martedì 28 luglio 2015

ECLECTICLANZ: UN PO’ DI STORIA


ECLECTICLANZ si propone come prodotto artistico di singolare concezione e realizzazione.
Dipinti, disegni, opere grafiche, fotografiche e video realizzati da Bernardo Lanzetti stesso sono stati abbinati a sue musiche, testi ed arrangiamenti.
Due di queste opere sono state anche editate e stampate “all over”su tessuti diversi.
Con questi tessuti la “Teatro Dei Sogni” ha confezionato abiti femminili per una originale collezione Spring/Summer 2008.
Questi stessi tessuti, stampati, cantati ed indossati sono diventati infine la “CD Fashion Jacket” ovvero l’originalissima copertina/confezione del CD stesso.
Per le tecniche di lavorazione e dei tessuti ed i meccanismi della moda, ogni copertina di ECLECTICLANZ è diversa ed unica!
L’Album raccoglie 14 composizioni dell’artista più una nuova versione di un brano del compositore classico francese C.Debussy .
Bernardo canta i suoi testi originali in Inglese, Italiano, Francese, Spanglish (Spagnolo/Inglese) e addirittura in Greco antico, utilizzando un’estensione vocale di quasi tre ottave!
Generi diversi quali Rock d’Avanguardia, Classica, Pop, Metal, Progressive, Dance-Rock, Sinfonica, Classica-Contemporanea ed addirittura un Tango sono rintracciabili nel CD.
Strumentazione vintage e sperimentazioni di voce ed elettronica, realizzate nell’arco di 20 anni, sono diventate materiale sonoro inglobato dal lavoro di ulteriori 8 arrangiatori rivelandosi, come l’artista stesso li definisce, “arcaeological finds of the future” ovvero “reperti archeologici del futuro”.
Le modalità, i contenuti e le implicazioni di ECLECTICLANZ possono essere intesi come un “Concept & Code” ovvero un prodotto artistico a tema  con un suo originale codice.

All'interno del blog si potrà conoscere i dettagli e ascoltare tutti i brani...


lunedì 27 luglio 2015

Bernardo Lanzetti:"Call Me Alias", from album "Eclecticlanz"




La Storia

Call Me Alias

Uno dei miei pezzi preferiti!

Già inciso con i Mangala Vallis, trascinato da potenti armonie vocali, il brano viene portato a nuova vita.

Una nuova ambientazione sofisticata creata dal piano di Pier Violini.

Chitarra elettrica e slide di Nicky Milazzo in rappresentanza della MV band.

 Bernardo Lanzetti

 

CALL ME ALIAS
(Cattini, Consolini, Cavalli Cocchi, Lanzetti)


CALL ME ALIAS
WON’T YOU
FORGET ABOUT
JOE, HARRY AND JANE
JUST YOU AND I CAN PLAY THE GLASS GAME

CALL ME ALIAS
OH PLEASE
COME WHISPER
INTO MY EAR
SO THAT WE
PER-TO-PEER
HIDE AND REVEAL WHAT WE ARE

CALL ME ALIAS
ONCE MORE
DO MIRROR ME
RIGHT IN BETWEEN
YOU KNOW WHAT I MEAN
WE’LL BE KING AND SUPER QUEEN
YOU AND I

WHY DON’T YOU STAY
WE’LL MELT AWAY
THE HURT INSIDE
PART AND COLLIDE
EVERYDAY


Traduzione

CHIAMAMI CON UN FALSO NOME
NON VORRESTI?
DIMENTICA JOE, HARRY E JANE
SOLO TU ED IO POSSIAMO FARE IL GIOCO DELLO SPECCHIO

CHIAMAMI CON UN FALSO NOME
OH, PER FAVORE
VIENI A SUSSURRARE
NEL MIO ORECCHIO
COSI’ CHE NOI,
“PEER-TO-PEER,
SI POSSA NASCONDERE E RIVELARE CIO’ CHE SIAMO

CHIAMAMI CON UN FALSO NOME
ANCORA UNA VOLTA
FAMMI DA SPECCHIO
ESATTAMENTE NEL MEZZO
SAI COSA INTENDO
SAREMO RE E SUPER REGINA
TU ED IO

PERCHE’ NON RIMANI?
NOI SCIOGLIEREMO VIA
IL DOLORE CHE C’E DENTRO
LASCIANDOCI ED INCONTRANDOCI

OGNI GIORNO



domenica 26 luglio 2015

Bernardo Lanzetti: "La Canzone Segreta", dall'album "Eclecticlanz"


La Storia

La Canzone Segreta

Una canzone semplice con un testo forte!

