Ciò che mi appresto a
scrivere è a mero appannaggio di quelle 13 persone + 2 (commensali
e ritardatari) che hanno contribuito alla riuscita di una serata piacevole. A
nessun altro interesserà, ma sono certo che a quei 13+2 farà piacere avere la
“registrazione” di una attimo di vita piacevole.
Le settimane volano via con
grande rapidità, e spesso ci stupiamo del fatto che sia già venerdì, mentre
eravamo sicuri di essere a metà settimana. Presi dalla routine capita di avere
lunghi periodi, seppur sereni, senza niente di significativo da ricordare. Ma
per avere un’impennata di soddisfazione non si deve necessariamente scalare una
montagna, e forse una cena improvvisata tra amici può sortire un grande
effetto; se poi il gruppo è omogeneo negli interessi si realizza al 100% lo
scopo della “riunione”, perché sarà un momento di perfetto scambio sociale.
Per una magica combinazione
astrale, Bernardo Lanzetti mi avvisa, a inizio settimana, che
transiterà da Savona diretto verso il ponente ligure. Me lo aveva promesso
da tempo, ma non credevo potesse davvero accadere... troppi gli impegni. In
poco tempo cerco di metter su una “serata di chiacchiera”
con amici, gli stessi con cui cinque giorni prima dicevamo:”... dovremmo
organizzare una reunion… da troppo tempo non lo facciamo”.
Tutto avremmo pensato, domenica
scorsa, tranne che passare qualche ora con Lanzetti e consorte.
Ci conosciamo da un po’, io
e Bernardo, e ne sono particolarmente felice perché le sue caratteristiche
personali non sono comuni. Inutile soffermarsi sulle qualità canore di un
cantante rock (riduttivo inserirlo in una categoria specifica) riconosciuto
unanimemente come straordinario, ma ciò che colpisce tutti quelli che hanno
modo di parlargli, anche solo una volta, è la sua semplicità, la sua voglia di
entrare in sintonia con qualsiasi fan, il piacere del confronto e del racconto
personale. Sarebbe bello scrivere un libro dei sui trascorsi, e non è detto che
un giorno non si riesca a farlo.
Anche ieri sera è avvenuta
l’alchimia e Bernardo ( e Amneris) è immediatamente entrato in sintonia con
persone poco o per niente conosciute. I suoi aneddoti sulle tournèe negli USA o
in Giappone calamitano facilmente l’attenzione dell’audience, formata da
musicisti e musicofili, ma la cosa che alla fine emerge è che un semplicissimo
momento di incontro, come ce ne capita uno a settimana, si è trasformato in
qualcosa di speciale, da album dei ricordi, e probabilmente non solo per noi
indigeni.
Stessa cosa a fine serata,
quando nel mitico pub Van Der Graaf di Fabrizio Cruciani si uniscono i “+
2” segnalati a inizio post. Una bevuta e un coro finale che sono sicuro anche
Bernardo gradirà rivedere.
E’ passata la mezzanotte
quando ripercorriamo i vicoli della città vecchia, costeggiamo la darsena e
raggiungiamo l’auto al Priamar, un percorso obbligato che, nonostante il buio
risulterà piacevole, e potrebbe riportare Bernardo a Savona, con o senza
musica.
A proposito di progetti,
ecco qualche novità che lo rigurada...
Il comunicato ufficiale.
Una nuova Band
Cavalli Cocchi, Lanzetti,
Roversi, hanno attraversato la musica italiana degli ultimi
quarant’anni lasciando la propria impronta in storie dai nomi illustri.
CSI, Ligabue, Clan Destino, Acqua Fragile, PFM,
Mangala Vallis, Moongarden, Zamboni, insieme a collaborazioni con artisti come
David JAckson e Judge Smith (Van Der Graaf Generator), Ivano Fossati, Clive
Bunker (Jethro Tull), John Wetton (King Crimson) sono tappe di un viaggio che
oggi li ha fatti incontrare in questo nuovo progetto, come l’energia di tre
torrenti che converge in un unico grande fiume.
In questo album che porta i loro nomi, si assaporano i
modi e i mondi di tre musicisti dalla forte personalità, che hanno dato vita ad
una creatura che attraversa i generi trasversalmente, li rende liquidi, per poi
rinominarli in un nuovo metallo prezioso.
Nove tracce raffinatissime dove la filosofia di un
suono e di timbriche precise, sono l’elemento che contrassegna l’intero lavoro.
Nessuna chitarra elettrica, nessuna concessione
all’elettronica, ed una scelta rigorosa che privilegia le atmosfere acustiche:
l’inconfondibile ed ancor più sorprendente voce di Lanzetti, le tessiture
ritmiche di Cavalli Cocchi, che ha ottenuto il suono della sua batteria
utilizzando pelli, accordature e bacchette frutto di una precisa ricerca, il pianoforte
più classico e le affascinanti sonorità del Mellotron (utilizzando uno
strumento restaurato degli anni 70) e del Chapman Grand Stick dei quali Roversi
è maestro.
Le nove tracce del loro album di debutto vedono la
presenza di altrettanti chitarristi di fama nazionale e internazionale, che
hanno utilizzato solo sei corde acustiche e classiche, una scelta questa, che
sublima e completa il concept di questo disco.
L’uscita di “CCLR” è prevista per i primi mesi del
2011.
Considerazioni di Bernardo
Lanzetti sul suo percorso musicale fino a CCLR.
E’ indubbio che la maniera per comporre, arrangiare e
produrre un brano musicale nonché le modalità della sua registrazione su
supporto fonografico rivelino la natura stessa del prodotto artistico in
oggetto.
IL compositore a vergare il foglio di musica,
l’artista al pianoforte, il cantautore alla chitarra, il gruppo riunito attorno
al mixer con l’ingegnere del suono, il contemporaneo sempre di fronte allo
schermo di un computer, sono figure diventate ormai familiari ma meno
conosciuto è il vero rapporto tra questi metodi ed il risultato.
Se andiamo oltre il fatto che oggi si tratta solo di
“canzoni e personaggi”, possiamo ancora avere la fortuna di rileggere il
passato o farci sorprendere da una innovazione pur sottile ed inafferrabile
nello stratificare di frullati e croste di suono quotidiano.
Per la mia esperienza e conoscenza, l’artista
innovativo, colui che inventa i generi, o meglio ancora li attraversa, è
certamente in grado di uscire dagli schemi e rientrarvi a piacere senza
condizionamenti di sorta.
Esistono “Corsi di Composizione” e “Scuole per
Cantautori”, metodi per il “Fai da Te” ed il famigerato “Copia/Incolla”.
Ritengo sia importante conoscerli quanto trasgredire alle loro regole e
precedenti.
Per tutta la prima metà degli anni ’70, riecheggiando
la musica classica ed il jazz, ha risuonato la “potenza dello strumentale”
ovvero la canzone diventava improvvisamente stretta se non risibile,
l’accompagnamento gareggiava con il canto per la supremazia all’interno
dell’opera sonora.
Ecco, le tecniche che usavo ai tempi dell’Acqua
Fragile, quelle che senza malizia si imparavano, in modo istintivo, un
po’arruffato, dai maestri d’oltremanica e d’oltreoceano, si rivelano
strategiche anche con CCLR.
Nell’attesa dell’album accontentiamoci del coro da
strada che, in una fredda sera di gennaio, ha attirato "larga fetta" della
popolazione cittadina nella centralissima via Mistrangelo.