sabato 28 agosto 2021

Bernardo Lanzetti and friends in concerto a Casalmaggiore: il resoconto estratto da OglioPoNews


Bernardo Lanzetti, inesauribile: grande concerto agli Amici del Po

Al termine generose concessioni di bis anche perché la gente non si alzava dalla sedia facendogli dire “Ma non avete voi una casa?” aggiungendo scherzosamente “Se non ve ne andate, allora andiamo via noi

 


C’è una ragione alla base dell’inesauribile energia di Bernando Lanzetti. L’abbiamo scoperto alla fine della stratosferica esibizione venerdì sera agli Amici del Po.

Il grande artista e cantautore da anni non vive più a Casalmaggiore e nemmeno a Parma, avendo trasferito la residenza a Castiglione del Lago meraviglioso paese sulle rive del Trasimeno.

L’atmosfera dolce e rilassata del panorama umbro con l’aria pura che vi si respira offrirà certamente un contributo al mantenimento di quella inesauribile e potente voce e alla sua formidabile resistenza fisica. Giustificazioni forse elaborate da una certa invidia da parte dei tanti coetanei presenti allo spettacolo. Settantenni che fanno fatica a salire due rampe di scale stupiti di come Bernardo, a 73 anni compiuti, riesca invece a saltare per due ore di fila sul palcoscenico, senza perdere il fiato.

Dipenderà dal clima, dal relax, dalla tranquillità conquistata ma alla fine la vera spiegazione è una sola, come lui stesso lascia intendere, è il talento. Da mesi non si fanno più concerti, per il lockdown e non c’è modo di tenersi esercitati. Allora quella voce, quell’energia, quella carica esplosiva sono davvero un dono della natura. E il pubblico di Casalmaggiore ne ha goduto in pieno grazie ad uno di quei concerti che Lanzetti si ricorda periodicamente di effettuare nel paese d’origine.

 


Due anni fa all’Eridanea e stavolta nella società gemella Amici del Po, grazie al Presidente Paolo Antonini e all’ideatore della serata Roberto Madesani.

Che dire dello spettacolo, senza ripetere concetti già espressi. Bastava guardare le facce inebriate della gente numerosissima che occupava tutte le sedie nel giardino dell’associazione sportiva tra i campi da tennis e il ristorante. Osservare le labbra di chi, in prima fila, ripeteva a memoria ogni parola in inglese di tutte le canzoni interpretate.

A proposito di questo Lanzetti ha assicurato di non avere nessun testo davanti al microfono potendo contare su una memoria infallibile, del cui merito ha ringraziato la mamma.

In prima fila, oltre ai supporter più fedeli, la moglie Amneris sempre presente e sempre elegante, come si addice ad una persona che la moda professionalmente l’ha sempre creata.

Ammirevoli anche tutti gli elementi che hanno accompagnato Lanzetti, da Piero Canavera, Franco Frassanito, Tommy Frassanito, Chicco e l’eccezionale solista Andrea Cervetto.

Tre chitarre elettriche più una acustica (quella di Bernardo) e un basso che hanno dato ai brani una sonorità costante e completa, nonostante la mancanza delle tastiere.

Un gruppo affiatato e omogeneo che ha ispirato il nome di Lanzetti and Friends. Hotel California, Sweet home Alabama, A horse with no name, Unchain my heart, Light my fire, alcune perle del repertorio di Bernardo per ricordare la sua forte esperienza in terra americana dove ha costruito la carriera prima di entrare nella Premiata Forneria Marconi e firmare pezzi per Loredana Berte e sé stesso.

 


Al termine generose concessioni di bis, anche perché la gente non si alzava dalla sedia, facendogli dire “Ma non avete voi una casa?” aggiungendo scherzosamente “Se non ve ne andate, allora andiamo via noi”.

Finale pirotecnico con il pubblico in piedi a ripetere ogni sillaba di Gloria, come chiesto da Bernardo, che al termine si è concesso al contatto con i fans, molti dei quali gli hanno ricordato i trascorsi casalaschi.

Come quelle presenze sul treno per Parma con l’inseparabile chitarra a tracolla, una quarantina di anni fa.

Ros Pis

ARTICOLO ORIGINALE





venerdì 20 agosto 2021

Acqua Fragile: si avvicina il concerto del 3 settembre a Sant’Ilario d’Enza (RE)

Acqua Fragile

Nel concerto del 3 settembre prossimo a Sant’Ilario d’Enza, Acqua Fragile proporrà anche un’anteprima di alcuni brani del nuovo album in lavorazione tra cui, con il testo di Bernardo Lanzetti, segnaliamo una composizione ad hoc del tastierista Stefano Pantaleoni.

Stefano Pantaleoni

Nell’occasione, segnaliamo che Pantaleoni si è appena distinto, nel campo della musica classica, vincendo, con un suo brano per pianoforte, il 1° premio assoluto al 2° International Music Competition, Academia Musica di Vienna.

