domenica 30 giugno 2024

Parma dedica una mostra al Maestro Mario Lanfranchi

 

Al Museo APE, in Parma, mostra dedicata a Mario Lanfranchi.

Già regista di teatro, opera lirica e cinema, amante dell'arte e collezionista, il maestro ha avuto una vita avventurosa anche in USA e Gran Bretagna.

Ha lavorato, tra gli altri, con Nureyev e la Fracci, Charles Aznavour e Peter Ustinov nonché con la soprano Anna Moffo, divenuta poi sua moglie.

Molta emozione tra gli amici intervenuti alla conferenza programmata. Ammiratore e sostenitore di Bernardo, Mario Lanfranchi è riuscito ancora a commuovere a due anni dalla sua scomparsa.


                          Pensiero di Mario Lanfranchi
















mercoledì 26 giugno 2024

Mangala Vallis: Video a Villa Lanfranchi


Mangala Vallis

Video a Villa Lanfranchi


Il 10 dicembre 2005, i Mangala Vallis presentarono, in anteprima, l’album “Lycanthrope” a Villa Lanfranchi.

Bernardo aveva avuto il piacere e l’onore di conoscere Mario Lanfranchi, pochi mesi prima, in occasione di un concerto con musicisti di Parma legati al teatro, nel suo giardino all’italiana.

Il Maestro, già regista di opere liriche, cinematografiche, amante della musica, della recitazione e dell’arte in generale, ospitò il concerto unplugged della band nel suo teatrino di corte.

Successivamente, Bernardo, non senza emozione, chiese a Mario la possibilità di usare alcune zone della sua villa, come location per un articolato progetto video dei Mangala.

Bernardo”, gli disse il Maestro, “questa non è una casa o un’abitazione… Questo è un teatro! DEVI girare il video!”. Aggiunse poi: “Mi scuserai se non mi metterò dietro la macchina da presa ma potrete filmare in esterni e interni in ogni zona che vorrete scegliere, non escludendo alcun ambiente, camera da letto e scantinati compresi. Metto a disposizione anche la mia Bentley!

Lycantropus Ducalis” è una produzione video che raccoglie tre cortometraggi girati sulle musiche di tre brani scelti dall’album “Lycanthrope”.

 


The Boy That Howls At The Moon

Call Me Alias

The Mask


Mario Lanfranchi ci ha lasciati il 3 gennaio 2022. Bernardo è onorato di avere avuto l’amicizia del Maestro e orgoglioso di averlo avuto come ammiratore e sostenitore della propria vocalità.




giovedì 20 giugno 2024

Il racconto di Bernardo Lanzetti a proposito dei Mangala Vallis e del loro album “Lycanthrope”…


Il racconto di Bernardo Lanzetti a proposito dei Mangala Vallis e del loro album “Lycanthrope”…

 

Il secondo album dei Mangala Vallis, “Lycanthrope”, è stato per me un lavoro moto importante perché mi ha riconciliato con il Prog e ha sviluppato le mie attitudini all’arte.

Dopo essere stato ospite nel primo album, “The Book Of Dreams”, entrato nella band a tutti gli effetti, sono stato conquistato dal concept ideato da Gigi Cavalli Cocchi e dalle musiche scritte da Mirco Consolini e Enzo Cattini.

In particolare, ricordo quando nella soffitta/studio Tamburo di Gigi, Enzo mi accennò, all’Hammond, l’intro e lo sviluppo di quello che sarebbe diventato “Call Me Alias”.

Avevo trovato posto a sedere in un angolo della panca dell’organo, giusto accanto a Enzo che suonava e con poche parole descriveva lo svolgimento del brano. Ebbi la visione di un quartetto d’archi che suonava nello spazio ma, cosa ancor più straordinaria, qualcosa mi diceva che quella musica mi aspettava perché destinata a me.

Incaricato di scrivere i testi, affrontai il tema alla maniera di certi film degli anni ’70, dove diversi registi proponevano il proprio episodio visionario sul tema comune (curioso rilevare la riproposta del genere con l’attuale film “Kinds Of Kindness).

In questo modo, poi, come vocalist, sarei stato, di volta in volta, il narratore, il giovane uomo inquieto, il filosofo dietro gli accadimenti e, naturalmente, il Licantropo.