Avevo chiesto ad altri musicisti di trovare un arrangiamento adatto ma mi rendevo conto che, ogni volta, la batteria, invece di sottolineare la drammaticità delle parole, le mortificava presentandole come un evento di “musica leggera”.

Forse la “musica italiana” non ha ancora trovato il giusto referente nella strumentazione ritmica ed è per questo che ho preferito una batteria incompleta.

Il finale è ispirato a quei momenti iniziali in sala prove quando uno, in questo caso il chitarrista, si mette a suonare, molto ispirato, senza curarsi del resto della band che, magari ancora alle prese con i cavi o l’accordatura, da parte sua accenna una linea di intesa per staccarsi poi distratta creando di fatto meravigliosi vuoti di comunicazione.

 Bernardo Lanzetti


LA CANZONE SEGRETA
(B.Lanzetti)


AFFONDO IL MIO CUCCHIAIO
FINO AL FONDO DI ME STESSO
DOVE SONO L’INNOCENTE
DOVE SONO REO CONFESSO

NE SERVO UNA PORZIONE
SU UN PIATTO IMMACOLATO
E LEGGO TRA LE NOTE
DI UN RIGO TORMENTATO
A-AH, A-AH, LA CANZONE MIA SEGRETA
SUL VELLUTO COME SETA
A-AH, A-AH, LA CANZONE MIA SEGRETA
TRASPARENDO SE NE VA

QUATTRO ACCORDI DISPERATI
E UN CANTO UN PO’ SCONNESSO
DICE COSE, COSE

INCONFESSABILI A ME STESSO


sabato 25 luglio 2015

Bernardo Lanzetti ospite a Jam TV di Ezio Guaitamacchi: Bob Dylan e ... "Like A Rolling Stones"



JAM TV Live in studio@CPM

"50 anni di Like A Rolling Stone (1965-2015)"
L'omaggio di Bernardo Lanzetti

Jam TV - Il 25 luglio 1965 Bob Dylan sale sul palco del Newport Folk Festival e attacca il suo jack all'amplificatore. La storia del rock da quel momento non sarà più la stessa.
Il set di un quarto d'ora, che sconvolge i puristi e affascina il pubblico, si conclude con Like A Rolling Stone, brano più importante della storia del rock secondo la critica mondiale.
A distanza di 50 anni da quell'evento, Bernardo Lanzetti, già leader degli Acqua Fragile e vocalist della PFM, ci esegue una sua versione del brano e ci racconta anche quando l'ha ascoltato per la prima volta...

Articolo originale presente al seguente link:







giovedì 23 luglio 2015

mercoledì 15 luglio 2015

Bernardo Lanzetti, Martin Barre e la Beggar's Farm a Savignone, di Athos Enrile


Fotografie di Rossana "Zia Ross" Lombardi e Gianfranco Galaverna.


