lunedì 18 novembre 2024

Bernardo Lanzetti e la collaborazione con Pete Sinfield


In occasione della scomparsa del sommo poeta del Progressive Rock, Pete Sinfield, per ricordarlo, si ripropone un articolo del 2017 che riporta alla sua collaborazione con Bernardo Lanzetti, in occasione dell’uscita dell’album “A new Chant”, degli Acqua Fragile


Aqua Fragile “A new Chant”- Special guest Pete Sinfield

Tra gli ospiti stranieri del nuovo album degli Acqua Fragile troviamo un artista immenso: Pete Sinfield.
Poeta, musicista e produttore, è noto soprattutto come autore dei testi di alcuni grandi gruppi della scena progressive britannica degli anni Settanta, uno su tutti quello dei King Crimson.

Bernardo Lanzetti racconta come è avvenuto il loro incontro e come è stato possibile arrivare a questa gratificante collaborazione.


Quando la PFM, quella originale, ancora con Mauro Pagani e Giorgio Piazza, iniziò a lavorare con il poeta dei King Crimson Pete Sinfield, il sottoscritto, Bernardo Lanzetti, era ancora con l’Acqua Fragile.
Negli anni successivi, pur venuto a sapere che Pete aveva approvato il mio arruolamento nella band milanese, non ebbi mai modo di incontrarlo, fino al 1994, ovvero quindici anni dopo la mia fuoriuscita.
Di ritorno da Los Angeles, dopo una settimana intensa di registrazioni con Beppe Cantarelli, salii a bordo di un Jumbo 747, destinazione Londra,  praticamente vuoto; oltre al sottoscritto, forse altri quattro o cinque soggetti e una sola coppia al centro di una delle sezioni del jet.
Mi capitò di guardare l’uomo e - sì- sembrava proprio Mr. Sinfield. Mi avvicinai e pure lui mi fissò chiedendomi: “Bernardo?”.
Scambiammo poche frasi e venni a sapere che lui stava tornando a casa dopo un’esperienza con Michel Polnareff. La casa discografica aveva commissionato testi in inglese per riposizionare l’artista francese.

Passarono diversi anni, fino a quando Greg Lake non venne in Italia per quel piccolo, intenso, tour che mi vide ospite sul suo palco in quel di Piacenza.
Fu in quei giorni che mi si parlò del sito di Pete Sinfield, che raccoglie non solo i suoi testi, ma anche sue poesie e haiku.
Alcune settimane dopo, nel sud della Spagna, comperai una chitarra e mi misi al lavoro per mettere in musica “Rain Drops”, una breve composizione, un gioiellino del poeta pescato nel web.



Devo dire che scrissi una delle mie migliori creazioni chitarra e voce.
Realizzai un bel provino, sempre in Spagna, che ora dovevo sottoporre a Mr. Sinfield per la sua approvazione ma, dopo problemi di salute e depressione, egli non era più raggiungibile, nel senso che lettere, email, telefonate e persino il bussare di Greg Lake alla sua porta venivano ignorati.

Un giorno, prima di un concerto con David Jackson, ex Van der Graaf Generator, mi racconta di aver fatto trasloco e di essersi trasferito nel Suffolk. “Dove esattamente?”, chiedo io. “Oh, in un piccolo paese dove vive anche Pete Sinfield”. La lampadina si accende immediatamente, e la storia si sviluppa in modo tale che la famiglia Jackson, addirittura in due riprese, riesce a farmi avere l’approvazione della musica/arrangiamento con tanto di firma per il deposito.

Tango Spleen venne all’Elfo a registrare in una session allargata con Franz al basso elettrico, Alex Giallombardo alla chitarra e Piero alla batteria.




venerdì 15 novembre 2024

Franco Mussida ha presentato il suo nuovo libro, “Il Bimbo del Carillon”. Era presente per MAT2020 Mario Eugenio Cominotti

 

Franco Mussida presenta il suo nuovo libro “Il Bimbo del Carillon” (Salani editore).

