E così ci siamo, “A New Chant”, il
terzo album di Acqua Fragile prende
vita e sostanza dopo una lunga attesa. Quale sarà il nuovo volto (“Mass Media Stars”
risale al 1974)? Come si manifesterà la maturazione, il cambiamento, l’adeguamento ad un sistema nuovo pur mantenendo il credo antico?
Bernardo Lanzetti
era ed è rimasto l’anima della band, e la sua progressione non ha subito momenti
di pausa, e anche i rari momenti di “stasi musicale” sono stati compensati da
differenti passioni artistiche, quelle che lo rendono completo, una condizione
che unisce talento ad esperienza, impensabile quando si è agli inizi di una
carriera.
Di questo nuovo
capitolo fanno parte due dei membri originali, Franz Dondi, professione bassista, e Piero Canavera alla batteria.
Nel prossimo numero di
MAT2020 Lanzetti risponde alle miei domande e fornisce una visione realistica
di questo evento… sì, lo considero tale, un atto dovuto dopo il VOX 40 del 2013, celebrazione della voce e della musica, progetto a cui si
lega in modo evidente il disco attuale.
E’ compito del recensore
fornire un commento personale abbinato all’oggettività, ed è bene sottolineare come
spesso lo sforzo intellettuale e realizzativo che si “nasconde” dietro ad una
nuova musica sia più apprezzabile degli aspetti meramente emozionali, ovvero il
racconto di ciò che normalmente non viene percepito dall’ascoltatore diventa appagante,
come e più dell’ascolto stesso.
In questo caso mi
riesce davvero difficile provare a fare opera di dicotomia, tutto mi appare
affascinante, sia gli aspetti progettuali - che ho conosciuto prima dell’ascolto
- sia l’impatto sonoro.
Provo a partire da un
giudizio di sintesi, che si fonda su un dato storico.
Uno dei motivi per cui
l’Acqua Fragile ha trovato vita dura nei primi seventies è l’utilizzo della
lingua inglese, una situazione favorita dalle skills linguistiche di Lanzetti, competenze che lo porteranno successivamente a ricoprire un ruolo importante nella PFM e ad
essere preso in considerazione dai Genesis come possibile sostituto di Gabriel,
al suo abbandono dal gruppo.
Anche “A New Chant” è
caratterizzato dai testi in inglese ma… c’è un’eccezione, il brano “Tu Per Lei”, uno spazio in cui si
utilizza la lingua italiana per formulare un pensiero centrale, la linea guida di
una vita intera, una dichiarazione d’amore incondizionata verso la MUSICA, ma al
contempo una denuncia e un’esortazione alla riflessione e al cambiamento tratta
dal pensiero di Jamie Muir: “Quando ti avvicini alla musica non devi pensare a quello che essa può
fare per te. Pensa invece a ciò che tu puoi fare per lei”. Recita il testo:
“Quando
il tuo destino incrocia la musica, non pensar soltanto ai vantaggi che ti dà, ma
sii pronto a donare tutto per lei…”. Una rivoluzione di questi tempi!
Tutto è permeato da questo concetto, ed ogni singolo dettaglio, anche
quello tecnico, tende al perfezionismo non fine a sè stesso, perché il senso
dell’estetica di cui profuma tutto l’album è un dono che Acqua Fragile fa al
mondo della musica, quella più genuina, mantenendo le debite distanze da ogni
possibile calcolo o interesse, se non quello artistico.
L’impronta è quella di fabbrica, e ho trovato forti legami tra il
passato e l’attualità, un comune denominatore che risiede nell’ariosità di alcune
trame, nell’eleganza del fraseggio sonoro, nella miscela tra una certa
classicità e l’utilizzo di ritmiche composte, con una voce che, fatto davvero
inusuale, appare più modulabile e toccante di un tempo: talento naturale
sommato a professionalità!
Mi sono emozionato già dal primo ascolto, e anche se non credo sia
questo rappresentativo del valore assoluto di un album, resta in ogni caso
quello che io cerco nella musica. L’ascolto ripetuto mi ha poi permesso di
tracciare un giudizio molto più generale, legato al fatto che “A New Chant” mantiene le debite distanze rispetto agli stereotipi imposti, diventando invece un ricongiungimento, un bridge tra epoche diverse che, a ben vedere, rendere
Acqua Fragile campione di coerenza e di creatività… prog o non prog questa,
signori, è la Musica con la M maiuscola.
In questo viaggio intrapreso dai tre musicisti originali troviamo
notevoli contributi esterni, alcuni dei quali altisonanti. Parto dagli ospiti
stranieri.
