E dopo un lungo parto
il VOX40
passa dallo stato progettuale alla piena realtà.
Protagonista assoluto Bernardo Lanzetti,
nella sua città, Parma, il luogo più idoneo per celebrare quelli che lui ha
voluto sottotitolare come “quarant’anni di voce impossibile”.
Sono molti i modi utilizzabili
per il racconto di una vita, ma cosa avrebbe potuto fare di più un vocalist di
lungo corso? Cosa c’è di meglio del ricordare una carriera celebrando lo strumento “voce”- non solo tecnica e
passione, ma anche un dono di Dio?
Avremmo tutti
ringraziato, se Bernardo Lanzetti avesse organizzato un grande evento, con ospiti importanti, italiani ed esteri, evento
sicuramente a portata di mano, probabilmente più semplice del VOX40.
Ma altra cosa è
segnare ogni passaggio significativo della colonna sonora di una vita
attraverso una miscela di attori, conoscitori del genere ed esterni, laddove
per “esterni” si intende professionisti della musica classica, che nello
specifico hanno avuto il compito e il merito, probabilmente senza comprenderlo
completamente, di fornire la chiave di lettura di un genere musicale che,
difficile o no, piacevole o no, ha raggiunto la dimensione dell’immortalità. Per
il giovane Maestro Mariano Speranza, dell’Orchestra Tango Spleen, non è stato
un gioco da ragazzi adattare le musiche degli Acqua Fragile alla dimensione orchestrale, e questo dato fornisce
la consistenza di una band vissuta in un periodo lontano, e durata troppo poco.
Ma c’è ancora tempo per una corretta ricollocazione e visibilità.
Uno spettacolo diviso
in più tronconi, come recitava la locandina: “… musiche di Acqua Fragile, Eclecticlanz, CCLR e PFM “.
Per realizzare
l’intero percorso Bernardo ha chiamato a lui la già citata Orchestra Tango Spleen
di Mariano Speranza, il Quartetto d’Archi Adrian Ensemble, Alex Giallombardo e Anna Barbazza,
e occasionalmente i due ex, Piero Canavera
e Franz Dondi - sezione A.F.; per la
riproposizione delle musiche di “Eclecticlanz e CCLR” si è affidato a Pier Vigolini, Enzo Frassi e Gigi Cavalli
Cocchi.
Per l’ultimo step,
quello legato alla PFM, è intervenuta la Chocolate
Kings Band, con l’ausilio di Franco
Taulino.
Il Teatro al Parco si
trova all’interno di una splendida oasi tranquilla, almeno all’apparenza, e
l’atmosfera che si respira percorrendo il vialetto di accesso è quella dei grandi
eventi. Profumo di musica, profumo antico.
L’atrio del teatro è
stato curato nei particolari da Amneris
Bonvicini, con tele originali realizzate da Bernardo, che lei ha reso
tessuti e custodie per dischi.
Il tema centrale è
l’acqua, elemento fondamentale nell’esistenza di Lanzetti.
Quando lo spettacolo
ha inizio ci sono un’ottantina di persone che restano fuori dai giochi,
impossibilitate nel partecipare al concerto per esaurimento biglietti, anime
che, incontrando casualmente la pillola video a seguire, aumenteranno il
rammarico per l’involontaria assenza.
Ma oltre 400 persone
fortunate hanno potuto assistere ad uno spettacolo da brividi.
Circa tre ore di
musica la cui definizione… mi sfugge. Magia è forse la parola giusta per evidenziare
un feeling che ha lasciato di sasso i presenti, pronti a liberarsi in standing
ovation alla fine dei brani.
Impossibile per me
giudicare lo spettacolo nelle sue varie parti, essendo ben saldo il filo
conduttore capace di saldare le varie tranche in un unico stato di grazia che
non mi ha abbandonato per tutta la performance, in piena comunione con il resto
della sala.
Quale l’idea vincente
di Bernardo? Il superamento delle divisioni schematiche a favore di un unico ideale di musica, in un
disegno dove lui stesso si è “nascosto”, privilegiando l’esaltazione della
voce.
Naturalmente Lanzetti
è uomo da palco, campione di comunicatività, e l’interazione è arte tutta sua.
E questo alla fine paga.
Non ho trovato
sbavature nello spettacolo - con una sezione “classica” pronta a sposare il
professionismo militante con trame più popolari, trasformandole con un gusto
difficile da descrivere - con una parte più moderna legata agli ultimi
trascorsi di Bernardo, ed una finale, quella "PFM", che ha permesso di far
conoscere una giovane band di tutto rispetto.
Non è mancato il
momento dei ricordi… parlati, e in parte “suonati”.
La sezione ritmica
degli Acqua Fragile - Franz Dondi e Piero Canavera - si è resa attiva in un
paio di brani, mentre Maurizio Mori
e Gino Campanini hanno raggiunto i
compagni per uno scambio di battute, che ha messo in mostra molta emozione da
palco, e ha lasciato intravedere molta nostalgia.
La speranza è quella
di rivedere il VOX40 in altre città,
anche se esistono difficoltà organizzative oggettive, legate soprattutto al
fattore orchestra, ma un progetto del genere non può rimanere isolato, cercando
e trovando altri sbocchi, e perché no, territori stranieri!