Intervistato da Gian Antonio Stella (Giornalista/Scrittore) con la conduzione di Emanuela Rosa Clot (Giornalista/Direzione Gardenia)

Feltrinelli Piazza Piemonte - Milano 8 novembre 2024 

Mario Eugenio Cominotti per MAT2020


Primi novembre 2024 a Milano, anno dal numero tale da evocare subito per la mia fantasia superstite scenari urbani notturni cyberpunk, ma non vedo ancora auto volanti a percorrere il cielo; tra i nuovi grattacieli milanesi e i palazzi novecenteschi che svettano imponenti anche qui in Piazza Piemonte, a passare sugli ormai antichi binari sono ancora i soliti e cari vecchi Tram, alcuni perfino gli stessi “Carelli” gialli che ancora percorrono orgogliosamente le strade di San Francisco. Sono appena passate le 18 e tra le luci che brillano nell’abituale foschia della sera, mentre la gente passa come sempre di fretta, anche in questa rarefatta atmosfera già prenatalizia, spiccano quelle delle grandi vetrine all’ingresso della Feltrinelli, oasi culturale urbana e ritrovo per lettori e non solo di ogni età.

Entro e oltrepassando gli scaffali, tra nuove edizioni e gadget, noto subito Franco Mussida, ancora seduto al bar interno alla libreria tra amici e ospiti; lo raggiungo e stringendogli la mano mi presento per MAT2020, mandato tempestivamente in missione dal nostro Direttore Athos oltre che su richiesta dello stesso Bernardo Lanzetti, già grande voce con Franco nella PFM in anni passati. Pochi minuti e ci spostiamo tutti nell’area interna attrezzata per gli eventi, molti gli amici soprattutto tra quelli del CPM Music, punto di riferimento per la formazione artistica a Milano e non solo, fondato dallo stesso Mussida e del quale è tuttora Presidente, tanti gli appassionati, oltre a qualche vero e proprio fan di Franco che non perde anche questa occasione per seguirlo.

Inizia la presentazione, introdotta con sobria eleganza da Emanuela Rosa Clot, Giornalista e Direttore della rivista Gardenia, che passa presto il microfono al notissimo giornalista e scrittore Gian Antonio Stella, per una vera e propria quanto corposa intervista in diretta a Franco Mussida, che presenterà così questo nuovo bel libro autobiografico, “Il Bimbo del Carillon” (edito da Salani), dallo stesso giorno in tutte le librerie e gli store digitali.

Franco Mussida, musicista e compositore, è conosciuto soprattutto come uno dei fondatori della Premiata Forneria Marconi, ormai nota ai più come PFM, formazione storica tra le prime a portare in Italia, già con il primo album “Storia di un minuto” - 1972 etichetta Numero Uno e naturalmente ho il vinile acquistato all’epoca presso la storica Buscemi dischi - la musica innovativa ormai comunemente nota come Progressive Rock, Rock Progressivo o più semplicemente “Prog”, oltre che per la direzione della successiva produzione live De Andrè - PFM, con la quale la band si è evoluta con grande successo raggiungendo un pubblico sempre più vasto.

Franco ha però molto altro da raccontare anche oltre alla grande avventura con la PFM, con la quale ricorda perfino palchi di fronte a 500.000 persone; Il grande amore di Mussida per la Musica, “fedele compagna per tutta la vita”, si è nel tempo espresso e continua tuttora in molti modi, a partire dalla fondazione della già prima citata scuola di musica CPM Music, proseguendo con l’impegno con il progetto CO2 attivo in molte carceri, fino all’attività in campo artistico, con un percorso creativo ed espressivo personale all’insegna della ricerca e della sperimentazione e della divulgazione della musica e del suono intesi come “grammatica universale per entrare in contatto con la poesia del mondo”.

