IL (TANTO ATTESO) RITORNO DELL’ACQUA
FRAGILE
Di Andrea Pintelli
Il tempo porta e
riporta, toglie e dà. Il tempo non è necessariamente dentro una clessidra fatta
di paure che la sabbia possa finire, ma mischia le attese con i desideri, le
armonie con le tante strade, il novello che sorride con l’anziano che racconta.
Il tempo non è malinconia e nostalgia in una dimensione di futuro, dove si
guarda lontano per continuare a respirare. Ma a volte quel tempo resta sospeso,
fra due cardini che lo tengono in volo, fra due applausi mai primi e mai
ultimi. La meraviglia è quando esso si lascia andare, cullato da chi non lo
attende, ma ne fa tesoro. Il tempo è un elastico, che va teso al massimo, fino
ad arrivare appena prima del punto di rottura, ossia il massimo della sfida.
Quindi può capitare di ritrovarsi in una non ben definita epoca dove il tutto si
china per raccogliere un fiore dai colori e profumi fusi e soffusi, dove si
richiamano i crismi della rinascita senza essere mai stati interrotti, dentro un
turbine che ti posa dove avresti sempre voluto essere: in un sogno ad occhi
aperti. Uno di questi rarissimi momenti è accaduto venerdì 3 maggio al Teatro Comunale
di Casalmaggiore (CR): Acqua Fragile
in concerto. Durata dell’istante tanto atteso: due ore.
Quando si annunciò l’uscita del nuovo disco
nel 2017, lo stupore fu tanto, ripagato dalla sensazione di meraviglia dopo un
ascolto fatto d’un fiato. Il “vedremo” che Franz Dondi (anima e motore di
questa reunion) in fatto di esibizioni live, mi fece pensare. Ma poi sapendo
della data zero, come prova al limite, fatta lo scorso dicembre al club “Il
Giardino”, allora smisi di farlo, perché significava altri concerti. Da qui, la
data uno, praticamente giocata in casa, vista la provenienza di alcuni dei nostri.
Del gruppo originale lo stesso Dondi (al basso), Piero Canavera (batteria),
Bernardo Lanzetti (infinita voce), in compagnia dei nuovi elementi Stefano
Pantaleoni (chitarra), Michelangelo Ferilli (tastiere), Rossella Volta (seconda
voce).
Grande emozione in sala quando al calare delle luci, la band, un
elemento dopo l’altro, è salita sul palco per condurci in un emozionante
viaggio attraverso la storia che fu e la storia che si sta facendo.
La scaletta (legenda:
Acqua Fragile del 1973 – AF / Mass Media Stars del 1974 – MMS / A New Chant
appunto del 2017 – ANC) è iniziata con una roboante versione di “Cosmic mind
affair” (MMS), dove fin da subito si è capito il livello della serata, con i
musicisti tutti in palla e al massimo dell’eccitazione, seguita da “Education
story”(AF), antesignana del discorso fatto anni dopo dai Pink Floyd in “The
Wall”, come spiegata dallo stesso Bernardo, dove le tastiere hanno regalato
momenti di alta musicalità, quindi “Bar gazing” (MMS) in cui le stupende voci
di sono intrecciate per poi fondersi in un unico canto sublime, ben supportato
da un tappeto sonoro di prim’ordine. In “Professor” (MMS) i nostri si sono
esibiti in un brano tiratissimo, dove l’estensione rispetto alla versione
originale ha trovato nuovi nidi d’idee, assolutamente mirabile prestazione.
Indi è stata la volta di “Wear your car proudly” (ANC) in cui è parso chiaro e
lampante la prosecuzione stilistica del gruppo, come detto nell’introduzione,
senza interruzioni con un passato che non può e non deve essere chiamato e
pensato come tale. Potenza al servizio del nostro amato Prog! “The drowing” (ANC)
offre spunti per una dolce e sensibile prestazione delle ugole dei cantanti,
principali e non, siccome anche Piero, come da sempre fa, canta oltre a suonare
splendidamente la sua notevole batteria. A chiusura della prima parte del live
act arriva un trittico in versione acustica con “How come” (ANC) – “Going out” (AF)
– “Rain drops” (ANC) dove Bernardo imbraccia la chitarra acustica per offrire
momenti di rara intensità emotiva e sonora. Dopo la pausa, si riprende con il
primo brano del primo disco, quella meravigliosa “Morning comes” (AF) che fa
alzare il livello di commozione fra i presenti, talmente è sentita, talmente è
voluta. Il basso del grandissimo Franz deve essere arrivato lontano, viste le
braccia issate al cielo, alla fine del pezzo, di suo figlio e suo nipote
presenti fra il pubblico. Momento magico. Si riprende col manifesto sonoro dei
nostri, una versione al cardiopalma di “Mass media stars” (MMS) che ha portato
il pubblico in sala a spellarsi le mani alla fine dell’esecuzione. Degna di
nota la prestazione del chitarrista, prodigo di assoli ben calibrati, mai sopra
le righe, dosati nei volumi. Bernardo, poi, vero animale da palcoscenico, ci
spiega la simpatica storia legata alla sua terra natia che è all’origine della
composizione di “Three hands man” (AF), qui ripianificata e innalzata rispetto
all’antico splendore che già aveva nel disco, in cui l’amalgama tecnica dei 6
musicisti ha toccato vette altissime. Come bis si parte con “A new chant” (ANC),
giustamente posta in quasi chiusura di concerto, per colpire al cuore i
presenti in teatro. Bernardo ha dei segreti dentro di lui, per avere una voce
ancora così calda, multiespressiva, profonda (lui nell’intervista che seguirà dirà il contrario, ma segreti ne abbiamo tutti…). Certo, Rossella ha ben
supportato il nostro, centrando una prestazione anch’essa da manuale. Non
c’erano dubbi sulla qualità dei protagonisti, ma arrivare ad un tale risultato
è ammirevole. “All rise” (ANC), nove minuti di potenza e idee mirabolanti, dove
Bernardo introduce la band per i nostri giusti tributi, in cui fa volare il suo
inseparabile foulard fino ai nostri palchi. “Coffee song” ci accompagna verso
l’uscita di questo momento che rimarrà per sempre impresso nelle nostre menti,
tatuato nei cuori di chi ha voluto fortissimamente esserci per non andarsene
mai più (come il sottoscritto).
Noi tutti attendiamo di nuovo l’Acqua Fragile,
che sia in giro per l’Italia, ovunque, per un’altra ovazione come quella fatta
il 3 di Maggio.
A fine concerto è
stato possibile chiacchierare con Franz
Dondi e Bernardo Lanzetti… l’intervista
sarà pubblicata tra qualche giorno in questo spazio...
Video realizzato da Beppe Balugani...
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