Quando meno te lo aspetti arriva la giornata perfetta.
L’occasione che mi ha portato a Savignone è legata ad un concerto -di artisti che ho ripetutamente visto ed ascoltato- unitamente alla voglia di vedere degli amici con cui condivido le mie passioni: a conti fatti, staccarmi dal mare in cui ero immerso sino a poche ore prima mi ha giovato, perché… non avrei pensato ad un flusso positivo così evidente, una concatenazioni di piccole cose che vale la pena provare a raccontare, col rischio di allargarsi troppo senza essere efficaci. Non è questa quindi la recensione di un concerto, ma la descrizione di stati d’animo e elementi oggettivi che, ne sono certo, ricorderò sempre con estremo piacere.
Ogni bella storia ha un inizio incerto ed un lieto fine, e voglio provare ad inventare il filo conduttore del pomeriggio del 12 luglio 2015, vissuto nell’entroterra genovese.
Arrivo a Busalla nel primo pomeriggio e trovo subito l’Albergo Birra, luogo in cui mi incontrerò con Bernardo Lanzetti. Eh sì, è lui uno dei protagonisti di giornata, l’altro è un certo… Martin Barre.
Nella Hall dell’Hotel la musica dei Jethro Tull accompagna chi sta lavorando, e tutto ciò stimola la mia curiosità che ricade sul gestore, forse mio coetaneo: ma non è lui il fan. Scopro con piacere che l’appassionato è un giovane che, probabilmente, non riuscirà ad assistere al concerto: “Fammi capire… ami i Jethro, hai un pezzo di storia in casa e non lo vai a vedere?”. Mi fa intendere che le ore di lavoro hanno lasciato il segno mentre io, emozionato per aver trovato la “mia” musica dove mai l’avrei cercata, recupero una versione live di Thick as a Brick che ho in auto e gliela regalo, come misero tentativo di compensazione.
Per ora con l’Albergo Birra mi fermo qui.
Savignone è quella che non ti aspetti e il suo status di luogo turistico colpisce immediatamente.
La dimensione è a misura d’uomo, carica di storia, natura e cultura che si sposano alla musica, per effetto di persone sensibili che amano collegare le peculiarità locali ai risvolti artistici che troppo spesso sono solo dedicati alle differenti nicchie.
Certo è che avere sindaco e vicesindaco appassionati di musica progressiva significa tracciare un percorso preciso che, da quanto ho potuto vedere, è apprezzato e condiviso.
Lo spazio dedicato al concerto è all’interno di un parco e il soundcheck fa presagire la performance che sta per arrivare. Ma lo step intermedio prevede una sorta di conferenza stampa all’interno di un palazzo antico, del 1600, e l’assetto quasi familiare che si riesce a raggiungere porterà beneficio allo scambio di interessantissime battute… davanti a noi autentiche memorie storiche che si raccontano in pieno relax, per la gioia dei tanti fan con t-shirt variegate -spesso frutto di un vecchio concerto- con in mano qualche cimelio da presentare alla firma che impreziosirà il CD o il vinile.
Ecco uno stralcio di quanto accaduto:


Dopo una breve sosta di qualità in una stanza adiacente al giardino, con assaggi a base di “rosa”, la cena preconcerto unisce i musicisti agli amici, e la convivialità di persone e luogo spingerebbero ad una sosta ai box molto più lunga.
Non posso non segnalare che una cena con affianco Lanzetti e con di fronte Barre ha dell’inusuale e appaga gli ammalati di musica, come me, o come Antonio Bigotti, il Sindaco di Savignone.