Nel primo brano, “My
forte”, è presente il drummer Jonathan
Mover. Dice a tal proposito Lanzetti: “La sua idea di scomporre ulteriormente un mio brano già in tempo
dispari (11/8) sotto gli archi di Tango Spleen e le voci di Acqua Fragile, si è
rivelata pura avanguardia; di fatto Mover, catturato dal brano, addirittura ha rilanciato,
proponendo un ritmo in 22/16, ma soprattutto suddividendo 22 in 4 battute,
rispettivamente di 7+6+5+4. Ogni battuta è diventata così diversa dalla
precedente e da quella a seguire…”.
Altro nome nobile è quello di
Pete Sinfield, dalla cui opera è tratto un testo musicato da Bernardo, “Rain Drops”,
alta poesia innalzata alla “forma canzone”, una folgorazione casuale che ha
trovato piena approvazione da parte del mitico artista inglese.
Chiude il ciclo degli stranieri Nick Clabburn, famoso paroliere inglese
che ha toccato la sensibilità di Lanzetti (“Tutti
i dormienti ti mandano i loro sogni”, sono queste le parole di Clabburn catturate
da Steve Hackett e Jo Lehmann e inserite nel loro brano “Sleepers”) e che ha fornito la lirica per “The Drowning”, una delle tracce più lunghe e articolate dell’album.
Fondamentale la presenza della Tango Spleen Orquesta (già protagonisti
del VOX 40) che sostituisce le tastiere in brani significativi con la magica
sezione d’archi, il bandoneon, il contrabbasso, il tutto coordinato da loro
direttore Mariano Speranza al
pianoforte.
Un altro ponte col passato è caratterizzato
dalla presenza di Alessandro Mori, esperto
batterista, figlio di Maurizio,
storico tastierista di A. F.
E ancora Alex Giallombrado - chitarra e tastiere -, il tastierista Alessandro Sgobbio, il chitarrista Michelangelo Ferilli e Andrea Anzaldi, che ha partecipato al
testo di “Wear Your Car Proudly”, un
pezzo da oltre 7 minuti che fornisce un certo parallelismo col momento più
illuminato del “Gentle Giant moment”.
Di forte impatto l’art work
curato da Gigi Cavalli Cocchi, con
una cover simboleggiante l’“Invito a un
concerto”, realizzata a china e tempera da Alberto Baroni, autore della copertina del primo album, “Acqua Fragile”, del 1973.
Proseguendo con il racconto dell'album segnalo momenti di puro intimismo
dove Lanzetti, presente in tutti i brani come autore, si propone nella sua
forma più “nuda”, voce e chitarra: “Howe
Come” è un frammento di pura magia.
“All Rise” riporta a repentine mutazioni di mood ritmico e sonoro e
al cambiamento della vocalizzazione, e va evidenziato come lo strumento
personale di Lanzetti si dimostri per tutto il disco l’apice di attimi
romantici che si alternano ad altri più drammatici, e il passaggio tra differenti
stati diventa una delle peculiarità dell’intero lavoro, come dichiarato dall’autore:
“I brani sono strutturati come micro-suite
oppure come semplici canzoni non convenzionali e ancora inni, strumentali
ostinati, canti propiziatori e addirittura… una marcetta…”.
E non mancano le particolarità tecnologiche: "Altra piccola novità è l’introduzione dell’animoog, sintetizzatore App usato per colori o piccoli fraseggi “psichedelici”.
E non mancano le particolarità tecnologiche: "Altra piccola novità è l’introduzione dell’animoog, sintetizzatore App usato per colori o piccoli fraseggi “psichedelici”.
In chiusura la title track, "A New Chant", momento aulico, dove uno status quasi "hammilliano" si sposa all'unicità del testo che chiude il concetto espresso nella già citata "Tu Per Lei", e che sintetizzo in poche righe: "Ho bisogno di un nuovo canto, un canto nobile, la cui eleganza mi possa riconciliare con il mio destino...".
Quaranta minuti di musica suddivisa su otto brani, per un album pubblicato dalla britannica Esoteric Antenna e dalla statunitense Cherry Red Records.
Quaranta minuti di una musica che
stimola la razionalità e costringe ad un superlavoro il sistema limbico dell’ascoltatore
sensibile.
I fan dell’Acqua Fragile, da
sempre sparsi per il mondo, saranno soddisfatti di un album che non è certo quello
della nostalgia o della ricerca di un fermo immagine temporale, ma piuttosto
della consapevolezza e della qualità e genuinità ad ogni costo.
L’Acqua Fragile è tornata. All Rise... tutti in piedi!
Strano che nei pochi commenti e recensioni che sono riuscio a trovare non figuri quasi mai l'unico vero capolavoro, il secondo brano "The Drowning" e si citi l'ultimo brano che da nome all'album che rappresenta una inascoltabile canzone alla napoletana.
RispondiEliminaUn Album da ascoltare almeno 8 volte prima di percepirne la complessita' e la bellezza.
Speriamo sia pubblicizzato in qualche modo perche' ad oggi nessuno ne parla.
Allucinante!