domenica 22 luglio 2018
sabato 21 luglio 2018
Un video fantastico per ricordare il VOX40: Morning Comes
Fotografia di Renzo De Grandi
Sono passati molti anni da quando andò in scena il VOX40,
evento realizzato da Bernardo Lanzetti con la collaborazione di molti
ospiti/amici: era il 28 Maggio 2013.
Quella serata magica è racchiusa in un DVD i cui dettagli sono fruibili al seguente link:
Difficile trovare immagini e tecniche di montaggio così
efficaci.
Uno dei momenti più emozionanti ha riguardato la riproposizione
di un brano storico di Acqua Fragile, performato con l’ausilio della Tango Spleen Orquestra,
diretta dal Maestro Mariano Speranza: Morning Comes.
Da non perdere…
venerdì 20 luglio 2018
mercoledì 18 luglio 2018
E' tempo di Prog: con "A New Chant" Bernardo Lanzetti riporta in vita gli Acqua Fragile, di Enzo Vitale
E' tempo di Prog, con "A New Chant" Bernardo Lanzetti
riporta in vita gli Acqua Fragile
di Enzo Vitale
Tutto iniziò con gli Immortali, la band che arrivò fino alla
corte di Lucio Battisti. Lasciato il "monarca", e cambiato nome,
proseguirono su strade ancor più blasonate arrivando ad esibirsi con i mostri
sacri della musica anni '60 e, soprattutto, '70: Soft Machine, Alexis Corner,
Curved Air, Uriah Heep e Gentle Giant. Un nome una garanzia: Acqua Fragile.
Dopo anni d'oblio il gruppo Prog torna alla ribalta. Artefice
della rinascita Bernardo Lanzetti, lombardo di origini,
ma umbro di adozione. Il cantante, infatti, ha scelto un'amena località del
lago Trasimeno per trascorrere gran parte dell'anno.
"Beh, a dire il vero, il lago è stato fonte
d'ispirazione di uno dei brani del nostro nuovo ellep', sì, un tempo si
chiamavano così!".
Lanzetti,
quindi si torna sulla scena: qual è il titolo del nuovo album?
Si chiamerà,
anzi, visto che è già pronto, si chiama "A New Chant", e uscirà a
breve. L'esordio è previsto per il prossimo 14 ottobre.
Nostalgia,
voglia di tornare al passato o cos'altro? Qual è stata la scintilla che ha
riacceso il sacro fuoco del Prog?
Niente di
tutto questo, oltretutto non ho mai interrotto la mia carriera solista. Solo
che quattro anni fa, per celebrare i 40 anni dell'Acqua Fragile, al Vox 40,
abbiamo suonato insieme ad un'orchestra e sono stati tanti gli apprezzamenti e
le esortazioni a ricominciare.
Quattro anni
di incubazione per il nuovo disco?
Mettere
d'accordo le persone non sempre è facile, diciamo che abbiamo riflettuto molto,
ma alla fine abbiamo partorito un album davvero interessante, che riprende la
tradizione di Acqua Fragile.
E nella
tradizione di Acqua Fragile testi in inglese naturalmente?
Sì, diciamo
che è così con l'esclusione di un brano cantato esclusivamente in italiano
("Tu per lei", ndr), per non parlare poi di un altro che è nato
proprio in Umbria, a Castiglione, ispirato guardando le acque del Lago
Trasimeno.
Sempre un
occhio di riguardo alla vocalità naturalmente?
Naturalmente.
Brani come microsuite, inni e anche marcette. Interessante. Poi mi saprà dire.
Lanzetti,
perdoni la domanda, due album con Acqua Fragile, e tre con la PFM: si sente di
appartenere più all'uno o all'altro gruppo?
Diciamo che
con la Premiata non ho avuto vita facile, preferisco sorvolare. Quindi nessun
dubbio: Acqua Fragile.
Cosa avverte,
cosa pensa di questo ritorno sulle scene insieme ai suoi compagni di un tempo?
Una sensazione
bellissima. Soprattutto per l fatto che nella vita non ho mai avuto tante
attenzioni come adesso.
Ho notato che
nel disco ci sono ospiti di altissimo livello!
