Acqua Fragile-“Moving fragments”
di Renato La Monica
I pensieri corrono veloci nelle immense praterie della mente,
superano agevolmente recinzioni, steccati, palizzate, raggiungendo vette di
lirismo inaudite.
I pensieri non conoscono ostacoli e confini se hai sul piatto
un disco degli Acqua Fragile, tornati
alla ribalta con il loro quarto album, quinto se si considera “Live in
Emilia”.
Servono dosi massicce di audacia e anticonformismo per
riproporre il progressive in una fase storica contaminata, anche musicalmente,
dal politicamente corretto.
Ma loro, gli Acqua Fragile, ancora una volta, si divertono ad
andare controcorrente, sbeffeggiando i luoghi comuni imposti dal mainstream.
“Moving fragments”
è un lavoro che allarga l’orizzonte e cambia la prospettiva, riportando alla
luce tesori che sembravano perduti nel grande scrigno del passato.
Le nove tracce del disco, uno strumentale e tre eseguite in
italiano dalla voce possente di Bernardo Lanzetti, non tradiscono i
tratti distintivi della band: ricercatezza del suono, impasti vocali suggestivi
e ricami chitarristici di alta scuola.
Le orme del “Gigante Gentile” sono ancora là, ad indicare
l’itinerario da seguire.
E loro, gli Acqua Fragile, concedono ai maestri del genere il
doveroso tributo, facendo rifiorire il giardino del progressive.
Personalmente, nei primissimi ascolti ho particolarmente
apprezzato “Her Shadow’s Torture”, la title track e “IA Intelligenza
Artificiale”, brano pensato da Bernardo ben prima che l’argomento diventasse di
pubblico dominio.
A Piero Canavera, Franz Dondi e Bernardo Lanzetti, membri
originari del gruppo, si aggiungono il tastierista Stefano Pantaleoni, il
chitarrista Claudio Tuma e la vocalist Rossella Volta.
Nel disco ci sono diversi ospiti, ma su tutti spicca David
Jackson, iconico sassofonista di una band di culto come i Van Der Graaf
Generator.
Concludendo, “Moving fragments” è un disco senza tempo, senza
macchia e senza paura.
Un antidoto efficace contro la monotonia musicale della
nostra epoca.