Bernardo Lanzetti

https://bernardolanzetti.blogspot.com/2021/08/acqua-fragile-in-concerto-il-3-settembre.html

 

martedì 10 agosto 2021

ACQUA FRAGILE IN CONCERTO IL 3 SETTEMBRE


ACQUA FRAGILE IN CONCERTO


La band, con la nuova formazione, eseguirà i brani dei tre album all'attivo più alcune anteprime del nuovo album in lavorazione





 

mercoledì 4 agosto 2021

Michael Limnios ha intervistato Bernardo Lanzetti


Bernardo nel giardino del Bar del Castello, Castiglione del Lago (PG)

“Oggi non c'è un tale impatto della musica sulle implicazioni socioculturali. Infatti, essa è per lo più solo la sovrapposizione di suoni in sottofondo, tollerati per evitare di affrontare il minaccioso Silenzio...

Ho già scritto che fare musica, in fondo, risulta quasi sempre divertente mentre nell’ ascolto della musica entrano in azione altri meccanismi senza alcun filtro per tutti gli esseri umani.

Per rispondere alla tua domanda circa l’“influenzare le persone” vedo suoni e silenzi organizzati, insieme alla poesia verbale, tutto quanto lì per allineare pensieri e sentimenti al fine di trasformare e convertire il dolore e l'ansia, la conoscenza e l'ingenuità in nobili costruzioni simboliche.”

 

Bernardo alla chitarra acustica


Intervista di Michael Limnios

 

In che modo la controcultura rock ha influenzato la tua visione del mondo e i viaggi che hai intrapreso?

Quando pensavo inconsciamente che il mondo avesse bisogno di una scossa, non ancora diciassettenne, nel '65, sono andato negli Stati Uniti con una borsa di studio, per studiare e prendere il diploma in una High School.

Venendo da una famiglia in cui già si parlavano alcune lingue, pensavo di essere adatto e incline a quello che ci sarebbe stato in serbo per me ma, dopo un viaggio di 7sette giorni in nave, due giorni e una notte su un autobus Greyhound, salito finalmente, al lato del passeggero, su una lunga macchina americana, la radio veniva accesa e Bob Dylan gridava “Like A Rolling Stone”, mi resi conto che il mio viaggio era davvero iniziato alla grande!

Mi considero fortunato ad essere stato influenzato dalla controcultura rock, ma anche da tutto ciò di cui sono stato testimone, prima vivendo in Texas e poi visitando nuovamente Londra, Parigi, Varsavia e gli Stati Uniti.

All'epoca, volevo ancora diventare uno scienziato - uno di quelli pazzi, molto probabilmente - e sebbene attratto dall'arte, non stavo ancora pensando di dedicarmi alla musica.

È successo solo pochi anni dopo...

Come descrivi la tua filosofia musicale e la raccolta dei tuoi brani musicali? Da dove viene la tua spinta creativa?

Non è passato molto tempo da quando ho realizzato che alcuni dei miei primi lavori avevano semplicemente lo scopo di esplorare la mia consapevolezza e di continuare a farmi muovere lungo il mio percorso.

Molte altre potrebbero essere definite, invece, come sorta di cerimonie artistiche per aiutare a relazionarsi con il passato e il futuro non solo come luoghi di fatto ma anche nella sfera dei sentimenti.

Come comunemente la si definisce, potrei dire che anche la mia creatività sembra provenire dal collegare, ad esempio, forme geometriche, ripetizioni elementari o più complesse di accadimenti e figure o numeri e metterli in relazione in modo insolito.

Provate a pensare alle dita sui tasti della chitarra o su quelli di un sintetizzatore, alle parole ripetute nel ritornello di una canzone, a un tempo dispari piuttosto che pari, alla progressione di accordi che ci accompagna nella visita a una casa misteriosa o a un affascinante riff di chitarra attorcigliato come una scala a chiocciola in ferro battuto…

Come i testi nelle strofe hanno ritmo e suono, così le emozioni, le perdite e le speranze hanno una loro forma e un loro margine tagliente nei nostri sentimenti e nei nostri sensi.

Questa spinta cui accenni, potrebbe essere un tipo di energia con una carica in più ma non è mai prevedibile. Curioso però notare come, a volte, avere un'agenda, un piano concreto, sembri aiutare il processo.

(PFM, periodo “Passpartù”, foto di Guido Harari)


Quali incontri sono state le esperienze più importanti per te e la tua carriera?

Alcuni incontri sono stati molti importanti e, con il passare degli anni, dal passato nebuloso emergono sempre più volti e fatti.

Sospetto che questa tua domanda implichi che io citi dichiarazioni fatte da almeno alcune di queste persone, quindi, eccoci qui.