Dopo l’acquisto di “Storia di un minuto” (“La carrozza di Hans” resta ancora la mia preferita di quel grande album), avevo apprezzato per la prima volta Franco Mussida in Concerto con la PFM a Milano nel lontano 1977 sul palco storico del Palalido, per poi ritrovarlo inaspettatamente molti anni dopo tra il pubblico ad un meraviglioso evento realizzato nel 2012 ancora a Milano presso il Palazzo della Triennale, in occasione di quello che sarebbe stato il 100esimo compleanno di John Cage, con i suoi più significativi lavori riproposti dal vivo attraverso preziose performance acustiche con pianoforte preparato, come elettroniche e “visive”, realizzate da eccellenti musicisti tra i quali lo stesso figlio di Franco Mussida. Non mi hanno quindi stupito i molti riferimenti alla musica classica o cosiddetta “colta”, con particolare riferimento ai grandi innovatori del Novecento, a partire da Maestri come Stravinskij, anche durante questa lunga “chiacchierata” con Franco alla Feltrinelli di Milano.

Tra i tanti motivi di interesse dell’incontro con Mussida mi ha colpito particolarmente, più ancora dell’individuazione dell’età dell’oro per la nuova musica in quei sette anni che vanno dal 1967 al 1974 (… proprio i “miei” anni dell’adolescenza e della scoperta della musica come percorso e strumento di libertà e non solo espressiva e creativa), in risposta ad una domanda di Gian Antonio Stella, quello che secondo lo stesso Mussida ne è stato il fattore scatenante se non la causa principale di quel periodo prorompente di energia e creatività, ovvero l’influsso (oggi si direbbe anche abusandone “contaminazione”) della musica e della cultura dal lontano Oriente, che avrebbe contributo a generare una vera esplosione di creatività nella musica occidentale. Cosa che mi riporta immediatamente alle influenze anche precedenti, dalla cultura afroamericana e ancora a quella orientale già dalla musica dei Gamelan giavanesi portata all’esposizione universale di Parigi del 1900, influenze che avevano contribuito all’evoluzione della musica colta da Debussy a Satie, da Ravel a Gershwin, fino a Bartok e allo stesso prima citato Stravinskij, oltre a tutto quello che poi si è sviluppato, fino a raggiungere, dopo jazz e avanguardie, anche la cultura di massa Pop e Rock nelle sue forme più creative, a partire dai favolosi sette anni indicati da Mussida.

Come raccontato anche nel libro, l’amore di Mussida per la musica è innato e l’incontro è stato inevitabile fin dai primi anni, grazie a un talento naturale per suoni e melodie (aggiungerei citando il grande Jannacci “Perchè ci vuole orecchio”) poi educato e cresciuto attraverso lo studio e le tantissime e diverse esperienze con tanti musicisti e l’incontro col pubblico su palchi di ogni sorta in un percorso ricchissimo e mai interrotto da allora.

Intanto la piacevole conversazione col tempo che scorre veloce si trasforma naturalmente in una sorta di “lectio magistralis” del Maestro che affronta molti temi, dall’importanza dell’ascolto, oggi purtroppo spesso sempre più distratto perfino durante molti eventi “dal vivo” dove spesso basta “esserci”, fino alla qualità del suono, tutta da riscoprire, esplorare e valorizzare. Per Mussida l’esperienza della musica è emozione quanto immaginazione, cercando e trovando in tutto ciò che ci circonda, a partire dalla natura e dal contatto con questa, la musica, e raccontarlo per Franco è stata la prima ragione per scrivere questo libro.    

L’invito è prima di tutto alla visione del video completo della presentazione (vedi link) ma soprattutto alla lettura del libro, dove si potrà trovare tutto questo e molto, davvero molto di più.

Per chi poi volesse approfondire il pensiero di Franco Mussida, filosofo, teorico, divulgatore e poeta della musica, consiglio la lettura del Suo libro precedente, “Il pianeta della musica. Come la musica dialoga con le nostre emozioni” (Salani editore, 2019), “Un libro per ascoltatori e musicisti, appassionati di qualsiasi genere e forma musicale, perché sentire Musica aiuta a cambiarci intimamente e, di conseguenza, a cambiare il mondo”, oltre al Concept Album solista di Mussida pubblicato pochi anni dopo dove anche tutto questo viene espresso direttamente in musica, “IL PIANETA DELLA MUSICA e il viaggio di IÒTU” (2022), 13 brani originali dell’autore e compositore milanese che ci accompagna in un viaggio interiore raccontato soprattutto con l’ausilio del timbro di una chitarra classica baritono, in volo su una navicella sospinta dal vento del suono sopra i continenti emotivi del pianeta … il pianeta della musica, il pianeta di Franco Mussida. Buona lettura e buon ascolto.

