martedì 12 maggio 2020

La Musica dopo il 2020: spunti e riflessioni-parte seconda



La Musica dopo il 2020: spunti e riflessioni
Parte seconda

Mi rivolgo ai colleghi artisti e in modo particolare a chi ha avuto modo di leggere, in rete, il mio personale appello su “La Musica dal 2020”, riflessione in cui ponevo l’accento sull’aspetto artistico della musica a venire.

Ultimamente siamo stati in molti a lanciare messaggi scritti, audio e/o video, in rete, circa scenari futuri per arte, musica e spettacolo, ma ho riscontrato che tutti questi interventi sono accomunati da un grido di dolore e da una, più o meno espressa, richiesta di aiuto alle Autorità statali.

Mi sia concesso chiedere:
- quando mai Stato o strutture preposte, anche in tempi migliori, hanno aiutato gli artisti dello spettacolo e, in particolare, i musicisti?
- quando la tutela ed il sostegno della nostra categoria supererà gli interessi personali dei nostri rappresentanti?

Giusto dopo il “Concertone del 1° Maggio”, dove pochi, cosiddetti “big”, e un manipolo di raccomandati “sanificati” con le loro registrazioni audio/video si sono elevati sopra il 99,9% dei loro colleghi costretti a casa, provo a giocare con l’acuta osservazione circa il futuro formulata da alcuni osservatori e filosofi:

“Nulla cambierà, se non in peggio!”

In Italia, tutti potranno fare musica, soprattutto come hobby o seconda attività, ma in osservanza al collaudato e mai contrastato sistema del conflitto di interessi, per i sedicenti artisti, l’accesso ai media nazionali, RAI in testa, e ai festival musicali, quelli che godono anche di finanziamento pubblico, sarà gelosamente riservato ai funzionari SIAE, RAI, Partiti politici, Sindacati, Media e ai loro “congiunti” fino al 6° grado o addirittura 13°, a seconda del genere musicale. Gli affetti stabili si consolideranno come strategici.

La produzione di musica su supporti fonografici o multimediali verrà affidata, in via esclusiva, alle radio/televisioni commerciali che, divenute anche editori, nel senso allargato del termine, blinderanno i propri monopoli ove coltivare e promuovere musichette e simpatie di loro scelta chiudendo così il cerchio perfetto.

Si impedirà ogni intervento da parte del Garante per la Concorrenza e il Libero Mercato.

Con uno sguardo al panorama internazionale, si dovranno aumentare gli inviti in Italia agli artisti stranieri, sottolineando il fatto che, non essendo i loro cachet soggetti a IVA e contributi, l’affare risulterà sempre più vantaggioso. Non dimentichiamo poi i giochetti che si possono fare con i biglietti on line.

Il cosiddetto “plagio” non avrà più motivo di creare disturbo del mercato, in quanto gli autori più titolati saranno sempre autorizzati a saccheggiare le composizioni dei meno noti. Non si sprecherà più tempo e danaro nei tribunali anche se i consulenti tecnici, spesso incompetenti in musica, non potranno più arrotondare i loro introiti.

La “Class Action”, quella con cui la moltitudine di musicisti professionisti potrebbe scardinare il sistema, verrà loro preclusa, tanto... quando mai hanno voluto usarla?

Scendendo in dettagli tecnici, servirà abolire il concetto di “intonazione”, ovvero accettando culturalmente e matematicamente tutto ciò che sta tra “Il Silenzio” e la “Cacofonia”.

Il cosiddetto “playback” diventerà facoltà universitaria e si arruoleranno come docenti le numerose comparse che negli ultimi 40 anni si sono specializzati nel campo del “Liscio”.

Certo, rimangono i DJ, ma dopo averli maturati a conduttori e “opinion leader” qualcuno arriverà presto a nominarli cavalieri o commendatori della Repubblica!

Un caro saluto a tutti,

Bernardo Lanzetti

Lo scrivente, sorvolando sulla propria estensione vocale di più di 3 ottave e su quanto prodotto in campo artistico, può vantare un curriculum combattivo in quanto, partendo già dagli inizi degli anni ’70, impegnatosi per uscire indenne da una contestazione pesante da parte dell’Ispettorato del Lavoro, ha successivamente vinto in diversi contenziosi e cause legali per rivendicare i propri diritti di interprete/autore dovuti da case editrici e discografiche compresa una nota multinazionale.
Attualmente è impegnato in un’importante causa contro numerosi soggetti statunitensi e italiani alleati in più violazioni dei diritti d’autore e di interpretazione.

Le prime considerazioni di Bernardo Lanzetti su “LA MUSICA DAL 2020”, sono fruibili al seguente link:


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