Franco Mussida, chitarrista storico della PFM:  in uno dei nostri primi incontri, rispondendo alla mia domanda “come si fa a scrivere un pezzo prog (pop, all’epoca)?”, dichiarò: “Beh, ti metti lì e lo fai!” Abbastanza divertente, il fatto che, “Morning Comes”, per l’Acqua Fragile, è nato, praticamente, subito dopo.

Alessandro Nidi, pianista, compositore e direttore d’orchestra: quando mi è stato chiesto di partecipare a produzioni teatrali, in forma di oratorio, de “L’Opera da tre soldi” e “Porgy and Bess”, ho messo le mani avanti dichiarando, "Per favore, sappi che non so leggere la musica". "Non preoccuparti - mi disse - verrò da te con la mia tastiera e ti insegnerò le parti, nota per nota!"

M° Giorgio Gaslini (RIP), Pianista Jazz e non solo: prima di andare in scena ad una prima mi esortò: “Non essere nervoso, non avere paura. La musica non è stata inventata da noi. Noi siamo qui solo per godercela!”

Mario Lanfranchi, regista di film e opere liriche, a suo tempo sposato con la soprano statunitense Anna Moffo: “Mi chiedo spesso quanto sarebbe stato bello averti nella Lirica. Saresti stato un grande “Trovatore” nell'opera di Giuseppe Verdi.

Steve Hackett: nel 2014 sulla possibilità di unirmi a lui sul palco per eseguire qualche brano dei Genesis. “Bernardo sarebbe fantastico, ma non abbiamo tempo per provare”. “Non preoccuparti - ho detto - non ho bisogno di provare!”

È successo così che è stata una grande serata a Cortona (Toscana, Italia) e il glorioso “The Return Of The Giant Hogweed” può essere visionato su You Tube (https://www.youtube.com/watch?v=T0--9nuoK6g)

Jonathan Mover, batterista statunitense: gli avevo chiesto di suonare la batteria in “My Forte”, un brano in 11/4, poi sull’album #3 di Acqua Fragile.

Mi ha spiegato che lui lo vedeva come un 22/8, il che è abbastanza facile da capire, ma poi ha continuato a suddividere ogni battuta in 7/8+6/8+5/8+4/8 in modo che ogni nuova battuta finisse per avere un tempo in chiave diverso dalla precedente e dalla successiva!?

A volte, animato da spavalderia, ho applicato questo "Mover Code" alla traccia chiamata “Different” nel mio album "Horizontal Rain".

Dario Mazzoli, bassista e produttore: già con un passato di collaborazioni, sia dal vivo che in studio di registrazione, mi aveva chiamato all'inizio del 2019 chiedendo di essere aggiornato su quanto stavo facendo. Gli parlai del mio nuovo album solista, “Horizontal Rain”, non nascondendo alcune difficoltà pratiche nel completarlo. Gli descrissi ogni brano e lui, ancor prima di ascoltarli, dichiarò: "Beh, mi piacerebbe essere produttore di questo lavoro!” E questo è ciò che è successo. Mi è stata concessa ampia possibilità di manovra e sperimentazione, alcuni mastering sono stati rifatti più volte, e l'ho persino avuto al basso in “Genial!”, un pezzo dell’album non certo facile.

Signora non identificata: una signora molto distinta dopo una performance unplugged, ad Assisi: “Scusi, permette?  Ora mi è tutto chiaro… lei non è un cantante! Lei non è un intrattenitore!? Lei è un veicolo di energia per noi!”

Bernardo all'interno di "A Sound Garden", installazione artistica

di Douglas Hollis


Ci sono ricordi di concerti e session in studio che vorresti condividere con noi?

-Con Acqua Fragile facevamo questo numero acustico dal vivo e io stavo battendo la gamba e il piede sinistro sul legno del palco per fare più suono nell'intro strumentale. Ho continuato poi a spingermi in avanti ma, accecato dalle luci di scena, sono caduto dalla piattaforma asimmetrica giù in un rettangolo buio. Non sono mai stato un grande atleta, ma sono risalito e in velocità sono ritornato all'asta del microfono, giusto in tempo per cantare. Eppure, tutti, compreso il resto della band, pensarono che fosse un atto teatrale pianificato.

-Prima di entrare a far parte della PFM, loro avevano già lavorato con un altro bravo cantante, Ivan Graziani, la cui voce non era così potente ma che poteva arrivare a alcune note piuttosto alte. Tre giorni prima di andare in studio per registrare “Chocolate Kings” cambiarono idea e mi vollero a Milano.

La mia audizione svolse nell'appartamento del condominio dove abitava Franco Mussida. Lui e Flavio Premoli erano ansiosi di scoprire se potessi prendere quelle note lassù, cosa che ho fatto prontamente, ma il volume del mio canto risultava piuttosto esagerato.

Tutti erano preoccupati che i vicini si lamentassero, quindi afferrai un cuscino dal divano e lo tenni premuto sulla bocca durante l'audizione!