I nomi, in
effetti, parlano da soli: Pete Sinfield, Nick Clabburn e il batterista Jonathan
Mover. Hanno dato il loro contributo anche Alessandro Giallombardo e Alessandro
Mori, figlio di Maurizio, tastierista storico del gruppo.
Un ritorno al
passato con un occhio al futuro. Un album fatto di ritmi dispari, ma anche di
armonie classiche, melodia e marcette. Quell'originale nome, gli Immortali, per
la band è stato un presagio. Il gruppo è rinato, ed eccolo ancora una volta
qui.
Lanzetti, Levin, Mastellotto...
Con Tony Levin
Nell’ultimo
giorno di marzo Bernardo Lanzetti incontra uno dei prossimi
ospiti del suo disco solista: Tony Levin.
Gli Stick Men - oltre a Levin, Pat Mastellotto
e Markus Reuter - erano di scena a La Cochera Cabaret di Malaga, atto conclusivo del loro tour
europeo, ed è stata l’occasione per
scambiare qualche chiacchiera e vedere all’opera la sezione ritmica dei King
Crimson.
Racconta
Bernardo: “Grande
performance! Come ha sottolineato Reuter, dopo 23 concerti, "avevano tutto
quanto nelle mani".
Dopo l’esibizione li ho raggiunti in camerino per un saluto e una "copa de vino", con
Tony gentilissimo e disponibile. Mi ha confidato che da gennaio ha dovuto
rimanere concentrato solo su quel repertorio: come non credergli!?
E subito dopo la chiacchierata la band e il tecnico si dedicano
allo smontaggio dei propri strumenti”.
Beh, chi ha già visto in azione da vicino questi
musicisti sa che la loro grandezza risiede anche nell’umiltà e nella cura dei
particolari, e la presenza di Tony Levin nel prossimo lavoro di Bernardo incuriosisce
un bel pò…
Con Pat Mastellotto
lunedì 16 luglio 2018
"A New Chant": Review by Prog Archives
A NEW CHANT
Acqua Fragile Rock Progressivo Italiano
When I was
asked if I would review this album, I obviously said yes, partly because I knew
that I already had at least one other of theirs in my collection. Now, when
you've been writing about music for as long as I have, and have the odd album
or two in their collection in one format or another, sometimes things don't
connect as quickly as they should. Yes, I do have another Acqua Fragile album in my
collection, 'Mass-Media Stars', which was released back in 1974!! Unlike many
other Italian bands at the time, they decided to perform in English, with songs
that weren't always quite as symphonic as the rest of the Italian progressive
scene, and these two factors really put them up against it. But, the real nail
in the coffin for the band was the departure of Bernardo Lanzetti to PFM, and
although the band did keep going for a while, they never recorded again.
Over the
years Bernardo has appeared in different places (I remember interviewing him
when he joined Mangala Vallis), but now, more than 40 years since his departure
the group have reformed around him, drummer Piero Canavera and bassist Franz
Dondi along with multiple guests. 'Chocolate Kings' is probably my favourite
PFM album, the one where Bernardo made his debut for the band, but arguably he
is singing better than ever, with a band that are bringing together styles that
have as much in common with neo-prog, Gabriel-era Genesis and IQ as they do
with the Italian scene. This is glorious prog, soaring and symphonic when it
needs to be, layered and structured at times, but simple and reflective at
others. If ever an album oozed class from every pore then this has to be it.
There are ballads, there is an Italian march, there is intensity but throughout
there is also always beauty. Bernardo's Chapman-style vocals have weathered and
become more rounded, as happened with the Family man, but still have the
stridency when it is required.
The only real
question now, is do we have to wait 43 years for the next one? Superb.
domenica 15 luglio 2018
New review for Acqua Fragile...
ACQUA FRAGILE – A New Chant
Esoteric Antenna 2017
“The need for a mild revenge” brings Italian art-rock mavericks back for
a final blow.
Not content
with keeping a solid position in the footnote of Apennine music’s annals, this
ensemble found another fount of creativity on the other side of millennial
divide and returned with, arguably, their finest work, giving a warped
continuity to the band’s two classic albums. The group stopped after 1974’s
“Mass-Media Stars” when Bernardo Lanzetti jumped ship to sweeten
"Chocolate Kings" for P.F.M., but it’s like there hasn’t been a
43-year hiatus, as neither the singer nor the rhythm section of Piero Canavera
and Franz Dondi show any wear ‘n’ tear.