All’epoca, ero quasi sempre nel mio studio di pittore a Crema, dove praticamente vivevo da single. Avevo spazio e tempo per osare in ogni direzione.

Non so come, arrivai a piazzare penne e quaderni in ogni angolo delle due grandi stanze a disposizione. L’impianto audio diffondeva i nuovi brani demo registrati con l’inglese maccheronico accennato dal Consolini, mentre io mi aggiravo tra tavoli e cavalletti come un’ombra spiritata, un cacciatore o una preda.

Scrissi tutti i testi praticamente stando in piedi e le parole per uno stesso brano si sviluppavano in zone diverse dello studio e su pagine di quaderni differenti…

Echo Absolute - Rimanda a quello “spazio” intuito all’inizio di questo scritto

Cosmotraffic Jam - Intrappolato in un ingorgo stradale cosmico, l’interprete prende la decisone di cambiare la propria natura: non più sostenibile come umano sogna di diventare animale.

Call Me Alias -Sull’assurdità e incongruenza dei rapporti umani di quel presente. L’attrazione amorosa sempre in cerca di poesia per realizzare l’amore. Occorre ricordare che lo scritto risale al 2005 ben prima dell’esplosione dei social.

Lycanthroparty - Prima di diventare un Licantropo, il soggetto organizza un grande party per salutare tutti gli umani…

Hum / Animal Song - La canzone celebra l’umano e la belva.

The Boy That Howls At the Moon - Il ragazzo che ulula alla luna. Un telefilm con gli accadimenti in cronologia.

The Mask - Ancora su aspetti assurdi e insostenibili della società odierna.

The Transparent And The Obscure - Un discorso filosofico sulla contrapposizione tra il “trasparente” e “l’oscuro”.

 




lunedì 10 giugno 2024

Nell’aprile del 1978 CIAO 2001 dedica la copertina alla PFM: qualche aneddoto...

Nell’aprile del 1978 CIAO 2001 dedica la copertina alla PFM


Bernardo Lanzetti ricorda qualche aneddoto a tal proposito…

 

Nella foto originale siamo ai gloriosi Stone Castle Studios, che da tempo non esistono più. Fuori c'era la neve...

La foto servì poi ad Andrea Pazienza per disegnare la copertina dell'album "Passpartù”.

Franco Mussida indossa la mia sciarpa, e a me fu chiesto di fingere di fumare, ma ero l'unico che non fumava...


Quel numero è scaricabile al seguente link: 

https://acrobat.adobe.com/id/urn:aaid:sc:EU:74683d78-2464-4fda-ada1-6b3362484f28

 


 

domenica 9 giugno 2024

Bernardo Lanzetti e i Mangala Vallis-1° parte


Racconta Bernardo Lanzetti...


Nell’estate del 2001 venni contattato da Gigi Cavalli Cocchi che assolutamente non conoscevo, ma che mi convinse a partecipare al progetto di debutto discografico del suo gruppo Mangala Vallis.

L’album, “The Book Of Dreams”, un concept sulla figura di Giulio Verne e del suo mondo letterario fantastico, era in avanzata fase di lavorazione ma, a quanto ricordo, il primo cantante aveva abbandonato per trasferirsi in oriente e il secondo stava vagliando la proposta per andare a cantare e recitare in un musical. La situazione era ancora più complessa in quanto alcuni testi erano incompleti e non definitivi.

Nello specifico, mi si chiedeva di essere ospite nel brano "A New Century" che era nelle mie corde e, dopo una piccola revisione del testo, anche nella mia letteratura.

L’album uscì nel 2002, e ricordo che fu presentato al Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia con un concerto dove la formazione includeva numerosi ospiti.

 

Didascalia della foto…

 

Nel camerino prima del concerto, da sx a dx:

Enzo Cattini - tastiere, Emiliano Vernizzi - sax, Gigi Cavalli Cocchi- batteria, Bernardo Lanzetti - cantante ospite, Fabio - chitarra, Gianluca Tagliavini - tastiere, Mirco Consolini - chitarra, Eugenio Carena - autore dei testi, Andrea Bonetti - basso, Matteo Setti - cantante.

Emiliano ha poi formato un duo con il pianista Alessandro Sgobbio, già Acqua Fragile Project.

Gianluca Tagliavini è stato il primo tastierista a sostituire Flavio Premoli nella PFM.