-Di nuovo con la PFM: mentre stavamo registrando “Jet Lag”, a Los Angeles, sforammo il tempo in studio, quindi l'intera band decise di trasferirsi a Londra con un accordo equo agli Scorpio Studios.

Il nostro volo in classe economica da Milano a Luton era in ritardo così furono le 2 del mattino quando prendemmo l'autobus dall'aeroporto alla città.

Franco si rivolse alla band: “Ehi ragazzi, non è forse vero che abbiamo prenotato lo studio per 24 ore al giorno? Perché perdere tempo a fare il check-in in Hotel. Andiamo in studio e iniziamo a portare a termine il lavoro!

Così, alle 3 del mattino, suonammo il campanello allo Scorpio. Il tecnico del suono venne alla porta.

Qualcuno chiese: "Possiamo montare e iniziare a registrare?". “Mi dispiace - disse il responsabile -, l’assistente (all'epoca vitale perché azionava il registratore a 24 piste) non sarà qui fino alle 8 del mattino”.

“Ebbene” - insiste Franco - “avete un microfono?”. "Oh, certamente sì" annuì l’uomo dello Scorpio”.

Franco si girò verso di me e mi ordinò: “Bernardo vai e canta!”

-Un bravo tecnico del suono, abbastanza giovane, mentre registrava la mia voce, recentemente mi è stato riferito abbia detto: "Sapevo che c'erano cantanti come lui (il sottoscritto) ma, per me, questa è la prima volta che non ho bisogno di usare compressori e autotuning!"

Bernardo 2021, sul set di “Heck Jack”, da “Horizontal Rain”


Come pensi di essere cresciuto come artista da quando hai iniziato a fare musica?

Qualcuno ha detto che la maggior parte della musica che tutti noi ascoltiamo e di cui parliamo è solo un insieme di "linee monofoniche assemblate accidentalmente". Chiunque può pensare e relazionarsi a una singola linea musicale. Una nota alla volta, passo dopo passo, e raggiungi il tuo obiettivo.

Come nella mia pittura, nella musica sono un autodidatta, quindi non mi vedo come un musicista ortodosso con l’orecchio assoluto e tutto il resto, ma ho un certo gusto e cultura musicale, rispetto per i grandi artisti, una forte volontà di osare e ho tanta voce.

Quando ho iniziato, stavo facendo le cose senza sapere perché, ma ora posso dire che le stavo facendo giuste.

Che cosa è rimasto del tuo processo di creazione musicale da solista in "Horizontal Rain"?

Faccio riferimento a diversi tipi di musica e il Progressive Rock ne accoglie molti.

Dopo Vox 40, il concerto per festeggiare i miei 40 anni in musica svoltosi nel 2013, pensavo di essere pronto per una nuova sfida. Anche in questo caso, però, la mia passione per l'esplorazione e la sperimentazione, non solo con le note, è rintracciabile in tutti i brani di “Horizontal Rain”.

Cosa ti manca di più oggi della musica del passato? Quali sono le tue speranze e paure per il futuro?

Incontrare altri ragazzi con spirito simile, ritrovarsi in un garage, formare una band, andare in tour... mi manca questo, non solo per me stesso ma anche per i miei colleghi musicisti.

Riguardo alla tua seconda domanda, In Italia, diciamo “navigare a vista” cioè: essere pronti a tutto ciò che si presenterà davanti, ai lati, da dietro, da sott'acqua o giù dal cielo…

Nessuno può dire come sarà la vita nel prossimo futuro.

Come tutti quanti, anche gli artisti dovrebbero prendersi cura di sé stessi e proteggere e sviluppare sempre di più la loro arte. Sono chiamati a un impegno maggiore perché la politica e la scienza…

Memphis, Tennesee. Bernardo al cancello di Graceland, residenza
 di Elvis Presley-1966


Quali furono le ragioni che fecero dell'Italia degli anni '70 il centro delle sperimentazioni Progressive/Art Rock?

In Italia, prima degli anni '70, non c'era niente di quello che noi chiamiamo “Band”.

Sì, avevamo gruppi di strumentisti a supporto di cantanti più famosi e popolari, ma questi complessi non scrivevano la loro musica e i loro testi, non erano responsabili degli arrangiamenti e, il più delle volte, neppure suonavano nei loro dischi, poiché il lavoro veniva svolto da sconosciuti e anonimi session man.

Negli anni '60, si affacciarono alla scena molti “gruppi Beat” con singoli che erano semplici cover di canzoni americane o britanniche, con parole italiane.

Tutto cambiò quando, nel 1971, il gruppo “Le Orme” ebbe l'opportunità di uscire sul mercato, pubblicando un album con brani originali tutti scritti e registrati dalla band stessa.

Il Progressive Rock (in Italia era, stranamente, chiamato “Pop”) stava prendendo forma in Gran Bretagna e tutti sentivano che gli inglesi lo stavano facendo nel modo giusto.