They may be
prone to a certain self-criticism, yet it doesn’t get in the way of vim and
doesn’t affect their burning ambition. The folk-stricken “My Forte” – the
strength which, the veterans admit, is to surrender – sends a piano ripple
across triumphant strings, while the effusive vocals – deepened, not withered
by the passage of time – stage an ever-expanding, dramatic performance on
oratorio scale, whereas “Rain Drops” is wrapping Peter Sinfield lyrical miniature
in operatic, orchestral awe. Grandiosity isn’t a thing here, though, what with
Animoog revving and multiplying its harmonic assault to lend “Wear Your Car
Proudly” a modern, if dipped in art-rock tradition, edge and let sharp riffs
define a danger.
The
incantation of “All Rise” turning into a speedy romp through cosmic landscape
could work wonders live, yet the song sounds superficial on the album. It’s
balanced with a tender serenade “How Come” and the stately title composition
which floats through the fabric of years but, treading pop waters, “Tu Per
Lei”- the only number sung in Italian – holds a brass band march in its parade
to lead the listener towards a polyphonic anthem. Still, it’s “The Drowning”
that’s the passionate pivot of it all, a piece most impressively immersive when
the track’s tremulous balladry is swept away with a heavily rocking wave only
to be lifted by a hymnal chorus and taken beyond the horizon on a scorching
guitar solo.
This horizon
can be the last line for the ensemble, and if it’s so their comeback was worth
the effort.
"A New Chant": commento di Athos Enrile
E così ci siamo, “A New Chant”, il
terzo album di Acqua Fragile prende
vita e sostanza dopo una lunga attesa. Quale sarà il nuovo volto (“Mass Media Stars”
risale al 1974)? Come si manifesterà la maturazione, il cambiamento, l’adeguamento ad un sistema nuovo pur mantenendo il credo antico?
Bernardo Lanzetti
era ed è rimasto l’anima della band, e la sua progressione non ha subito momenti
di pausa, e anche i rari momenti di “stasi musicale” sono stati compensati da
differenti passioni artistiche, quelle che lo rendono completo, una condizione
che unisce talento ad esperienza, impensabile quando si è agli inizi di una
carriera.
Di questo nuovo
capitolo fanno parte due dei membri originali, Franz Dondi, professione bassista, e Piero Canavera alla batteria.
Nel prossimo numero di
MAT2020 Lanzetti risponde alle miei domande e fornisce una visione realistica
di questo evento… sì, lo considero tale, un atto dovuto dopo il VOX 40 del 2013, celebrazione della voce e della musica, progetto a cui si
lega in modo evidente il disco attuale.
E’ compito del recensore
fornire un commento personale abbinato all’oggettività, ed è bene sottolineare come
spesso lo sforzo intellettuale e realizzativo che si “nasconde” dietro ad una
nuova musica sia più apprezzabile degli aspetti meramente emozionali, ovvero il
racconto di ciò che normalmente non viene percepito dall’ascoltatore diventa appagante,
come e più dell’ascolto stesso.
In questo caso mi
riesce davvero difficile provare a fare opera di dicotomia, tutto mi appare
affascinante, sia gli aspetti progettuali - che ho conosciuto prima dell’ascolto
- sia l’impatto sonoro.
Provo a partire da un
giudizio di sintesi, che si fonda su un dato storico.
Uno dei motivi per cui
l’Acqua Fragile ha trovato vita dura nei primi seventies è l’utilizzo della
lingua inglese, una situazione favorita dalle skills linguistiche di Lanzetti, competenze che lo porteranno successivamente a ricoprire un ruolo importante nella PFM e ad
essere preso in considerazione dai Genesis come possibile sostituto di Gabriel,
al suo abbandono dal gruppo.