Matteo Setti è poi stato Gringoire in “Notre Dame De Paris”.

(continua)




 

giovedì 6 giugno 2024

Delirio Steve Hackett a Spoleto, qualche aneddoto di Bernardo Lanzetti

 


Racconta Bernardo Lanzetti


Nell' occasione dell'evento al Teatro Nuovo di Spoleto, l'incontro/intervista con Steve Hackett, l'amico e collaboratore Vincenzo Ricca è riuscito a organizzare un pranzo con il chitarrista, la moglie Jo e le nostre rispettive.

Pur stanco e provato, Steve è stato generoso nel dialogare con noi. Ancora una volta ha confidato quanto gli piacerebbe migliorare la sua vocalità. In molti gli danno suggerimenti ma, simpaticamente, rivelava che, quando nello studio di registrazione si accende la luce rossa che segnala l'inizio registrazione, lui dimentica ogni consiglio e si ritrova con le solite problematiche.

In particolare, a lui piacerebbe molto migliorare il suo "vibrato" e il sottoscritto gli ha riferito che proverà a fornirgli valide istruzioni in merito...


La descrizione dell’evento…

https://tuttoggi.info/delirio-steve-hackett-a-spoleto-teatro-nuovo-soldout-e-fan-rimandati-indietro-il-successo-della-passione/830273//





lunedì 3 giugno 2024

Interessante intervista a Marva Jan Marrow del 2015: un po' di storia raccontata da una protagonista!



Chocolate Kings – PFM 1975
Intervista a Marva Jan Marrow – 2015


L’americana Marva Jan Marrow arriva nel nostro paese ad inizio anni ’70, e per un decennio vivrà la “nostra” musica in modo attivo, dando un contributo fondamentale.
Cantante ma, soprattutto, autrice, fornirà il suo tocco personale collaborando con artisti come Guccini, Graziani, Battisti, BANCO, Fossati, Mina, Battiato, Venditti, Pravo, Cocciante… e chissà quanti altri! Ma la musica non è tutto, perché l’amore per la fotografia spinge verso l’artwork, che diventa per lei una nuova forma espressiva e vincente, negli ani ’80.
Ma il binomio Marva/PFM resta il più vivo nei ricordi degli appassionati di musica, grazie anche al lungo legame sentimentale che l’ha legata a Patrick Djvas, bassista della band.
Partiamo dall'album "Chocolate Kings", i cui brani sono stati da lei firmati/cofirmati con Mauro Pagani.
Ecco la testimonianza di Marva Jan Marrow.


Marzo 2015

Nel mondo del Prog, già girava il tuo nome per gli album dell’Acqua Fragile.
Hai qualche ricordo di quelle tue partecipazioni?

Ricordo che all’epoca scrivevo molti testi in Inglese per diversi artisti italiani, specialmente per quelli della casa discografica Numero Uno. E’ stato un periodo creativo in cui ero molto ispirata. Ricordo che nel mio primo incontro con Bernardo Lanzetti rimasi piacevolmente sorpresa per la sua conoscenza della lingua inglese – non comune per quell’epoca, in Italia. Mi piaceva l’energia del suo gruppo (Acqua Fragile) e la singolare qualità della sua voce. Diventammo amici. Ricordo che diedi una mano con l’Inglese fornendo alcuni consigli per l’album, ma niente di specifico.

Sappiamo delle tue collaborazioni con Lucio Battisti alla Numero Uno.
Fu in quell’ambiente che fosti contattata dalla PFM?

Il manager della PFM, Franco Mamone, era anche il mio. All’epoca facevo serate da sola o con vari gruppi. Ho conosciuto Patrick Djivas il bassista, nell’ufficio di Mamone, il pomeriggio di un Febbraio freddissimo. Noi due cominciammo a parlare e finì che lui mi invitò a cena. Mentre io gli facevo strada sul mio motorino, lui mi seguì con la sua auto piena di bagagli perché giusto di ritorno dopo una visita a sua madre a Nizza (Patrick è francese). Prima del ristorante, mi chiese se poteva appoggiare la sue valigie e il suo basso a casa mia per evitare di lasciarli nell’auto incustodita. Andammo a cena e poi lui… non se ne andò più. Da quel giorno abbiamo vissuto insieme per tredici anni. Mamone continuò ad essere il mio manager e io andai anche in tour aprendo diversi concerti prima della PFM. Fu in quel periodo che cominciai a collaborare ai loro testi prima per Chocolate Kings e più tardi per Jet Lag.

