venerdì 31 luglio 2015
martedì 28 luglio 2015
ECLECTICLANZ: UN PO’ DI STORIA
ECLECTICLANZ si propone come prodotto
artistico di singolare concezione e realizzazione.
Dipinti, disegni,
opere grafiche, fotografiche e video realizzati da Bernardo Lanzetti stesso sono stati
abbinati a sue musiche, testi ed arrangiamenti.
Due di queste opere
sono state anche editate e stampate “all over”su tessuti diversi.
Con questi tessuti
la “Teatro Dei Sogni” ha confezionato abiti femminili per una originale
collezione Spring/Summer 2008.
Questi stessi
tessuti, stampati, cantati ed indossati sono diventati infine la “CD Fashion
Jacket” ovvero l’originalissima copertina/confezione del CD stesso.
Per le tecniche di
lavorazione e dei tessuti ed i meccanismi della moda, ogni copertina di
ECLECTICLANZ è diversa ed unica!
L’Album raccoglie
14 composizioni dell’artista più una nuova versione di un brano del compositore
classico francese C.Debussy .
Bernardo canta i
suoi testi originali in Inglese, Italiano, Francese, Spanglish
(Spagnolo/Inglese) e addirittura in Greco antico, utilizzando un’estensione
vocale di quasi tre ottave!
Generi diversi
quali Rock d’Avanguardia, Classica, Pop, Metal, Progressive, Dance-Rock,
Sinfonica, Classica-Contemporanea ed addirittura un Tango sono rintracciabili
nel CD.
Strumentazione
vintage e sperimentazioni di voce ed elettronica, realizzate nell’arco di 20
anni, sono diventate materiale sonoro inglobato dal lavoro di ulteriori 8
arrangiatori rivelandosi, come l’artista stesso li definisce,
“arcaeological finds of the future” ovvero “reperti archeologici del futuro”.
Le modalità, i
contenuti e le implicazioni di ECLECTICLANZ possono essere intesi come un
“Concept & Code” ovvero un prodotto artistico a tema con un suo originale codice.
All'interno del blog si potrà conoscere i dettagli e ascoltare tutti i brani...
lunedì 27 luglio 2015
Bernardo Lanzetti:"Call Me Alias", from album "Eclecticlanz"
La Storia
Call Me Alias
Uno dei miei
pezzi preferiti!
Già inciso
con i Mangala Vallis, trascinato da potenti armonie vocali, il brano viene
portato a nuova vita.
Una nuova
ambientazione sofisticata creata dal piano di Pier Violini.
Chitarra elettrica
e slide di Nicky Milazzo in
rappresentanza della MV band.
Bernardo Lanzetti
CALL ME
ALIAS
(Cattini,
Consolini, Cavalli Cocchi, Lanzetti)
CALL ME ALIAS
WON’T YOU
FORGET ABOUT
JOE, HARRY AND JANE
JUST YOU AND I CAN PLAY THE GLASS GAME
CALL ME ALIAS
OH PLEASE
COME WHISPER
INTO MY EAR
SO THAT WE
PER-TO-PEER
HIDE AND REVEAL WHAT WE ARE
CALL ME ALIAS
ONCE MORE
DO MIRROR ME
RIGHT IN BETWEEN
YOU KNOW WHAT I MEAN
WE’LL BE KING AND SUPER QUEEN
YOU AND I
WHY DON’T YOU STAY
WE’LL MELT AWAY
THE HURT INSIDE
PART AND
COLLIDE
EVERYDAY
Traduzione
CHIAMAMI CON
UN FALSO NOME
NON
VORRESTI?
DIMENTICA
JOE, HARRY E JANE
SOLO TU ED
IO POSSIAMO FARE IL GIOCO DELLO SPECCHIO
CHIAMAMI CON
UN FALSO NOME
OH, PER
FAVORE
VIENI A
SUSSURRARE
NEL MIO
ORECCHIO
COSI’ CHE NOI,
“PEER-TO-PEER,
SI POSSA
NASCONDERE E RIVELARE CIO’ CHE SIAMO
CHIAMAMI CON
UN FALSO NOME
ANCORA UNA
VOLTA
FAMMI DA
SPECCHIO
ESATTAMENTE
NEL MEZZO
SAI COSA
INTENDO
SAREMO RE E
SUPER REGINA
TU ED IO
PERCHE’ NON
RIMANI?
