mercoledì 29 maggio 2013

Il VOX 40... FINALMENTE!


E dopo un lungo parto il VOX40 passa dallo stato progettuale alla piena realtà.
Protagonista assoluto Bernardo Lanzetti, nella sua città, Parma, il luogo più idoneo per celebrare quelli che lui ha voluto sottotitolare come “quarant’anni di voce impossibile”.
Sono molti i modi utilizzabili per il racconto di una vita, ma cosa avrebbe potuto fare di più un vocalist di lungo corso? Cosa c’è di meglio del ricordare una carriera celebrando  lo strumento “voce”- non solo tecnica e passione, ma anche un dono di Dio?
Avremmo tutti ringraziato, se Bernardo Lanzetti avesse organizzato un grande evento, con  ospiti importanti, italiani ed esteri, evento sicuramente a portata di mano, probabilmente più semplice del VOX40.
Ma altra cosa è segnare ogni passaggio significativo della colonna sonora di una vita attraverso una miscela di attori, conoscitori del genere ed esterni, laddove per “esterni” si intende professionisti della musica classica, che nello specifico hanno avuto il compito e il merito, probabilmente senza comprenderlo completamente, di fornire la chiave di lettura di un genere musicale che, difficile o no, piacevole o no, ha raggiunto la dimensione dell’immortalità. Per il giovane Maestro Mariano Speranza, dell’Orchestra Tango Spleen, non è stato un gioco da ragazzi adattare le musiche degli Acqua Fragile alla dimensione orchestrale, e questo dato fornisce la consistenza di una band vissuta in un periodo lontano, e durata troppo poco. Ma c’è ancora tempo per una corretta ricollocazione e visibilità.
Uno spettacolo diviso in più tronconi, come recitava la locandina: “… musiche di Acqua Fragile, Eclecticlanz, CCLR e PFM “.
Per realizzare l’intero percorso Bernardo ha chiamato a lui la già citata Orchestra Tango Spleen di Mariano Speranza, il Quartetto d’Archi Adrian Ensemble, Alex Giallombardo e Anna Barbazza, e occasionalmente i due ex, Piero Canavera e Franz Dondi - sezione A.F.; per la riproposizione delle musiche di “Eclecticlanz e CCLR” si è affidato a Pier Vigolini, Enzo Frassi e Gigi Cavalli Cocchi.
Per l’ultimo step, quello legato alla PFM, è intervenuta la Chocolate Kings Band, con l’ausilio di Franco Taulino.

Il Teatro al Parco si trova all’interno di una splendida oasi tranquilla, almeno all’apparenza, e l’atmosfera che si respira percorrendo il vialetto di accesso è quella dei grandi eventi. Profumo di musica, profumo antico.
L’atrio del teatro è stato curato nei particolari da Amneris Bonvicini, con tele originali realizzate da Bernardo, che lei ha reso tessuti e custodie per dischi.
Il tema centrale è l’acqua, elemento fondamentale nell’esistenza di Lanzetti.
Quando lo spettacolo ha inizio ci sono un’ottantina di persone che restano fuori dai giochi, impossibilitate nel partecipare al concerto per esaurimento biglietti, anime che, incontrando casualmente la pillola video a seguire, aumenteranno il rammarico per l’involontaria assenza.
Ma oltre 400 persone fortunate hanno potuto assistere ad uno spettacolo da brividi.
Circa tre ore di musica la cui definizione… mi sfugge. Magia è forse la parola giusta per evidenziare un feeling che ha lasciato di sasso i presenti, pronti a liberarsi in standing ovation alla fine dei brani.
Impossibile per me giudicare lo spettacolo nelle sue varie parti, essendo ben saldo il filo conduttore capace di saldare le varie tranche in un unico stato di grazia che non mi ha abbandonato per tutta la performance, in piena comunione con il resto della sala.
Quale l’idea vincente di Bernardo? Il superamento delle divisioni schematiche  a favore di un unico ideale di musica, in un disegno dove lui stesso si è “nascosto”, privilegiando l’esaltazione della voce.
Naturalmente Lanzetti è uomo da palco, campione di comunicatività, e l’interazione è arte tutta sua. E questo alla fine paga.
Non ho trovato sbavature nello spettacolo - con una sezione “classica” pronta a sposare il professionismo militante con trame più popolari, trasformandole con un gusto difficile da descrivere - con una parte più moderna legata agli ultimi trascorsi di Bernardo, ed una finale, quella "PFM", che ha permesso di far conoscere una giovane band di tutto rispetto.
Non è mancato il momento dei ricordi… parlati, e in parte “suonati”.
La sezione ritmica degli Acqua Fragile - Franz Dondi e Piero Canavera - si è resa attiva in un paio di brani, mentre Maurizio Mori e Gino Campanini hanno raggiunto i compagni per uno scambio di battute, che ha messo in mostra molta emozione da palco, e ha lasciato intravedere molta nostalgia.



Mi limito a questo piccolo commento, sperando che le immagini a seguire possano dare un’idea della qualità andata in scena il 28 maggio 2013, al Teatro al Parco di Parma.
La speranza è quella di rivedere il VOX40 in altre città, anche se esistono difficoltà organizzative oggettive, legate soprattutto al fattore orchestra, ma un progetto del genere non può rimanere isolato, cercando e trovando altri sbocchi, e perché no, territori stranieri!

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