Anche “A New Chant” è
caratterizzato dai testi in inglese ma… c’è un’eccezione, il brano “Tu Per Lei”, uno spazio in cui si
utilizza la lingua italiana per formulare un pensiero centrale, la linea guida di
una vita intera, una dichiarazione d’amore incondizionata verso la MUSICA, ma al
contempo una denuncia e un’esortazione alla riflessione e al cambiamento tratta
dal pensiero di Jamie Muir: “Quando ti avvicini alla musica non devi pensare a quello che essa può
fare per te. Pensa invece a ciò che tu puoi fare per lei”. Recita il testo:
“Quando
il tuo destino incrocia la musica, non pensar soltanto ai vantaggi che ti dà, ma
sii pronto a donare tutto per lei…”. Una rivoluzione di questi tempi!
Tutto è permeato da questo concetto, ed ogni singolo dettaglio, anche
quello tecnico, tende al perfezionismo non fine a sè stesso, perché il senso
dell’estetica di cui profuma tutto l’album è un dono che Acqua Fragile fa al
mondo della musica, quella più genuina, mantenendo le debite distanze da ogni
possibile calcolo o interesse, se non quello artistico.
L’impronta è quella di fabbrica, e ho trovato forti legami tra il
passato e l’attualità, un comune denominatore che risiede nell’ariosità di alcune
trame, nell’eleganza del fraseggio sonoro, nella miscela tra una certa
classicità e l’utilizzo di ritmiche composte, con una voce che, fatto davvero
inusuale, appare più modulabile e toccante di un tempo: talento naturale
sommato a professionalità!
Mi sono emozionato già dal primo ascolto, e anche se non credo sia
questo rappresentativo del valore assoluto di un album, resta in ogni caso
quello che io cerco nella musica. L’ascolto ripetuto mi ha poi permesso di
tracciare un giudizio molto più generale, legato al fatto che “A New Chant” mantiene le debite distanze rispetto agli stereotipi imposti, diventando invece un ricongiungimento, un bridge tra epoche diverse che, a ben vedere, rendere
Acqua Fragile campione di coerenza e di creatività… prog o non prog questa,
signori, è la Musica con la M maiuscola.
In questo viaggio intrapreso dai tre musicisti originali troviamo
notevoli contributi esterni, alcuni dei quali altisonanti. Parto dagli ospiti
stranieri.
Nel primo brano, “My
forte”, è presente il drummer Jonathan
Mover. Dice a tal proposito Lanzetti: “La sua idea di scomporre ulteriormente un mio brano già in tempo
dispari (11/8) sotto gli archi di Tango Spleen e le voci di Acqua Fragile, si è
rivelata pura avanguardia; di fatto Mover, catturato dal brano, addirittura ha rilanciato,
proponendo un ritmo in 22/16, ma soprattutto suddividendo 22 in 4 battute,
rispettivamente di 7+6+5+4. Ogni battuta è diventata così diversa dalla
precedente e da quella a seguire…”.
Altro nome nobile è quello di
Pete Sinfield, dalla cui opera è tratto un testo musicato da Bernardo, “Rain Drops”,
alta poesia innalzata alla “forma canzone”, una folgorazione casuale che ha
trovato piena approvazione da parte del mitico artista inglese.
Chiude il ciclo degli stranieri Nick Clabburn, famoso paroliere inglese
che ha toccato la sensibilità di Lanzetti (“Tutti
i dormienti ti mandano i loro sogni”, sono queste le parole di Clabburn catturate
da Steve Hackett e Jo Lehmann e inserite nel loro brano “Sleepers”) e che ha fornito la lirica per “The Drowning”, una delle tracce più lunghe e articolate dell’album.
Fondamentale la presenza della Tango Spleen Orquesta (già protagonisti
del VOX 40) che sostituisce le tastiere in brani significativi con la magica
sezione d’archi, il bandoneon, il contrabbasso, il tutto coordinato da loro
direttore Mariano Speranza al
pianoforte.
Un altro ponte col passato è caratterizzato
dalla presenza di Alessandro Mori, esperto
batterista, figlio di Maurizio,
storico tastierista di A. F.
E ancora Alex Giallombrado - chitarra e tastiere -, il tastierista Alessandro Sgobbio, il chitarrista Michelangelo Ferilli e Andrea Anzaldi, che ha partecipato al
testo di “Wear Your Car Proudly”, un
pezzo da oltre 7 minuti che fornisce un certo parallelismo col momento più
illuminato del “Gentle Giant moment”.
