOWS WHERE YOU ARE
I CAN PICTURE OUT
THIS HEART OF MINE STANDIN' WAY TOO FAR AWAY
YOU ARE THE QUEEN OF YOUR ANCIENT WORLD
WHILE I'M HERE UNDER A STRANGE SKY
TRYING TO FORGET YOU
I MUST PRETEND WHAT IS NOT TRUE
THERE ARE NOT IDENTICAL LIVES
AND LOVE IS JUST NOWHERE LAND
HELLO, IT'S RADIO FAR EAST
STAND BY, AEEH YAEEH YAEEH
I'VE DONE THE ATLAS COMPLETELY
JUST TO GET HERE
I GOT A TABLE AT THIS RESTAURANT
AND I GOT A NEW IDENTITY
I CAN PICUTRE OUT …..
HELLO, IT'S RADIO FAR EAST
STAND BY, AEEH YAEEH YAEEH
I' VE BEEN DATIN' A FEW GIRLS
BUT NO ONE IS LIKE YOU
YOU KNOW OFTEN I WONDER
WHAT I'M DOING HERE AND WHY
HELLO, IT'S RADIO FAR EAST
STAND BY, AEEH YAEEH YAEEH


Traduzione

HELLO, IT'S RADIO FAR EAST
STAND BY, AIH IAH IAIH
GUARDO LO SCHERMO AL PLASMA
L'INDICE SALIRA'
OLTRE LA FERROVIA
LA BANDIERA E' ANCORA LA'
MI METTO LA CRAVATTA
PERCHE' NON SI SA MAI
QUI SIAMO NEL FUTURO
TU CHISSA' DOVE SARAI
POSSO IMMAGINARE CHE
QUESTO CUORE SIA GIA' TROPPO LONTANO
TU REGINA DEL TUO VECCHIO MONDO
IO SOTTO QUESTO CIELO STRANO
PER DIMENTICARE TE
DEVO FINGERE CHE NON SIA VERO
CHE NON ESISTONO DUE VITE UGUALI
E L'AMORE E' TERRA DI NESSUNO
HELLO, IT'S RADIO FAR EAST
STAND BY, AIH IAH IAIH
HO FATTO TUTTO L'ATLANTE
E SON GIUNTO FINO QUA
HO UN TAVOLO AL RISTORANTE
E UNA NUOVA IDENTITA'
POSSO IMMAGINARE CHE…..
HELLO, IT'S RADIO FAR EAST
STAND BY, AIH IAH IAIH
VEDO QUALCHE RAGAZZA
MA NESSUNA E' COME TE
SAI SPESSO MI DOMANDO
CHE CI FACCIO QUI E PERCHE'
HELLO, IT'S RADIO FAR EAST

STAND BY, AIH IAH IAIH

lunedì 21 luglio 2014

"Romance", Bernardo Lanzetti, dall'album "Eclecticlanz




Romance

Quando per la prima volta ascoltai l’amica Cristina Bersanelli accennare questo brano  al pianoforte ne fui immediatamente ipnotizzato.

Mi fu anche raccontato dei salotti di Parigi frequentati dal grande Artista, ambienti dove l’oppio e l’assenzio testimoniavano l’influenza dell’estremo oriente.

Ho voluto rivisitare questo componimento, in qualche modo immaginando di affidare, ad ogni dito della mano del pianista, uno strumento diverso.

Pier Vigolini ha suonato tutte le parti e Valentina Lanzetti, esperta di comunicazioni e della lingua francese nonché mia figlia, mi ha aiutato nella pronuncia.

Ho ritagliato in striscioline le parti singole dello spartito e le ho assemblate come “Reperto di Poesia Visiva”.

Il fiammifero acceso all’introduzione potrebbe essere quello del Maestro stesso.

Bernardo Lanzetti