NOI
SCIOGLIEREMO VIA
IL DOLORE CHE
C’E DENTRO
LASCIANDOCI
ED INCONTRANDOCI
OGNI GIORNO
domenica 26 luglio 2015
Bernardo Lanzetti: "La Canzone Segreta", dall'album "Eclecticlanz"
La Storia
La Canzone Segreta
Una canzone semplice con un testo
forte!
Avevo chiesto ad altri musicisti di trovare un arrangiamento
adatto ma mi rendevo conto che, ogni volta, la batteria, invece di sottolineare
la drammaticità delle parole, le mortificava presentandole come un evento di
“musica leggera”.
Forse la “musica italiana” non ha ancora trovato il giusto
referente nella strumentazione ritmica ed è per questo che ho preferito una
batteria incompleta.
Il finale è ispirato a quei momenti iniziali in sala prove
quando uno, in questo caso il chitarrista, si mette a suonare, molto ispirato,
senza curarsi del resto della band che, magari ancora alle prese con i cavi o
l’accordatura, da parte sua accenna una linea di intesa per staccarsi poi
distratta creando di fatto meravigliosi vuoti di comunicazione.
Bernardo Lanzetti
LA CANZONE
SEGRETA
(B.Lanzetti)
AFFONDO IL MIO CUCCHIAIO
FINO AL FONDO DI ME STESSO
DOVE SONO L’INNOCENTE
DOVE SONO REO CONFESSO
NE SERVO UNA PORZIONE
SU UN PIATTO IMMACOLATO
E LEGGO TRA LE NOTE
DI UN RIGO TORMENTATO
A-AH, A-AH, LA CANZONE MIA SEGRETA
SUL VELLUTO COME SETA
A-AH, A-AH, LA CANZONE MIA SEGRETA
TRASPARENDO SE NE VA
QUATTRO ACCORDI DISPERATI
E UN CANTO UN PO’ SCONNESSO
DICE COSE, COSE
sabato 25 luglio 2015
Bernardo Lanzetti ospite a Jam TV di Ezio Guaitamacchi: Bob Dylan e ... "Like A Rolling Stones"
JAM TV Live in studio@CPM
"50 anni di Like A Rolling Stone (1965-2015)"
L'omaggio di Bernardo Lanzetti
Jam TV - Il 25 luglio
1965 Bob Dylan sale sul palco del Newport Folk Festival e attacca il suo jack
all'amplificatore. La storia del rock da quel momento non sarà più la stessa.
Il set di un quarto
d'ora, che sconvolge i puristi e affascina il pubblico, si conclude con Like A
Rolling Stone, brano più importante della storia del rock secondo la critica
mondiale.
A distanza di 50 anni
da quell'evento, Bernardo Lanzetti, già leader degli Acqua Fragile e vocalist
della PFM, ci esegue una sua versione del brano e ci racconta anche quando l'ha
ascoltato per la prima volta...
Articolo originale
presente al seguente link:
giovedì 23 luglio 2015
domenica 19 luglio 2015
venerdì 17 luglio 2015
giovedì 16 luglio 2015
mercoledì 15 luglio 2015
Bernardo Lanzetti, Martin Barre e la Beggar's Farm a Savignone, di Athos Enrile
L’occasione che mi ha
portato a Savignone
è legata ad un concerto -di artisti che ho ripetutamente visto ed ascoltato- unitamente
alla voglia di vedere degli amici con cui condivido le mie passioni: a conti
fatti, staccarmi dal mare in cui ero immerso sino a poche ore prima mi ha
giovato, perché… non avrei pensato ad un flusso positivo così evidente, una
concatenazioni di piccole cose che vale la pena provare a raccontare, col
rischio di allargarsi troppo senza essere efficaci. Non è questa quindi la
recensione di un concerto, ma la descrizione di stati d’animo e elementi
oggettivi che, ne sono certo, ricorderò sempre con estremo piacere.