Così, anche per contrastare la musica squallida trasmessa alla radio e alla tv dalla RAI nazionale, la maggior parte dei musicisti e degli artisti italiani voleva formare una band o farne parte.

L’Italia fu presa d’assalto e le case discografiche impazzivano, mettendo a contratto band con nomi improbabili per registrare concept album insoliti, a volte pretenziosi, e promuovendo spettacoli dal vivo in cui il palco affondava in ogni sorta di strumentazione e attrezzatura …

Dal punto di vista artistico e tecnico, le tastiere erano la grande novità e per suonarle correttamente, di solito, occorreva avere una formazione classica. I testi erano affidati al componente più scolarizzato del gruppo e l'artwork per la copertina dell'album richiamava nuovi artisti.

Anche se i giovani erano comunque più interessati al rock dell'epoca, da un punto di vista interessante, la Progressive Music potrebbe essere vista come una continuazione dell'Opera in forma elettrica...

Successe poi che i partiti della sinistra e extra-sinistra, agitando questioni politiche, cercarono di assorbire o influenzare l'intero movimento in quanto tutto formato da giovani per i giovani, ma la loro azione finì per causare un grave disturbo per qualsiasi possibile e valido sviluppo. Comunque, questo è un argomento completamente diverso…

Acqua Fragile nel 1972


Quali sono alcune delle lezioni più importanti che hai imparato dalla tua esperienza nei percorsi musicali?

Come mio “fratello americano” - uno dei ragazzi della famiglia che mi ha ospitato - Mike Doc Martin, musicista da una vita, da poco ritiratosi dalla musica, mi ha detto, alcuni anni fa: “Non importa cosa produci in musica, se metti giù le note, scrivi i testi, che tu sia un arrangiatore, fino ad essere un cantante solista o un personaggio di spettacolo, per le tue pubblicazioni, registrazioni e concerti live avrai sempre bisogno di una distribuzione ed è lì che la musica cambia e la trama si infittisce…”

Quando si forma o si entra a far parte di una band, è importante documentare la proprietà del nome e del logo, nonché chiarire rapporti tra ciascun membro della band per garantire un accesso equo ai contratti di registrazione e pubblicazione.

So che suona lontano dall'arte, ma gli affari sono affari anche nella musica.

Mi intristisce venire a sapere dei figli e delle figlie di genitori musicisti, i quali sono deceduti senza aver mai chiarito i maggiori e veri aspetti finanziari del loro passato, prezioso, onesto lavoro.

E ancora, l'apprendimento è un processo aperto, quindi non smettere mai di esercitarsi, sperimentare e studiare.

Il successo non è automatico per nessun artista. Il duro lavoro e la fiducia in quello che stai facendo aiutano ad andare avanti. Gli alti e bassi sono tutti nel quadro, proprio come la rappresentazione grafica dell'onda sonora.

Qual è l'impatto della musica sulle implicazioni socioculturali? Come vuoi influenzare le persone?

Oggi non c'è un tale impatto. La musica è per lo più il risultato di suoni sovrapposti in sottofondo tollerati pur di evitare di affrontare il minaccioso Silenzio...

Ho già scritto che il fare musica, in fondo, deve essere sempre divertente, mentre quando si ascolta musica entrano in azione altri meccanismi senza alcun filtro, per tutta l'umanità.

Per rispondere alla tua domanda sul “colpire, influenzare le persone”, vedo suoni e silenzi organizzati, insieme alla poesia verbale, lì per allineare pensieri e sentimenti al fine di trasformare e convertire il dolore e l'ansia, la conoscenza e l'ingenuità in nobili costruzioni simboliche.


VERSIONE INGLESE



 

Michael Limnios interviews Bernardo Lanzetti


Bernardo Lanzetti - Home (Photo: Bernardo Lanzetti)

 

Q&A with legendary Italian singer Bernardo Lanzetti of PFM/Acqua Fragile, released a new solo album “Horizontal Rain”

By Michael Limnios Blues Network


"Today there is no such an impact. Music is mostly just layered sounds in the background endured to avoid facing menacing Silence… I already wrote about making music which, in the end, should always be fun while listening to music other mechanisms come into action with no filter whatsoever for all humankind. To answer your question about “affecting people” I see organized sounds and silences, along with verbal poetry, there to align thoughts and feelings in order to transform and convert sorrow and anxiety, knowledge and naivety into noble, symbolic, constructions."