Frammenti di presentazione...

 

Franco Mussida - Il bimbo del carillon 

 

Franco Mussida - Il pianeta della musica. Come la musica dialoga con le nostre emozioni 

 

Franco Mussida - L'Oro Del Suono  

Franco Mussida - Io Noi La Musica 





mercoledì 13 novembre 2024

Busta Rhymes riconosce i diritti d’autore di Bernardo Lanzetti e Piero Canavera

 


Busta Rhymes riconosce i diritti d’autore di Bernardo Lanzetti e Piero Canavera

ARTICOLO ORIGINALE

https://www.imusicfun.it/top-news/busta-rhymes-riconosce-i-diritti-dautore-di-bernardo-lanzetti-e-piero-canavera/?amp=1


Dopo anni di battaglie legali, il rapper americano Busta Rhymes ha finalmente accettato di riconoscere la co-paternità del brano “Genesis” ai musicisti italiani Bernardo Lanzetti e Piero Canavera. Una svolta importante per il riconoscimento dei diritti d’autore italiani in ambito internazionale. La notizia è stata riportata da Huffpost, in un articolo firmato dal giornalista Michele Bovi.

Questo successo arriva a conclusione di una lunga disputa, iniziata nel 2012, quando Lanzetti e Canavera avevano accusato Busta Rhymes di aver usato una porzione di “Cosmic Mind Affair,” brano del gruppo italiano Acqua Fragile, senza autorizzazione o riconoscimento.

https://open.spotify.com/intl-it/track/3yHYi98cEEvYfXq38gvTy6?go=1&sp_cid=e3bd9d85d2b4cbb8d83b3d980afc3ac3&utm_source=embed_player_p&utm_medium=desktop&nd=1&dlsi=9bd57ed0bcdc497f

Genesis“, uscito nel 2001 e certificato disco di platino negli Stati Uniti, include infatti un campionamento non dichiarato del brano “Cosmic Mind Affair” del 1974, scritto dal batterista Canavera con testi in inglese di Lanzetti. La battaglia legale, condotta da diversi avvocati, si era arenata più volte a causa delle richieste elevate e delle risposte evasive provenienti dal team americano di Busta Rhymes, costringendo i musicisti italiani a una lunga lotta per la giustizia. È stato solo grazie all’intervento decisivo dell’avvocato Giorgio Tramacere che, dopo sette udienze, si è giunti a un accordo tra le parti.

Ora, Lanzetti e Canavera sono ufficialmente riconosciuti come co-autori del brano, segnando una vittoria simbolica per i diritti d’autore italiani e creando un precedente importante per la tutela delle opere originali nel contesto globale.

https://open.spotify.com/intl-it/album/6cj1gdwhr2MVJr9YnWghUd?go=1&sp_cid=e3bd9d85d2b4cbb8d83b3d980afc3ac3&utm_source=embed_player_p&utm_medium=desktop&nd=1&dlsi=16d4a20de99d4aca

Questa vittoria fa emergere una lunga storia di casi in cui gli autori italiani si sono trovati a difendere i propri diritti contro colossi americani. Un esempio emblematico è quello di Al Bano, che per dieci anni ha combattuto contro Michael Jackson, accusando il re del pop di aver plagiato il suo brano “I Cigni di Balaka” con “Will You Be There”. Nonostante una forte somiglianza tra le due opere, la difesa americana riuscì a dimostrare che entrambi i brani ricordavano un pezzo ancor più vecchio, “Bless You for Being an Angel” degli Ink Spots, chiudendo il caso a favore della casa discografica di Jackson.