Ogni bella storia ha
un inizio incerto ed un lieto fine, e voglio provare ad inventare il filo
conduttore del pomeriggio del 12 luglio
2015, vissuto nell’entroterra genovese.
Arrivo a Busalla nel
primo pomeriggio e trovo subito l’Albergo
Birra, luogo in cui mi incontrerò con Bernardo Lanzetti. Eh sì, è lui uno dei protagonisti
di giornata, l’altro è un certo… Martin Barre.
Nella Hall dell’Hotel
la musica dei Jethro Tull accompagna
chi sta lavorando, e tutto ciò stimola la mia curiosità che ricade sul gestore,
forse mio coetaneo: ma non è lui il fan. Scopro con piacere che
l’appassionato è un giovane che, probabilmente, non riuscirà ad assistere al
concerto: “Fammi capire… ami i Jethro,
hai un pezzo di storia in casa e non lo vai a vedere?”. Mi fa intendere che
le ore di lavoro hanno lasciato il segno mentre io, emozionato per aver trovato
la “mia” musica dove mai l’avrei cercata, recupero una versione live di Thick as a Brick che ho in auto e gliela
regalo, come misero tentativo di compensazione.
Per ora con l’Albergo
Birra mi fermo qui.
Savignone è quella che non ti aspetti e il suo status di luogo turistico colpisce
immediatamente.
La dimensione è a
misura d’uomo, carica di storia, natura e cultura che si sposano alla musica,
per effetto di persone sensibili che amano collegare le peculiarità locali ai
risvolti artistici che troppo spesso sono solo dedicati alle differenti
nicchie.
Certo è che avere
sindaco e vicesindaco appassionati di musica progressiva significa tracciare un
percorso preciso che, da quanto ho potuto vedere, è apprezzato e condiviso.
Lo spazio dedicato al
concerto è all’interno di un parco e il soundcheck fa presagire la performance
che sta per arrivare. Ma lo step intermedio prevede una sorta di conferenza
stampa all’interno di un palazzo antico, del 1600, e l’assetto quasi familiare
che si riesce a raggiungere porterà beneficio allo scambio di interessantissime
battute… davanti a noi autentiche memorie storiche che si raccontano in pieno
relax, per la gioia dei tanti fan con t-shirt variegate -spesso frutto di un vecchio
concerto- con in mano qualche cimelio da presentare alla firma che impreziosirà
il CD o il vinile.
Ecco uno stralcio di
quanto accaduto:
Dopo una breve sosta
di qualità in una stanza adiacente al giardino, con assaggi a base di “rosa”,
la cena preconcerto unisce i musicisti agli amici, e la convivialità di persone
e luogo spingerebbero ad una sosta ai box molto più lunga.
Ma è stata anche
l’occasione per rivedere lo zoccolo duro del fan club dei Jethro Tull,
ITULLIANS, con in testa al gruppo il presidente Aldo Tagliaferro, il punto di collegamento tra Ian Anderson e i sostenitori
italiani, l’unico portatore sano di notizie vere dell’attuale mondo “Jethro
Tull”.
Il mio maggior piacere
personale ha riguardato l’incontro con Franco
Taulino, leader e fondatore della Beggar’s Farm, da qualche tempo impegnato in altre
situazioni più importanti, e il rivederlo immerso attivamente nel suo amore
primario fornisce la misura dell’importanza della musica e, al contempo, la
speranza che esistano soluzioni anche per i casi più complicati: la sua
presenza sul palco mi ha dato l’impressione della liberazione dopo un lungo
contenimento delle emozioni.