Come si sviluppò la tua collaborazione con il gruppo e specificatamente con Mauro Pagani alle prese con i testi in Inglese?

Ciò che io ricordo è che io ho scritto i testi “DA SOLA”, con alcune direttive della PFM circa gli argomenti. All’epoca sia Pagani che Mussida sapevano solo qualche parola di Inglese. Certo frequentavo Mauro e la sua prima moglie, Adalaura, così come anche gli altri della PFM perchè vivevo con Patrick Djivas.

Si sa che Bernardo Lanzetti entrò nella PFM solo tre giorni prima che entrasse in sala a registrare l’album. In precedenza Ivan Graziani era il cantante destinato.

Per la verità non ricordo molto di questo. Fu tutto deciso abbastanza in fretta perché l’album in inglese era già da realizzare e si doveva partire per gli USA. So che si dice che a Ivan Graziani fu chiesto di entrare come cantante nel gruppo ma, per quanto io ricordi, questo è stato solo un pensiero che è passato veloce.

A distanza di quarant’anni riesci a inquadrare, in positivo o in negativo, l’album Chocolate Kings? Come lo consideri e che valore puoi dargli nella discografia della PFM almeno fino a quando sei stata in Italia?

Credo ci siano diverse composizioni e temi di rilievo nell’album Chocolate Kings, molto scomodi però per gli americani. D’altra parte non sono sicura che anche gli italiani ne fossero conquistati perché portati a pensare che la PFM fosse diventata un po’ snob e intenzionata a lasciare l’Italia, mentre in realtà le tematiche delle composizioni erano dirette e studiate più per un pubblico italiano che americano. Fu così che in qualche modo l’album si posizionò come in una terra di nessuno anche se molte delle canzoni erano allegorie molto potenti.

Rileggendo la tua “storia italiana” si nota come il tuo ruolo di autrice sia stato molto trasversale, avendo tu collaborato sia con importanti cantautori che con gruppi prog rock: esistono difficoltà creative specifiche che differenziano un testo dedicato a Fossati piuttosto che uno disegnato per la PFM?

Quando scrivevo testi per un qualche artista cercavo sempre di considerarne la personalità ed entrare in sintonia con lui. Per me era poi molto, molto importante, che i versi avessero un SOUND, ovvero non solo significati, ma anche musicalità nelle parole così che esse potessero rimbalzare dalla lingua per valorizzare la musica e il ritmo. Il risultato è così quello che ogni canzone appare confezionata su misura per ogni artista, con la musica e il significato a guidare la loro strada, fossero Battisti, Fossati o la PFM. I testi devono essere molto “musicali”. Ho scritto per molti cantautori e per diversi gruppi di loro con lo stesso approccio di base, ma con risultati moto diversi perché diversa la musica.

La tua passione per la fotografia ti ha portato a realizzare alcune copertine di album: che cosa pensi del contributo aggiunto che poteva arrivare da un certo “art work” indovinato, e che giudizio dai di quelli utilizzati per  Chocolate Kings?

Chocolate Kings aveva due diverse copertine – una per il mercato Americano e una per l’Italia. Non credo di amare nessuna delle due, ma credo di preferire la versione con la piccola foto della donna grassa, più elegante.

SONG LIST (*)
1.      From Under - (testo di Marva Jan Marrow e Mauro Pagani; musica di Ivan Graziani, Franco Mussida e Flavio Premoli) - 7:29
2.      Harlequin - (testo di Mauro Pagani; musica di Franco Mussida e Flavio Premoli) - 7:48
3.      Chocolate Kings - (testo di Marva Jan Marrow e Mauro Pagani; musica di Franco Mussida e Flavio Premoli) - 4:39
4.      Out of the Roundabout - (testo di Mauro Pagani e Bernardo Lanzetti; musica di Franco Mussida e Flavio Premoli) - 7:53
5.      Paper Charms - (testo di Mauro Pagani; musica di Franco Mussida e Flavio Premoli) - 8:30 

*Alla luce di ricerche storiche e in rete, anno 2015