 

Bernardo Lanzetti: 

The Art of Music, The Music of Art

 

Legendary Italian singer Bernardo Lanzetti of Premiata Forneria Marconi (PFM) and Acqua Fragile, released a new solo album titled “Horizontal Rain” (2021). Featuring Tony Levin, David Cross, David Jackson, Derek Sherinian, Tony Franklin, Jonathan Mover and many others. Conceived and recorded over a few years with outstanding musicians and special guests, Bernardo Lanzettiʼs new work is presented as a collection of musical episodes that sail from Progressive Rock to Vanguard, making port of call at Modern Opera, Art Rock, Rock & Soul and Classix 2 B. Eight songs in English, two lyrics written by friend Peter Jack Marmot, wordsmith and coach manager between London and Marbella, plus an Italian text for the song “Ero un num Ero”, built on an elementary and random numerical progression as if to point out that the so-called “inspiration”, at times, can only be a fairy tale to deceive the unwary listener. Without exaggerating or forcibly imposing his vocal range exceeding three octaves, the vocalist makes available the complete range of his voice, including the one processed by his Glovox device and those written for a choir that, in “Different”, move on articulated bars, always different in their division and imperceptibly delusional succession.          

 
(Photo: Bernardo Lanzetti)

In the album, passion, detached nostalgia, fury and irony unfold track after track with a mix of sounds that are as unpredictable as they are effective: David Jackson’s baritone sax replacing the double bass in “Lanzhaiku” or Tony Levin’s unmistakable stick in “Heck Jack”. The pressing guitars of Marco Colombo in “Genial” where not even Andalusia is neglected or those of Andrea Cervetto, excitingly painful in the desperate appeal of “Walk Away”, which finds Tony Franklinʼs precise fretless bass and, in contrast, the hectic synth of Derek Sherinian and the poignant violin of David Cross. Alternating solid and frantic episodes, Jonathan Moverʼs drumming stands out on four strong selected tracks. With more than 120 songs already published to his credit, Bernardo also celebrates his being an author/composer with this new album where almost everything, including the artwork, is due to his talent and attitude. Including the above mentioned special guests, in all 19 musicians and a choir of 7 from Italy, UK, USA and Spain, numerous sound engineers and the careful and patient work of the producer Dario Mazzoli, make this work precious and unique.

 

Interview by Michael Limnios 

Special Thanks: Bernardo Lanzetti & Billy James (Glass Onyon PR)

 

How has the Rock Counterculture influenced your views of the world and the journeys youʼve taken?

When I was unconsciously thinking that the world needed a stir up, not yet seventeen, in ʼ65, I went to the US with a scholarship, to study and graduate as an exchange student. Coming from a family were a few languages were spoken, I assumed I was suitable and inclined for what there was in store for me but, after a 7 day journey by boat, two days and one night on a Greyhound bus, when finally riding shotgun in a long American car, the radio was turned on and Bob Dylan shouted Like A Rolling Stone, I knew my journey had really started big time! I consider myself lucky to be exposed not only to Rock Counterculture but also to all that I witnessed first living in Texas and later visiting London, Paris, Warsaw and the US again. At the time, I still wanted to become a scientist - a mad one, more likely - and though attracted by art, still I was not thinking about going into music. That happened just a few years later…

How do you describe your music philosophy and songbook? Where does your creative drive come from?

It was not long ago that I realized some of my early works were simply meant to explore my own awareness and intended to make me move along the way. Most others could be defined as sort of artistic ceremonies to help to relate to the past and the future not only as factual places but also in the sphere of feelings. As commonly defined, I might say my creativity too seems to come from connecting, for example, geometric forms, weather basic or more complex repetitions of facts and figures and relate them in an unusual way. Think about fingers on guitar frets or on a keyboard, repeated words in a song chorus, odd time signature as opposed to even one, chords progression as visiting a mysterious house or a fascinated twisted guitar riff like an iron spiral staircase… As lyrics in stanzas have beat and sound, so emotions, loss and hopes have their shape and edge in our feeling and senses. This drive you are mentioning could be a type of energy with an extra shot but itʼs not predictable. Curious to notice though that, sometimes, to have an agenda, a concrete plan, seems to help out the process.

"And again, learning is an open process so never stop practicing, experimenting and studying. Success is not automatic for any artist. Hard work and faith in what you are doing help to carry on. Ups and downs are all in the picture just like sound wave graphics." (Premiata Forneria Marconi / Photo by Guido Harari)


Which meetings have been the most important experiences for you and your career?

Quite a few encounters were important and, as years go by, more faces and facts come up from the hazy past. I suspect this question of yours implies me quoting statements made by, at least, some of these people so, here we go.

Franco Mussida, original guitarist for PFM: answering my early question “how can I write a prog tune?”, he replied: “Well, you get on it and write it down! Funny enough, after that, Morning Comes came out for Acqua Fragile.

Alessandro Nidi, pianist, composer and director: when asked to learn, rehearse and perform The Three Pennies Opera and Porgy and Bess, I told him, up front, “Please do know I canʼt read music”. “No sweat - he said - Iʼll come over to your place with my keyboard and teach your parts, note by note!”