Un altro caso simbolico è quello della reinterpretazione di “O Sole Mio” come “It’s Now or Never” di Elvis Presley. Negli Stati Uniti, il riarrangiamento è attribuito esclusivamente a Aaron Schroeder, mentre in Italia la SIAE continua a riconoscere Eduardo Di Capua e Alfredo Mazzucchi come autori dell’originale napoletano, in una disputa che evidenzia ancora oggi le differenze di attribuzione tra i due Paesi.

Il caso di Lanzetti e Canavera è particolarmente significativo perché segna un passo avanti importante per il riconoscimento del diritto d’autore degli artisti italiani a livello globale. La decisione ottenuta dai due musicisti rafforza il valore del rispetto per le opere originali, specialmente in un’industria dove i campionamenti sono ampiamente diffusi.

Sebbene l’entità del risarcimento resti riservata, il riconoscimento ufficiale di Lanzetti e Canavera come co-autori di “Genesis” rappresenta una vittoria di principio, aprendo la strada a futuri successi per artisti di tutto il mondo che si trovino a difendere il proprio lavoro a livello internazionale.


mercoledì 6 novembre 2024

Compie gli anni Gino Campanini, primo chitarrista degli Acqua Fragile

Bernardo Lanzetti e Gino Campanini nel 1974

Compie oggi gli anni Gino Campanini, primo chitarrista degli Acqua Fragile.

Un paio di anni fa è uscito un libro che tratta la sua autobiografia più frammenti di Acqua Fragile.

Ecco qualche pensiero di Bernardo Lanzetti, una piccola anticipazione del book in uscita:

Gino ha sempre avuto il dono di risultare subito simpatico a tutti. All’apparenza eccentrico e svagato, nei primi anni in cui abbiamo suonato insieme, sembrava usare l’ironia per mascherare una sensibilità non comune e, al contempo, sapeva essere un grande lavoratore e quindi elemento prezioso per le due band in cui abbiamo militato insieme.

Chitarristicamente, Campanini, era un autodidatta assai dotato e la sua fantasia nel collaborare ai brani originali era un grande stimolo per tutti.

Soprattutto a lui si deve l’inizio del rapporto con la PFM…”.

Meglio fermarsi qui e non svelare troppo!

Auguroni Gino!!!

 




domenica 3 novembre 2024

Premiata Forneria Marconi su "NUOVO SOUND" nel novembre del 1975

PREMIATA FORNERIA MARCONI - NUOVO SOUND - NOVEMBER 1975

La Premiata Forneria Marconi in copertina sulla rivista musicale “Nuovo Sound” nel novembre del 1975.

Nuovo album “Chocolate Kings”, nuovo cantante “Bernardo Lanzetti”, e tour in Giappone.

Di tutto un Pop…

Wazza  


Reportage di Armando Gallo per "Ciao 2001"

Forneria Marconi, in pieno tour mondiale per l'uscita dell'album "Chocolate Kings", arriva per la prima volta in Giappone. Tra interviste, promozioni, passaggi televisivi e concerti a Osaka e Tokio, sono impegnati per 20 giorni. Fu un vero trionfo, sempre seguiti da agguerriti fans giapponesi amanti del prog italiano. Nel corso del tour gli fu consegnato il disco d'oro. Franz in omaggio ai giapponesi, si esibiva sempre suonando con il kimono. Ma questo tour, fu ricordato anche per la famosa storia del "basso volante" di Patrick Djivas, raccontata da Franz Di Cioccio, nell'ultima data del tour, il 29 novembre 1975.