Di forte impatto l’art work
curato da Gigi Cavalli Cocchi, con
una cover simboleggiante l’“Invito a un
concerto”, realizzata a china e tempera da Alberto Baroni, autore della copertina del primo album, “Acqua Fragile”, del 1973.
Proseguendo con il racconto dell'album segnalo momenti di puro intimismo
dove Lanzetti, presente in tutti i brani come autore, si propone nella sua
forma più “nuda”, voce e chitarra: “Howe
Come” è un frammento di pura magia.
“All Rise” riporta a repentine mutazioni di mood ritmico e sonoro e
al cambiamento della vocalizzazione, e va evidenziato come lo strumento
personale di Lanzetti si dimostri per tutto il disco l’apice di attimi
romantici che si alternano ad altri più drammatici, e il passaggio tra differenti
stati diventa una delle peculiarità dell’intero lavoro, come dichiarato dall’autore:
“I brani sono strutturati come micro-suite
oppure come semplici canzoni non convenzionali e ancora inni, strumentali
ostinati, canti propiziatori e addirittura… una marcetta…”.
E non mancano le particolarità tecnologiche: "Altra piccola novità è l’introduzione dell’animoog, sintetizzatore App usato per colori o piccoli fraseggi “psichedelici”.
E non mancano le particolarità tecnologiche: "Altra piccola novità è l’introduzione dell’animoog, sintetizzatore App usato per colori o piccoli fraseggi “psichedelici”.
In chiusura la title track, "A New Chant", momento aulico, dove uno status quasi "hammilliano" si sposa all'unicità del testo che chiude il concetto espresso nella già citata "Tu Per Lei", e che sintetizzo in poche righe: "Ho bisogno di un nuovo canto, un canto nobile, la cui eleganza mi possa riconciliare con il mio destino...".
Quaranta minuti di musica suddivisa su otto brani, per un album pubblicato dalla britannica Esoteric Antenna e dalla statunitense Cherry Red Records.
Quaranta minuti di una musica che
stimola la razionalità e costringe ad un superlavoro il sistema limbico dell’ascoltatore
sensibile.
I fan dell’Acqua Fragile, da
sempre sparsi per il mondo, saranno soddisfatti di un album che non è certo quello
della nostalgia o della ricerca di un fermo immagine temporale, ma piuttosto
della consapevolezza e della qualità e genuinità ad ogni costo.
L’Acqua Fragile è tornata. All Rise... tutti in piedi!
sabato 14 luglio 2018
Bernardo Lanzetti: intervista di Max Rock Polis
Acqua Fragile, A New Chant. Un canto nuovo che
conquista il mondo
Si chiama proprio così, “A New Nhant”,
il nuovo lavoro degli Acqua Fragile capitanati da Bernardo Lanzetti,
ovvero mister The Voice Impossible” della musica italiana. Sonorità Prog anche
classiche, ma con una freschezza sorprendente dentro, per un lavoro di ottima
qualità e grande cura. Facciamocelo spiegare da lui in persona, dalla Spagna,
tra un viaggio a Londra e uno in Giappone.
Dovrei dire “hola”
o “buenas tardes”…
“Ma addirittura “buenas noches”
perché qui dopo le cinque è già “noche” anche se non è buio.”
Non è la prima
intervista in Spagna che facciamo, ma noi siamo per rincorrere i grandi
artisti. Non siamo arrivati
fino in Giappone dove eri fino a poco fa. Terzo album degli Acqua Fragile che
hai voluto ri-tirare su, “A New Chant”. Ma dalla voice impossible
non ci possiamo aspettare altro che un nuovo canto. Ce lo vuoi raccontare?