M° Giorgio Gaslini (RIP), Jazz pianist and more: before going on stage on a première he cried out: “Donʼt be nervous, have no fear. Music was not invented by us, we are here just to enjoy it!”

Mario Lanfranchi, film and opera director, formerly married to US soprano Anna Moffo: “I often wonder how great it would have been to have you on the Opera scene. You would have been a gorgeous “Trovatore” in the opera by Giuseppe Verdi.

Steve Hackett: in 2014 about a chance to join him on stage to perform some Genesis track. “Bernardo it would be great but we just have no time to rehearse”.

“Donʼt worry about it - I said - I donʼt need to rehearse!” As it happened it was a great night in Cortona (Tuscany, Italy) and glorious The return Of The Giant Hogweed can be checked out on You Tube.

Jonathan Mover, US drummer: I asked him to play drums on My Forte, a track in 11/4 I wrote for Acqua Fragile. He explained to me his viewing it as a 22/8 which is quite easy to understand but then he went on subdividing each bar in 7/8+6/8+5/8+4/8 so that every new bar ends up having a different time signature from the previous and the following one. Sometimes being a swagger, I applied this “Mover Code” to the track called Different in my “Horizontal Rain” album.

Dario Mazzoli, bass player and producer: Previously having worked together both live and in recordings, he just called me up at the beginning of 2019  asking to be updated about what I was doing. I told him about my new “Horizontal Rain” solo album not hiding some difficulties in actually completing it. I described  each  track and even before hearing them he said: “Well, Iʼd love to produce it!” And that happened. I was aloud latitude and extra experimentation, had a few mastering re-done, over and over, and even had him on bass on one tricky track.

Unidentified lady: a most distinguished lady after an unplugged performance, in Assisi: “Gentleman, aloud me to tell you. Now, itʼs all clear to me. You are not a singer! You are not an entertainer!?...You are a vehicle for energy to us!”.

"It was not long ago that I realized some of my early works were simply meant to explore my own awareness and intended to make me move along the way. Most others could be defined as sort of artistic ceremonies to help to relate to the past and the future not only as factual places but also in the sphere of feelings. As commonly defined, I might say my creativity too seems to come from connecting, for example, geometric forms, weather basic or more complex repetitions of facts and figures and relate them in an unusual way." (Photo: Bernardo Lanzetti)

 

Are there any memories from gigs and studio sessions which youʼd like to share with us?

With Acqua Fragile we had this live acoustic number, and I was stumping my left foot on the floor to make more sound in the instrumental intro. I carried on moving up front but, blinded but the stage lights, I fell off the asymmetrical platform into a dark hole. Never been much of an athlete but I climbed back on up and made it to my microphone stand, just on time for singing. Still everybody, the rest of the band included, thought it was a planned, weird, stage act.

Before joining PFM, they had previously worked with another fine singer whose voice was not so powerful but who could hit some quite high notes. Three days before going in the studio to record “Chocolate Kings”, they changed their mind and wanted me in Milan.

My audition took place at Franco Mussidaʼs condo flat. They were anxious to find out if I could hit those above notes which I promptly did but the volume of my singing was over the top. Everybody was worried about neighbors complaining so I grabbed a cushion from the sofa and pressed it on my mouth throughout the audition!

Again with PFM, as we were recording Jet Lag, in L A, we ran out of studio time so the whole band moved to London with a fair deal at Scorpio Studios. Our economy flight from Milan to Luton was over delayed and then it was about 2 am when we were riding the bus from the airport to town. Franco said: “Hey guys, didnʼt we book the studio for 24 hours a day? Why wasting time to check into the Hotel. Letʼs go to the studio and start getting the job done! So, at 3 in the morning, we ring the bell at Scorpio. The sound engineer comes to the door.

Somebody asks “Can we set up and start recording?”. “Sorry - said the lad - my assistant (vital at the time because operating the 24 channel tape recorder) wonʼt be here till 8 am”. “Well,”- replied Franco - “do you have a microphone?”. “Oh, certainly yes” stated out the Scorpio man”. Franco turned around to me and ordered: “Bernardo get in and sing out!”

A most talented, fairly young sound engineer, while recording my vocals down, recently was reported saying: “I knew there were singers like him (yours truly) but, for me, this is the first time I donʼt need to plug in compressors and auto-tune!

"I consider myself lucky to be exposed not only to Rock Counterculture but also to all that I witnessed first living in Texas and later visiting London, Paris, Warsaw and the US again. At the time, I still wanted to become a scientist - a mad one, more likely - and though attracted by art, still I was not thinking about going into music. That happened just a few years later…" (Photo: Bernardo Lanzetti)


How do you think that you have grown as an artist since you first started making music?

Somebody said that most of the music we all hear and talk about is just a bunch of “accidentally assembled monophonic lines”. Anybody can think and relate to a single music line. One note at the time, step by step, and you reach out your goal. As in my painting, in music I am self-taught so I do not see myself as an orthodox musician with perfect pitch outstanding ear and all that but I have some musical taste, knowledge, respect for the great artists, a strong will to dare and I have a lot of voice. When I first started, I was doing things without knowing why but now I can tell I was doing them right.