Ma è stata anche l’occasione per rivedere lo zoccolo duro del fan club dei Jethro Tull, ITULLIANS, con in testa al gruppo il presidente Aldo Tagliaferro, il punto di collegamento tra Ian Anderson e i sostenitori italiani, l’unico portatore sano di notizie vere dell’attuale mondo “Jethro Tull”.
Il mio maggior piacere personale ha riguardato l’incontro con Franco Taulino, leader e fondatore della Beggar’s Farm, da qualche tempo impegnato in altre situazioni più importanti, e il rivederlo immerso attivamente nel suo amore primario fornisce la misura dell’importanza della musica e, al contempo, la speranza che esistano soluzioni anche per i casi più complicati: la sua presenza sul palco mi ha dato l’impressione della liberazione dopo un lungo contenimento delle emozioni.
La Beggar’s, sempre lei, la band che realizza i sogni dei tanti musicisti di passaggio, il gruppo che anche questa volta tira fuori dal cilindro il jolly, un giovanissimo chitarrista chiamato a sostituire l’altrettanto giovane Brian Belloni, impegnato a Umbria Jazz; il suo nome è Eric Zanoni (Eric come Clapton, e non è un caso!), che mi confessa come si sia appena avvicinato al prog; sta di fatto che ha appreso la lezione e non sfigura al fianco dei suoi compagni navigati, e non sembra patire l’emozione delle vicinanze illustri.
Un’altra faccia vecchia/nuova è quella di Massimo Faletti, cofondatore della band, ma presente ormai solo nei casi di emergenza, e a giudicare dal “suo” solo in My God l’esercizio sul flauto traverso non è mai venuto a mancare.
E poi un Mauro Mugiati, che nell’occasione si dedica prevalentemente al canto, dando il senso di una squadra al lavoro, fatta di elementi che chiudono i buchi laddove si formano, e mettono a disposizione del gruppo il talento personale. Kenny Valle alle tastiere e Sergio Ponti alla batteria rappresentano le fondamenta e la sicurezza, mentre il basso di Daniele Piglione si defila, ma solo nella posizione on stage, perché il suo tratto ritmico è diventato ormai caratterizzante. Non si è invece defilata Paola Gemma, una vocalist dalle doti canore sorprendenti che ha fatto sentire la sua presenza nonostante sul palco ci fosse, a tratti, il vocalist per eccellenza. Taulino guarda il suo giocattolo da una posizione privilegiata e, al momento giusto, guadagna il posto che gli compete.
Il copione prevede l’intervento massiccio di Martin Barre, con l’intermezzo di Bernardo Lanzetti nel punto centrale, momento in cui entrambi vengono omaggiati con un premio alla carriera, il “Fieschi International Award” e “La Voce Oltre…”.


La scaletta che propongo a seguire evidenzia una discreta trasversalità di epoche e album, ma il focus è Aqualung, da cui vengono estratti 5 pezzi che culminano con la title track, da tutti aspettata. E’ un Barre molto più rock blues del passato “Tull”, ma la libertà rispetto agli schemi antichi gli permette, forse, di dimostrare oggi il suo volto più reale. I suoi assoli infiammano il pubblico e per una paio di ore il tempo pare si sia fermato a epoche musicali davvero felici.
Quando Lanzetti sale sul palco si sente nell’aria l’attesa, la voglia di ascoltare una delle voci più belle mai esistite e lui regala un archetipo del prog, quel A Salty Dog dei Procol Harum che esalta le sue doti canore, la sua estensione vocale, il suo timbro. Come è noto agli addetti ai lavori Bernardo sa tenere il palco come nessun altro, e quando passa al repertorio PFM e propone Chocolate Kings i brividi percorrono i corpi più sensibili.
Ma è con Maestro della Voce, dedicata a Demetrio Stratos, che arriva il coinvolgimento massimo dell’audience, che batte le mani e canta in modo partecipativo.
Il momento della totale comunione arriva nei due bis, quando l’atmosfera diventa rarefatta a seguito di un’Impressioni di Settembre magica, e a seguire la conclusiva Locomotive Breath, che chiude simbolicamente la serata “tulliana”, con tutti  i protagonisti sul palco.
Difficile far capire a parole cosa si prova in queste occasioni, impossibile, forse, decodificare la mia chiosa legata alla giornata perfetta, ma sono certo che i presenti all’evento si ritroveranno, almeno in parte in parte, nella mia descrizione.
Il filmato a seguire potrà forse chiarire cosa è accaduto sul palco di un parco fantastico, a Savignone, il 12 luglio 2015.


Ed ora quello che io spero sia stato il lieto fine per l’amico conosciuto poche ore prima all’Albergo Birra, probabilmente ignaro che Martin Barre avrebbe pernottato proprio in quel luogo.
E’ ormai la una del mattino quando accompagniamo i due premiati in hotel, e mentre varcano la soglia non posso fare a meno di pensare alla sorpresa che qualcuno troverà la mattina successiva, quando forse porterà un cappuccino ad uno dei suoi miti, che, almeno per una notte ha condiviso con lui lo stesso tetto.
Piccole soddisfazioni che colorano la vita! A me piace pensarla così.