La Beggar’s, sempre
lei, la band che realizza i sogni dei tanti musicisti di passaggio, il gruppo
che anche questa volta tira fuori dal cilindro il jolly, un giovanissimo
chitarrista chiamato a sostituire l’altrettanto giovane Brian Belloni,
impegnato a Umbria Jazz; il suo nome è Eric
Zanoni (Eric come Clapton, e non è un caso!), che mi confessa come si sia
appena avvicinato al prog; sta di fatto che ha appreso la lezione e non sfigura
al fianco dei suoi compagni navigati, e non sembra patire l’emozione delle
vicinanze illustri.
Un’altra faccia
vecchia/nuova è quella di Massimo
Faletti, cofondatore della band, ma presente ormai solo nei casi di
emergenza, e a giudicare dal “suo” solo in My
God l’esercizio sul flauto traverso non è mai venuto a mancare.
E poi un Mauro Mugiati, che nell’occasione si
dedica prevalentemente al canto, dando il senso di una squadra al lavoro, fatta
di elementi che chiudono i buchi laddove si formano, e mettono a disposizione
del gruppo il talento personale. Kenny
Valle alle tastiere e Sergio Ponti
alla batteria rappresentano le fondamenta e la sicurezza, mentre il basso di Daniele Piglione si defila, ma solo
nella posizione on stage, perché il suo tratto ritmico è diventato ormai caratterizzante.
Non si è invece defilata Paola Gemma,
una vocalist dalle doti canore sorprendenti che ha fatto sentire la sua
presenza nonostante sul palco ci fosse, a tratti, il vocalist per eccellenza. Taulino guarda il suo giocattolo da una
posizione privilegiata e, al momento giusto, guadagna il posto che gli compete.
La scaletta che
propongo a seguire evidenzia una discreta trasversalità di epoche e album, ma
il focus è Aqualung, da cui vengono
estratti 5 pezzi che culminano con la title track, da tutti aspettata. E’ un
Barre molto più rock blues del passato “Tull”, ma la libertà rispetto agli
schemi antichi gli permette, forse, di dimostrare oggi il suo volto più reale.
I suoi assoli infiammano il pubblico e per una paio di ore il tempo pare si sia
fermato a epoche musicali davvero felici.
Quando Lanzetti sale
sul palco si sente nell’aria l’attesa, la voglia di ascoltare una delle voci
più belle mai esistite e lui regala un archetipo del prog, quel A Salty Dog dei Procol Harum che esalta
le sue doti canore, la sua estensione vocale, il suo timbro. Come è noto agli
addetti ai lavori Bernardo sa tenere il palco come nessun altro, e quando passa
al repertorio PFM e propone Chocolate
Kings i brividi percorrono i corpi
più sensibili.
Ma è con Maestro della Voce, dedicata a Demetrio
Stratos, che arriva il coinvolgimento massimo dell’audience, che batte le mani
e canta in modo partecipativo.
Il momento della totale comunione arriva nei due bis, quando l’atmosfera diventa
rarefatta a seguito di un’Impressioni di
Settembre magica, e a seguire la conclusiva Locomotive Breath, che chiude simbolicamente la serata “tulliana”,
con tutti i protagonisti sul palco.
Difficile far capire a
parole cosa si prova in queste occasioni, impossibile, forse, decodificare la
mia chiosa legata alla giornata perfetta, ma sono certo che i presenti
all’evento si ritroveranno, almeno in parte in parte, nella mia descrizione.
Il filmato a seguire
potrà forse chiarire cosa è accaduto sul palco di un parco fantastico, a
Savignone, il 12 luglio 2015.
Ed ora quello che io
spero sia stato il lieto fine per l’amico conosciuto poche ore prima
all’Albergo Birra, probabilmente ignaro che Martin Barre avrebbe pernottato
proprio in quel luogo.
E’ ormai la una del
mattino quando accompagniamo i due premiati in hotel, e mentre varcano la
soglia non posso fare a meno di pensare alla sorpresa che qualcuno troverà la
mattina successiva, quando forse porterà un cappuccino ad uno dei suoi miti,
che, almeno per una notte ha condiviso con lui lo stesso tetto.
Piccole soddisfazioni
che colorano la vita! A me piace pensarla così.
mercoledì 1 luglio 2015
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