Il ritorno degli Acqua Fragile, leggende del prog rock italiano
Gli amanti del prog sanno bene chi sono: gli Acqua Fragile nell’epoca d’oro di questo genere erano uno dei gruppi più
amati (sorprendentemente soprattutto in Giappone). I due album che hanno inciso
(Acqua Fragile, nel 1973, e Mass Media
Stars l’anno successivo) fanno bella mostra di sé nelle
collezioni di chi ama il progressive. La loro vita artistica era stata
piuttosto breve, infatti nel 1975 il cantante Bernardo Lanzetti entrò
nell’organico della PFM, rimanendoci fino al 1979, quando iniziò un’interessante
carriera solista.
Ora gli Acqua Fragile hanno deciso di far ripartire
la loro storia ed hanno pubblicato ufficialmente nel Regno Unito per
l’etichetta Esoteric l’album A New Chant (in
Italia è distribuito da Audioglobe). Della line up, oltre a Lanzetti (una delle
voci rock italiane più interessanti di sempre), fanno parte due componenti
originari del gruppo nato a Parma, Franz Dondi al basso e Piero Canavera alla
batteria, oltre a tanti ospiti. Il progetto è nato dopo il concerto per
celebrare i quarant’anni di carriera di Bernardo: quel giorno Franz Dondi gli
propose di lavorare su nuovo materiale originale. A New Chant contiene
otto tracce in inglese e italiano. Tra gli autori dei testi, anche Pete
Sinfield (già componente dei primi King Crimson), che ha concesso l’adattamento
musicale di una sua lirica.
Ecco il racconto di
Bernardo Lanzetti su come è nato questo disco…
Nel maggio 2013, in
occasione del “VOX 40” (photo 400), concerto antologico-celebrativo dei
miei 40 anni nella musica (il primissimo album di Acqua Fragile è del 1973)
tutti e cinque i componenti originali della band si ritrovarono e due di
loro, Piero Canavera e Franz Dondi addirittura si unirono agli archi dei Tango
Spleen in una riproposta classico-acustica dei brani più significativi tratti
da Acqua Fragile e Mass
Media Stars.
Oltre alle emozioni
per i musicisti e il pubblico, strategico fu l’interscambio di progetti e
propositi che portò a concretizzare quell’idea idea che il bassista Franz Dondi
non aveva mai abbandonato: lavorare ad un terzo album di Acqua Fragile con
pezzi nuovi ed originali.
Decisi quindi di
sviluppare tale idea come “Greater Acqua Fragile”, una formazione
allargata con ospiti musicisti già collegati alla band, o al sottoscritto, da
abbinare al “nocciolo duro”.
Alcuni membri della
formazione originale, come il vocalist Gino Campanini e il tastierista Maurizio
Mori, si trovarono impossibilitati ad aderire al progetto. Tuttavia, il figlio
di Maurizio, Alessandro Mori, giovane e talentuoso batterista già con Glenn Hughes
e Bobby Kimball, ci fece capire che sarebbe stato onorato di essere ospite ai
tamburi.
Tra gli altri
ospiti, si sono aggiunti quindi Alessandro Sgobbio al sintetizzatore, grande
talento già con gli “Acqua Fragile Project” e Michelangelo Ferilli alla chitarra
acustica. Alessandro Giallombardo invece si è espresso a tutto campo suonando
chitarre, tastiere e impegnandosi nelle armonie vocali. Inoltre hanno preso
parte al disco i Tango Spleen, con archi, contrabbasso e bandoneon. Ospite
speciale, infine, è il batterista Jonathan Mover (già con Joe Satriani e i GTR
di Hackett e Howe).
Ai testi in inglese
ho coinvolto Andrea Anzaldi, già compagno di viaggio di Giallombardo e del
sottoscritto, e assieme a lui Nick Clabburn, collaboratore di John Hackett
nonché di Steve Hackett e Chris Squire. Ho avuto inoltre la grande
soddisfazione che Pete Sinfield abbia approvato la mia versione musicale
di un suo testo poetico.
Le registrazioni
dell’album sono state effettuate principalmente presso l’Elfo Studio di
Tavernago (PC), che alla fine ne ha firmato la produzione con il suo sound engineer Alberto
Callegari. Registrazioni addizionali sono state ospitate da studi di
Castiglione del Lago (PG) e della Costa del Sol in Spagna.
Per la copertina
dell’album, è stato recuperato un disegno originale di Alberto Baroni datato
1973, magistralmente utilizzato da Gigi Cavalli Cocchi per l’impianto grafico. Claudio Fabi, già
produttore dei primi due album di Acqua Fragile, nonché dei primi dischi della
PFM, Chocolate Kings compreso,
dopo un ascolto privato di A New Chant ha
definito la raccolta delle composizioni, l’insieme dei messaggi musicali e
delle sfumature sonore come un insieme “sinfonico”, nel senso più esteso del
termine.
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