sabato 16 dicembre 2017

"A New Chant" su "l'Isola che non c'era"



Erano gli inizi degli anni ’70, e si era dunque in pieno periodo “prog” quando, nell’area di Parma, prese forma una nuova formazione musicale, Gli Immortali; nel 1973 Bernardo LanzettiGino CampaniniPiero CanaveraMaurizio Mori e Franz Dondi cambiarono nome divenendo Acqua Fragile, entrarono nell’orbita dell’etichetta Numero Uno grazie ai contatti con la PFM, ed uscirono con il loro primo album, omonimo, considerato un piccolo gioiello e che, malgrado ciò, ebbe purtroppo una distribuzione ed una diffusione molto limitata.
Acqua Fragile venne subito notato dalla critica dell’epoca che non mancò di esaltarne le qualità: “ineccepibile tecnica musicale, ritmica possente, ottima voce, continuità e fluidità nella composizione”. Un pochino meglio andò con il secondo lavoro, Mass Media Stars, uscito l’anno successivo, qualitativamente probabilmente anche migliore del primo e distribuito persino negli Stati Uniti, ma la parabola di questa meteora della musica progressiva stava inesorabilmente imboccando la fase discendente.

Una band che avrebbe avuto, senza dubbio, tutti i numeri per poter occupare un ruolo di rilievo nel panorama musicale italiano, si “spense” quasi subito: Bernardo Lanzetti divenne, per una intensa e purtroppo breve stagione, il cantante della PFM, Mori se ne andò lasciando il posto al tastierista Joe Vescovi, proveniente dai Trip. La band rilasciò, ma solo parecchi anni dopo, un album dal vivo contenente alcune registrazioni risalenti al 1975, ma dalla qualità sonora discutibile che non le rendeva certo onore; poi, sul nome Acqua Fragile calò, inesorabile, il silenzio. Eppure, per anni ed anni, gli appassionati di questo genere non li dimenticarono affatto anzi, in parecchi si sono sempre chiesti il perché del fatto che un gruppo così valido fosse scomparso senza lasciare tracce, ed in molti, anche fra gli addetti ai lavori, si sono sempre augurati che prima o poi gli Acqua Fragile potessero avere un’altra occasione considerando che i loro lavori “d’epoca”, erano e sono a tutt’oggi molto ben considerati.

Ci hanno creduto anche Lanzetti, Dondi e Canavera i quali, dopo numerose esperienze musicali nei decenni successivi al “congelamento” della band, hanno ragionato sul fatto che  nell’attuale contesto musicale per gli Acqua Fragile aveva assolutamente un senso tornare alla ribalta. L’anno decisivo è il 2017, l’album si chiama A New Chant e contiene otto tracce che ridefiniscono il suono della band: composizioni generalmente più brevi che, in parte, recuperano le sonorità delle origini mentre per altri versi innovano grazie anche al contributo di una valida schiera di collaboratori.

Fra i brani proposti si fanno notare la “gabrieliana” The drowning, mentre My forteWear your car proudly e How come riportano decisamente alla mente il suono delle origini. La voce di Lanzetti, poi, riannoda i fili del tempo e si conferma come una delle più valide e riconoscibili non solo in ambito prog.

Torna dunque finalmente in pista una band che, come molte altre alle nostre latitudini, ebbe vita breve, riconoscimenti postumi soprattutto all’estero, e lasciò dietro di sé un senso di incompiutezza, quel “sarebbe potuto essere, ma…” che, artisticamente, è sempre un peccato dover riscontrare. Considerando che il panorama del progressive, italiano ed internazionale, è in una fase di grande effervescenza, il fatto che un gruppo come gli Acqua Fragile si riproponga al pubblico con un nuovo lavoro di inediti, è fonte di grande gioia soprattutto per gli appassionati. E chi, magari fra i “non addetti ai lavori” li vorrà riscoprire, troverà più di uno spunto interessante per ripercorrere, ascoltandola, la loro storia.





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