Franz racconta: << L'episodio più bello della tournée giapponese ha visto Patrick come protagonista. Era l'ultimo concerto di Tokio e La gente era in delirio. Ci chiesero un bis, poi un altro. La gente non andava più via, allora decidiamo di fare il 'Poseidon', un pezzo che riservavamo per i finali dei concerti più caldi. Consisteva in una serie di accordi che crescevano sempre più, fino ad ottenere una specie di estasi sonora molto coinvolgente. Era una performance monumentale, un'apoteosi. Eravamo molto eccitati perché era il nostro secondo concerto consecutivo in città e, come nel primo, c'era stato sold out, il tutto esaurito. La gente era veramente in visibilio. Avevamo un fan club, avevamo preso un disco d’oro, insomma eravamo straconsiderati. Allora, in quella atmosfera di sfegatato gasamento Patrick, al culmine del 'Poseidon', diede l’ultima botta, si sfilò il basso e, secondo i canoni del rock, lo lanciò in aria. Alzò gli occhi per esibirsi in una presa al volo ma... venne accecato dai fari. Il basso cadde rovinosamente per terra. Patrick rimase per un attimo di ghiaccio: il basso costava allora tre milioni, che all’epoca erano una cifra considerevole, ma poi, preso dall’euforia urlò: "Chi se ne frega!". Prese il basso e lo lanciò in platea. Il concerto a quel punto era davvero finito. In camerino però Patrick era un po' pensieroso. Come il proverbiale coccodrillo piangeva sul latte versato. "Che stronzata..." diceva, "si era rotto però... si poteva anche rimettere a posto. Va bene fare la rock star, però ... In quel momento arrivarono due persone del servizio di sicurezza che, rivolgendosi a Patrick dissero: "Senta, c’é un ragazzo qui fuori... sta aspettando, cosa dobbiamo fare? Lo stanno... lo stanno portando via." "Ma cosa é successo?" chiese Patrick. "Beh insomma... abbiamo recuperato il suo basso." "Ah bene, portatemelo qui." "No guardi, deve venire fuori lei perché questo ragazzo non lo vuole lasciare. Se lo tiene stretto e non lo vuole mollare." "Va bene" disse Patrick, "allora portatemi qui il ragazzo. Ne parliamo." "Veramente é fuori in ambulanza. Se rivuole il basso deve venire con noi. "In pratica il poveretto, che aveva preso il basso in testa, si era ferito. Era fuori, sdraiato sul lettino, attaccato allo strumento come una cozza alla scogliera. Quando Patrick lo vide, si impietosì e... gli lasciò il basso. In fondo quel ragazzo se lo era proprio meritato.>>


 

domenica 13 ottobre 2024

PFM a Tokyo nel 1975-Esattamente 49 anni fa!

PFM nella Stazione di Tokyo nel 1975

Racconta Bernardo Lanzetti:

Nel novembre del 1975, la PFM era in Giappone.

Per me il debutto indimenticabile.

Le foto sono di Armando Gallo, mio compagno di stanza, nel tour.

La foto alla stazione di Tokyo, non include Mauro Pagani di cui si vede solo un angolo di pelliccia (sintetica), in basso a destra.”










 

giovedì 3 ottobre 2024

Il Glovox di Bernardo Lanzetti sulla... gola di Jaqueline Branciforte

Nel 1987 Bernardo Lanzetti inventò il GLOVOX; trattasi, in estrema sintesi, di un guanto fornito di microfono a contatto che, posizionato sulla gola di un vocalist, è in grado di captare il segnale monofonico delle corde vocali e indirizzarlo a software dedicati in grado di processarlo, così che il cantante possa arrivare a suonare, ad esempio, i sintetizzatori!

Chi segue Bernardo conosce lo “strumento” e lo avrà visto/ascoltato più volte, ma chi scrive ha sempre avuto l’impressione che il tutto sia stato sottovalutato.

È stato quindi grande il piacere nell’assistere all’utilizzo del Glovox da parte di Jaqueline Branciforte, che incuriosisce sin da subito i giudici di X Factor 2024 quando porta sul palco un guanto e una pedaliera che le permettono di “suonare la sua voce”. Alle Audizioni, l’aspirante concorrente canta “Keep on Running” e conquista la prima standing ovation della serata con il graffio della sua voce e la sua unicità. 

A Bernardo di certo non dispiacerà vedere una sua invenzione prendere campo…