“Allora, premesso che in tutti gli
anni in cui il gruppo si è sciolto, il bassista [Franz Dondi, ndr] ha
sempre cercato di spingere, di fare qualcosa, di riallacciare il discorso, ma
il Prog è una musica che richiede un sacco di energia, un sacco di investimento
di tempo e dedizione, e non si trovano spesso gli elementi che desiderano
impegnarsi su questo fronte. Il caso volle che nel 2013 nella mia celebrazione
dei 40 anni di carriera, al concerto che si chiamava “Vox 40”, invitai tutti
gli elementi dell'Acqua Fragile, e due di loro appunto Franz e Piero [Piero
Canavera, ndr] suonarono basso e batteria con una piccola orchestra, ma
molto agguerrita: i Tango spleen si chiamano e il loro direttore è
italo-argentino: Mariano Speranza. Ora nell'occasione gli amici, gli operatori
dicevano “ma perché non fate un disco nuovo, ma perché, ma perché...” e
allora ho detto “mah, proviamo”. Il fatto è che subito due degli
elementi originari, due su cinque, dichiararono che non potevano, non volevano
partecipare. Il chitarrista [Gino Campanini, ndr] ha smesso di suonare parecchi
anni fa e vive in Thailandia, invece il tastierista [Maurizio Mori, ndr] dopo
aver abbandonato il gruppo si è diplomato in composizione e non desidera più
suonare con gruppi, ha tutto un altro mondo musicale. Abbiamo provato a
cominciare, ma senza tutti i membri originari il lavoro è già in salita, quindi
abbiamo cominciato a guardarci intorno e non è stato facile, perché il gruppo
rispetto al panorama generale ha una particolarità: ci sono i cori a tre o
quattro voci. Quindi bisognava trovare non solo elementi in grado di suonare ma
anche di cantare. Questo è stato già un bell'impegno. Allora ho pensato di
avere vari ospiti, e siamo andati avanti a fasi alterne, il lavoro è durato
circa 4 anni ma negli ultimi mesi eravamo rimasti solo noi tre. Allora ho detto
“tiriamo i remi in barca, diamo un'accelerata” e sono riuscito a portare
a termine tutto il lavoro. È uscito magistralmente io credo, perché non ricordo
nella mia carriera di aver mai realizzato un lavoro che ha avuto questa
risposta nel mondo.”
Benissimo, mi dicevi che
a livello internazionale è molto apprezzato questo album, “A New Chant”.
“Sì. Noi abbiamo avuto anche la
fortuna, l'onore, comunque ci siamo dati da fare per avere un contratto con
un'etichetta anglo-americana, la Esoteric e Cherry red records. Allora un po'
per quello, un po' perché noi cantiamo in inglese, un po' perché il gruppo è
sempre stato uno di nicchia, amato e rispettato, abbiamo avuto subito
l'attenzione della stampa internazionale. Nel caso specifico il mondo
britannico si è espresso ad altissimi livelli, io sono veramente commosso
perché, per dirti, dicono cose tipo “tra i tre migliori album dell'anno”,
“tra i migliori 20 degli ultimi 20 anni”. Cioè siamo veramente a queste
cose, più motivati: chi è andato a sentirlo pezzo per pezzo, chi ha apprezzato
i testi, chi ha apprezzato il fatto che io ho fatto venire certi ospiti, come
li ho organizzati, la copertina. Tutto quanto è stato apprezzato ad altissimi
livelli e addirittura questi writers che fanno le recensioni si vede che
è gente colta e anche molto raffinata, fanno delle recensioni che non sono
facili da tradurre al volo, in inglese si chiedono cose tipo “ma riescono
tre degli originali dopo 40 e passa anni a fare qualcosa? La risposta è: sì”.
“Sì” scritto in italiano [ride, ndr]. Oppure, visto che io ho sempre
degli sprazzi nei testi che faccio in inglese, allora dicono “les beaux mots”
in francese, cioè le belle parole che Bernardo è capace di dispensare. È tutto
un mondo che scopro ora, perché ho avuto altri rapporti col mondo anglosassone
per quanto riguarda gli scrittori e i recensori dei dischi, e in passato non
sono mai stati benevoli. Questa volta sono veramente rapiti, sono rapiti dal
nostro lavoro.”
Ma io faticherei molto a
smentirli, è veramente un grande album. Solamente questa canzone “Tu per lei”
è in italiano, il resto è in inglese. È un album veramente vario e contaminato,
però è fresco, è attuale, non è un qualcosa che avete tirato fuori dal cassetto
del 1975, è calato nella realtà di oggi.