What has remained the same about your solo music-making process and new album "Horizontal Rain"?

I relate to many different types of music and Progressive Rock takes in many of them. After Vox 40, the concert to celebrate my 40 years in music that took place in 2013, I thought I was ready for a new challenge. Again, though, my passion for exploring and experimenting, not only with notes, is detectable in all tracks of “Horizontal Rain”.

What do you miss most nowadays from the music of past? What are your hopes and fears for the future of?

Meet some guys with matching attitude, get together in a garage, have a band, go on the road… I miss that, not only for myself but for my fellow musicians too. About your second question, In Italy, we say “navigate on sight” that is: be ready for anything that will show up ahead, on the sides, from the back, from underwater or down from the sky… Nobody can tell how life will turn out to be in the near future. As everybody else, artists should take good care of themselves plus protect and develop more and more their art. They are called to a greater commitment because politics and science…

"As my “American brother”- from the family that first hosted me - Mike Doc Martin, a musician all his life, just recently retired, did tell me: “No matter what you produce in music, wether you put down the notes, write the lyrics, may be you are an arranger, up to being a lead singer or a full act, for your publishing, recordings and live concerts you will always need distribution and thatʼs where the music changes and the plot thickens…” (Photo: Bernardo Lanzetti, Graceland in Memphis, 1966


What were the reasons that made Italy in 70s to be the center of Progressive/ Art Rock experiments?

In Italy, before the 70s, there was nothing of what we know as being “a Band”.

Yes, we had groups of instrumentalists backing up more famous singers but these units would not write their music and lyrics, were not responsible for the arrangements and, most of the times, they were not even making their records, as the job was carried out by unknown and anonymous session men. In the 60s, a lot of “Beat Combos” would appear on the scene with singles that were just plain covers of American or British songs with Italian words.

It all changed when, in 1971, “Le Orme” had the opportunity to come out releasing an album with original tracks all written   and recorded by the band itself. Progressive Rock (in Italy was, strangely, called “Pop”) was happening in Great Britain and everybody felt the British were doing it the right way.

So, also to oppose the crummy middle of the road music broadcasted on the radio or tv by national RAI, most Italian musicians and artists wanted to form a band or to be in it. Them all took Italy by storm and the record companies went crazy, signing out bands with unlikely names to record unusual, sometimes pretentious, concept albums and promoting their live shows where the stage would drown in all sorts of equipment… On the artistic and technical side, keyboards was the new big thing and in order to play them properly a key man usually had to have some classical training. Lyrics were up to the most schooled member and the artwork for the album jacket called in new artists. Even though youngster were more into rock of the era, from an interesting point of view, Progressive Music could be seen as a continuation of Opera in an electric form...

As it happened, leftish parties, stirring political issues, did try to incorporate the whole movement as it was all by and for young people but their acting ended up causing a major disturb to any possible new development. Anyway, this is a whole different topic.

"As in my painting, in music I am self-taught so I do not see myself as an orthodox musician with perfect pitch outstanding ear and all that but I have some musical taste, knowledge, respect for the great artists, a strong will to dare and I have a lot of voice. When I first started, I was doing things without knowing why but now I can tell I was doing them right." (Premiata Forneria Marconi / Photo by Guido Harari)


What are some of the most important lessons you have learned from your experience in the music paths?

As my “American brother”- from the family that first hosted me - Mike Doc Martin, a musician all his life, just recently retired, did tell me: “No matter what you produce in music, wether you put down the notes, write the lyrics, may be you are an arranger, up to being a lead singer or a full act, for your publishing, recordings and live concerts you will always need distribution and thatʼs where the music changes and the plot thickens…”

When forming or joining a band, it is important to have papers stating out all about name and logo property as well as relationships between each member of the band to guarantee a fair access to recording and publishing contracts. I know it sounds far from art but business is business also in music. I pity sons and daughters whose parents musicians passed away without ever straighten out the major and true financial aspects of their past, valuable, honest work. And again, learning is an open process so never stop practicing, experimenting and studying. Success is not automatic for any artist. Hard work and faith in what you are doing help to carry on. Ups and downs are all in the picture just like sound wave graphics.

What is the impact of music on the socio-cultural implications? How do you want to affect people?

Today there is no such an impact. Music is mostly just layered sounds in the background endured to avoid facing menacing Silence…

I already wrote about making music which, in the end, should always be fun while listening to music other mechanisms come into action with no filter whatsoever for all humankind. To answer your question about “affecting people” I see organized sounds and silences, along with verbal poetry, there to align thoughts and feelings in order to transform and convert sorrow and anxiety, knowledge and naivety into noble, symbolic, constructions.


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