Articolo di Max
Scaccaglia apparso su https://www.parmadaily.it
Bernardo Lanzetti: la solitudine dei
numeri progressivi… in occasione dell’uscita del nuovo degli Acqua Fragile
prevista per il 14 ottobre 2017.
Il titolo degno di un film della
Wertmuller, e di chiara ispirazione Prog, maschera in realtà una certa tensione
per questa intervista. Bernardo Lanzetti non è un musicista facile da
approcciare. Sul serio. Il rischio di omissioni o gaffe è dietro l’angolo (come
leggerete).
La sua direttiva poi è stata chiara:
“Per cortesia, non farmi domande cui puoi trovare facilmente risposta in rete”.
Non oserei mai.
Ed è proprio navigando in Rete,
invece, che la sua complessa carriera lascia intravedere un filo conduttore:
Bernardo Lanzetti è un esploratore. Un Capitano Achab del Moby Dick di
Melville, un Giona del biblico libro, un Ulisse.
Sembra quasi che assieme al Talento vi
sia un ostinato Dna, avverso ad ogni comfort, che lo spinga quasi suo malgrado
a rinnovarsi costantemente, una sorta di inquietudine darwiniana che trasforma
il vissuto precedente (notevole) in un trampolino di lancio verso l’esperienza
successiva, sempre più ardita, sempre più profonda. Progressivo in tutti i
sensi.
Mi perdonerà l’approccio dello
psicologo “da bar” quale sono, ma un tale destino chiede un prezzo, e non credo
di sbagliare affermando che sia la solitudine. Dear Old Solitudine. Bernardo
sembra nutrirsi di situazioni che lui stesso porta al parossismo, per poi
lasciarle al cabotaggio e spingersi ancora oltre, in solitaria, in mare aperto.
Onde in faccia.
Ma dal suo viso achabiano scavato,
emerge un sentiero, tracce evidenti, pietre miliari. Un esempio tra i tanti? “I
Sing the Voice Impossibile” (1998 M.P. Records) per me: la sua personale lapide
sul 20esimo secolo. Il racconto di un corpo naturale, quello della voce,
diventato elettrico, paradossale, impossibile, eppur coerente. Un grande
lavoro. Una fiaccola da maratoneta, quasi a dirci che da lì può iniziare un
cammino nuovo, possibile, “filologico” addirittura.
Poi ancora anni di ebollizione, di
fermento. Ancora lei, quell’ambita e temuta (azzardo) solitudine: per
raccogliere le idee, per meditare sul Se Stesso/Moby Dick, sulla sua
Itaca/Inception: e all’orizzonte, ad emergere nebbiosa, è proprio la terra dove
è nato, rinnovata, di nuovo approdo. Per il 14 ottobre è infatti annunciato il
ritorno degli Acqua Fragile. Gli Acqua Fragile! Nome pesante per il genere,
nome pesante per l’Italia musicale, nome pesante da portare, specialmente per
Parma. Qui sì che bastano pochissimi click per capire la portanza della band;
band che vede al basso il nostro Franz Dondi, uno che nel debut LP omonimo del
‘73 e in “Mass Media Star” del ‘74 fece sentire cose notevoli. Freschezza,
idee, talento. Lo specchio del lavoro di una formazione che incorporò
successivamente quel Joe Vescovi che contribuì seriamente a formare il
linguaggio di genere progressivo con le opere dei “The Trip”, con “Caronte”
(RCA, 1971), con “Atlantide” (RCA, 1972). Insomma, ltaca in questo caso è un
incrocio di improbabili coordinate che partono da Casalmaggiore e Parma, e si
incrociano con mezzo mondo: Stati Uniti, Londra, Milano…
Max:
“Bernardo, l’attesa e la sorpresa per l’imminente nuova uscita degli Acqua
Fragile è fonte di grossa aspettativa. Con gli Acqua Fragile lanciasti una
pietra pesante nello stagno; dopo tanto cammino intrapreso perché hai voluto
riprendere proprio quel filo e non altri? Come è rinato questo importante
progetto? Quanto contiene dei lavori precedenti, quanto è diverso?”.
Bernardo: “Acqua Fragile è stato il gruppo outsider
del Prog Italiano. La band può vantare una serie di situazioni grottesche:
quasi derisi dalla critica, ignorati dai media e dalle organizzazioni
politicizzate degli anni ’70, addirittura osteggiati dalle loro stesse
etichette discografiche.
Ci sono voluti quasi 40 anni e
l’intervento della critica anglo-americana per sentenziare: “Nella musica di
Acqua Fragile sono riconoscibili tutti gli stili dei gruppi di ispirazione ma
ogni melodia o fraseggio musicale risultano non copiati da altre musiche ovvero
assolutamente originali”.