“Guarda, anche gli operatori, gli
osservatori italiani hanno detto cose molto belle. Ce n'è uno in particolare
che ha detto “ma, potrebbe essere questo disco la rinascita del Prog
italiano nel mondo”, e io me lo auguro. Noi siamo sempre stati un gruppo
outsider, col fatto che fossimo di Parma, quando Parma era ancora considerata
città di provincia negli anni '70, ci danneggiava. Io voglio ricordare che Acqua
Fragile per anni non è mai stata trasmessa alla RAI, quindi né a “Per voi
giovani”, nessun programma ci ha mai trasmesso perché cantavamo in inglese. Poi
sono arrivate le cosiddette radio libere, che poi sono diventate le radio
commerciali, ma ormai i tempi erano passati, quindi c'era tutto un altro genere
musicale. Però noi siamo stati sempre outsider, eravamo fuori dal grande giro,
anche se a mio avviso meritavamo senz'altro di essere ai primi posti.”
Io sono un vostro fan da
tanto tempo e sono veramente contento che ci possa essere questo rinascimento
italiano di Progressive a livello di nuovi gruppi che stanno nascendo e vecchie
formazioni che si stanno riformando. E poi se riusciamo a spargere il nostro
verbo nel mondo con voi grandi del Progressive in prima fila…
“Ecco, infatti anche aver fatto
qualcosa in italiano era inconsciamente un desiderio di dire “va bene
cantiamo in inglese, però veniamo da un mondo italiano, diverso come
sensibilità”. Ho trovato questa soluzione, il brano sembra molto semplice,
una ballata, ma in realtà poi diventa più complesso quando c'è quella marcetta
dove la strofa, la melodia e il ritornello si sovrappongono, come se fossero
una cosa abbastanza nuova nella musica leggera italiana, se vogliamo dire
questa cosa. E poi ho confezionato, se noti, all'inizio e alla fine del brano
ci sono queste voci bianche, molto eteree, e ho immaginato che fossero come una
caramella. Lo zuccherino al centro, che viene poi avvolta e questi due cori
sono l'avvolgimento della carta a sinistra e a destra della caramella. Questa è
un po' un'idea che ho seguito. Ho confezionato il brano, ecco.”
Bello, è la prima volta
che sento una cosa del genere. Intanto ho messo “My forte”.
Se posso parlare del brano, “My
forte”, il titolo riprende il mio filone on cui tendo a usare parole
italiane che sono note in tutto il mondo. Tutti sanno la parola bravo,
la parola ciao, la parola pizza, cappuccino, e noi diciamo
“il mio forte è fare ciò”, no? “Il mio forte è suonare la chitarra,”,
“il mio forte è correre la maratona”, ecco, si dice anche in inglese: “my
forte”. Allora io mi sono un po' preso in giro, ho detto “il mio forte è
arrendermi”, “il mio forte è abbandonare il campo” [ride, ndr], a
volte penso che il mio forte non sia poi così forte.”
In realtà è un ossimoro
perché tu in campo ci sei tornato veramente alla grande, quindi hai fatto
l'opposto.
“Il brano pur risultando semplice
all'ascolto è parecchio complesso. Tu sai che il Prog usa molto i tempi
dispari, nel caso specifico quello è un undici ottavi. È successo con uno dei
nostri grandi ospiti, il batterista Jonathan Mower, già batterista con Joe
Satriani, con Steve Hackett e Chris Squire, che ha preso anche il Grammy award,
un grandissimo artista. Lui ha sentito il brano e ha detto “bravo, io avrei
un'idea. Io raddoppierei questo undici per fare ventidue e poi lo suddividerei
ulteriormente in sette più sei più cinque più quattro”. Per chi ci ascolta,
per capirci, quasi tutta la musica è in quattro quarti, mentre il valzer è in
tre quarti: “um pa pa um pa pa”. Noi facciamo un brano dove c'è una
battuta di sette, subito dopo una di sei, una di cinque e una di quattro, poi
ripresa. Quindi in altre parole la battuta che segue non è mai uguale né a
quella che stiamo suonando né alla precedente, è un continuo cambio. Però
all'orecchio, all'ascolto sembra naturale, sembra semplice. Una struttura
complessa resa godibile e fruibile.”
Se uno volesse “A new
chant”, e a garanzia basta il tuo nome, come si può fare per averlo?
“Il disco si trova su internet, però
la distribuzione è della Audioglobe e dovrebbe essere migliore del solito.