Negli anni ’70 “venire dalla
Provincia”, come Parma era considerata all’epoca, precludeva la possibilità di
partecipare a Festival importanti o avere passaggi alla RAI. Significativo è
che solo recentemente Radio 3 abbia trasmesso un brano di A F, dopo ben 44
anni!
Per la Numero 1, etichetta
Battistiana, fu uno shock accorgersi, troppo tardi, che il primo album “ACQUA
FRAGILE” era cantato in inglese. Chiamarono Bruno Lauzi per produrre un
eventuale singolo in italiano ma pure lui, unitosi al coro dei rivenditori
consultati, sentenziò che il lavoro in inglese era senza dubbio più nobile e
vero.
Disgustati dal secondo album “Mass
Media Stars”, il direttore artistico Claudio Bonivento -sì, il futuro
produttore di “Eccezziunale … veramente” – e il ragioniere capo della Numero 1
furono ben felici di scaricarci alla Ricordi. Accolti qui a braccia aperte, la
band fu subito messa nel dimenticatoio. L’album #2 fu stampato in 600 copie e
solo la band ne acquistò 30! Incredibile fu poi l’episodio che vide Seymour
Stein venire a Parma per sentire la band dal vivo, rimanerne favorevolmente
impressionato e la Ricordi ignorarne successivamente le richieste per lanciare
Mass Media Stars in USA. Per chi non lo sapesse Mr. Stein, già scopritore dei
Ramones e dei Pretenders, divenne poi il Boss di Madonna.
Scoperti all’estero con pubblicazioni
ad hoc e rivalutati in Patria, Franz, Piero e il sottoscritto ci siamo accorti
di poter tornare con carattere sulla scena Prog.
Decisivo fu poi il progetto del VOX 40
dove il pianista e direttore d’orchestra Mariano Speranza e la sua Tango Spleen
Orquesta hanno suonato le musiche di Acqua Fragile con il loro ensemble
classico-moderno.
Non potremo mai dimenticare la grande
emozione di sentire gli archi, il pianoforte e il bandoneon, vibrare alle
prove, in posizione nell’enorme cucina di un casolare nei dintorni di Parma. La
consapevolezza di avere prodotto arte già negli anni ’70 creò intensa
commozione”.
Max:
“Bernardo condividi oppure no, la mia lettura sulla solitudine dello
sperimentatore, sul tuo essere un “numero primo”, progressivo certo, ma che non
si divide con nessun altro se non con sé stesso? Per quali motivi?”
Bernardo: “Questa è la prima strofa di un brano per il
mio prossimo album solo:
“Ero Un nU merO”
ERO UN NUMERO
UN NUMERO CHE NON CONTAVA
CHE
A TUTTI GLI ALTRI NUMERI
LUI
SI SOTTRAEVA
ERO UN NUMERO
UN NUMERO X DAVVERO
CHE
PUR DIVISO E COMBATTUTO
RESTAVA SEMPRE
UN NUMERO INTERO
B. Lanzetti
Max:
“I Sing The Voice Impossibile” dopo neanche 20 anni è già un disco da
riscoprire. Una base di ripartenza. Perché non c’è un capitolo 2?”
Bernardo: “Esiste un capitolo 2! È “ECLECTICLANZ” un
album del 2009. Ti invito a raccogliere informazioni, almeno quelle reperibili
su: il blog di bernardo lanzetti. Si tratta di un’opera complessa e articolata
in varie direzioni; basti ricordare che canto in cinque lingue diverse,
compreso il greco antico e che vari generi musicali sono esplorati con la voce
che, magari con l’aiuto di speciali apparecchiature, agisce da interprete,
accompagnatrice e controllore. Nel brano di apertura “E-Clec-Ti-Ca”, poi,
canto, seppur in inglese, una frase di Leonardo da Vinci: E l’uomo disse:
“Sorella minore alla Pittura è la Musica perché ogni volta, ogni volta, deve
morire…”
Max:
“Quanto è ancora importante “sperimentare”? In quali direzioni secondo te?
Vale ancora la pena oggi di intraprendere l’enorme Fatica dell’essere Artisti?
Fare l’Arte per l’Arte?”
Bernardo: “Nel nuovo album di AF, l’unico brano in
Italiano, si ispira a quanto disse, parafrasando John Kennedy, il
percussionista Jamie Muir (King Crimson) al batterista Bill Bruford (Yes, King
Crimson, Genesis).
“Quando ti avvicini alla Musica non
devi pensare a quanto può fare lei per te - renderti ricco, famoso etc. - ma
piuttosto a ciò che puoi fare TU PER LEI!”
Bernardo, non posso che ringraziarti
per questa intervista così ricca di spunti, di storia. Ora non restano che
pochi giorni di attesa per l’ascolto dell’ultimo Acqua Fragile. Stai sicuro che
ti toccherà ancora vedermi per la dedica sul Cd… In bocca al lupo.”
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