Comunque sia si trova da Feltrinelli o semplicemente uno va nel negozio e lo ordina.
Da tutta Italia mi chiedono come fare, ma basta andare in negozio e chiedere,
perché la Audioglobe è presente sul territorio italiano e abbastanza precisa,
quindi uno lo ordina e poi arriva. Altrimenti lo si può trovare su internet, ma
in questo caso io consiglio ad alcuni amici di mettersi insieme ed ordinarne
3-4 copie in modo da dividere le spese di spedizione, perché costa un po' meno
ma ci sono le spese di spedizione. Questo è il mio consiglio.”
Ognuno avrà il CD per il
grandissimo ritorno di Bernardo Lanzetti e gli Acqua fragile alla composizione
e alla musica. Io ti ringrazio molto e dall'Italia ti saluto.
“Grazie a te, un abbraccio a tutti e
vedremo gli sviluppi, perché il mondo ha bisogno di musica, ma non di musica da
sottofondo, ma coinvolgente. Noi adesso viviamo un momento storico dove abbiamo
il massimo della tecnologia e il minimo del messaggio artistico musicale. È ora
di darci una svegliata e di prendere in mano la situazione perché la musica è
la via giusta per l'anima per eccellenza e deve essere nobilitata. A presto!”
venerdì 13 luglio 2018
"A New Chant": review by Gary Hill- Music Street Journal
Acqua Fragile-“A New Chant”
Review by Gary Hill
This act is
an Italian prog band. Most of the lyrics here are in English, though. These
guys were originally around in the 1970s, and this is the first album in 40
years. I have to say that if they are this good with decades apart, I wonder
just how amazing they were originally. I’m going to have to look into giving
their old stuff some time. All in this lands mostly in the folk prog territory,
but they get into more rocking stuff, too. I have to bet that long-time fans of
this act will love this. It’s a definitely a great introduction for those of us
haven’t heard them before.
My
Forte
Starting in a fairly mellow, folky kind of arrangement, this grows out into more of a full on folk prog arrangement. The vocals make me think of David Bowie just a bit. This classy cut works through some shifts and is a great way to start the disc in style. |
||||
The
Drowning
A slower moving, rather trippy kind of sound is on hand for this number. As the cut gets more rocking later it really seems to soar. They drop it way down for a mellow cinematic type section. Some melodic guitar solos over the top of that. It's a bit like fusion turned Pink Floyd to my ears. As it comes back out this gets into some really intense progressive rock territory. That section doesn't hold it for too long, though as they take it to its end. |
||||
Wear
Your Car Proudly
Fast paced and shifting this way and that this is a powerhouse progressive rock number right out of the gate. This is much more of a rocker than anything that has come before it. For some reason it actually makes me think just a tiny bit of Dream Theater at times. The keyboard textures are cool and really add a lot to this. Everything works very well, though. The extended instrumental section later in the track is a real powerhouse. To me some of the vocals on this are closer to a cross between Bernie Shaw from Uriah Heep and Bruce Dickinson from Iron Maiden. |
||||
Tu
Per Lei
After a dramatic introduction, this works to something closer to a folk prog type of sound. There is a dreamy element at play here. While the lyrics to the previous cuts were in English, these are in Italian. The cut has a more decidedly Italian sound to it, too. They drop back later in the track to a bit of European music for some almost classical bombast. Yet, it's still rock oriented. That section grows upward as they continue. |
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Rain
Drops
This number is packed full of European cafe type music. Yet it's all woven into an arrangement that has a real prog rock construction to it. There is a definite folk prog sound to this. |
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All
Rise
The opening section here is vocal dense. It makes me think of something Chris Squire might have done. It powers out from there to a meaty kind of prog rock jam that's energetic and rocking. In some ways, other than the vocals, this makes me think of Yes just a bit, really. This is definitely smoking hot. |
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How
Come
Acoustic guitar opens this. It serves as the backdrop for the vocals. This is a folk rock styled piece. |
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A
New Chant
The title track is a powerful and dynamic cut. A lot of it lands in the folk prog zone, starting mellower and working to more potent as it moves forward. A guitar solo section brings things into more pure prog rock. The jam that ensues from there reinforces that. Then they shift to a more powered up version of that folk prog movement as they continue. |
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