lunedì 28 settembre 2020

Bernardo Lanzetti ospite nel nuovo album di Vincenzo Ricca, “IV - Beaten Paths Different Ways”

Vincenzo Ricca's The Rome Pro(G)ject

“IV - Beaten Paths Different Ways”

 TRP Records 

            Ancora una volta sotto la bandiera indipendente della TRP Records, l'ideatore, compositore, polistrumentista e produttore del progetto, Vincenzo Ricca, sta per pubblicare il quarto capitolo della saga di “The Rome Pro(G)ject” dal titolo “IV - Beaten Paths Different Ways”, una raccolta di 13 brani, alcuni sono inediti, altri riarrangiati e risuonati, alcuni addirittura cantati. Un album che vede, per la prima volta insieme, tutti gli artisti che hanno contribuito ai tre lavori precedenti più una eccellente sorpresa, Bernardo Lanzetti.

            Ecco allora riunite in un unico album le inconfondibili sonorità delle chitarre elettriche di Steve Hackett, la voce narrante di sua moglie, Jo Lehmann Hackett, il magico flauto di suo fratello John Hackett, il romanticismo pianistico del primo tastierista della Hackett Band, Nick Magnus, e poi la inconfondibile voce narrante del compianto Francesco di Giacomo (Banco), il basso fretless più che unico di Richard Sinclair (Caravan, Camel, Hatfield and the North), i fiati fantasmagorici di David Jackson (Van Der Graaf Generator), il basso “alla Squire” e non solo, di Billy Sherwood (YES, Circa), il fantastico violino elettrico di David Cross (King Crimson).

            Accanto a loro le migliori promesse, ormai mantenute, del new progressive: Franck Carducci, Jerry Cutillo (OAK), Daniele Pomo (RaneStrane), Riccardo Romano (RaneStrane), Roberto Vitelli (Ellesmere, Taproban), Mauro Montobbio (Narrow Pass), e ancora Paolo Ricca, Giorgio Clementelli, Lorenzo Feliciati, Danilo Chiarella e Maurizio Mirabelli.

            Nonostante il “prog romantico” di Vincenzo Ricca si sia fin qui proposto e distinto in brani esclusivamente strumentali, in questo album, la grande novità: ben cinque brani sono cantati. Il battesimo di questa nuova fase avviene con il brano cantato da Bernardo Lanzetti, mitica voce della P.F.M. e degli Acqua Fragile, Artista che, oltre a inaugurare questa nuova fase di “The Rome Pro(G)ject”, rappresenta l’unica novità nel collettivo di maestri del progressive rock che da sempre ruota intorno al progetto.

“Beaten Paths”, secondo brano in ordine di apparizione del nuovo album, oltre a determinarne metà titolo, è dunque il primo brano cantato in assoluto a comparire in un disco targato The Rome Pro(G)ject.

La musica, composta da Vincenzo Ricca, è stata inizialmente ispirata da una canzone dei Blackfield, per poi evolversi notevolmente con l’apporto determinante di Bernardo Lanzetti, coautore del testo, in una prog ballad sospesa tra i finali di “Afterglow” (Genesis) e di “Impressioni di Settembre” (P.F.M.), pur rimanendo un brano molto personale in cui è facilmente identificabile lo stile di Vincenzo Ricca contrappuntato da una interpretazione magistrale di Bernardo Lanzetti. Il testo illustra le riflessioni di un imperatore romano sulla grandezza delle sue conquiste e su quanto ancora ci sia da realizzare.

Il cd album verrà ufficialmente pubblicato il 7 dicembre 2020 mentre sarà disponibile dal 27 ottobre per i fans e coloro che lo prenoteranno dal 27 settembre su www.vincenzoricca.it





 

venerdì 18 settembre 2020

Bernardo Lanzetti ricorda Jimi Hendrix

50 anni fa moriva Jimi Hendrix, ed è naturale proporre dei ricordi di un artista che ha lasciato il segno nel mondo del rock, un innovatore del suo strumento - la chitarra elettrica - per il cui sviluppo il musicista di Seattle fu fondamentale.

Il portale VIVOUMBRIA.IT si è rivolto ad alcuni “esperti di settore”, e si può usufruire dell'articolo originale  cliccando sul seguente link.


Tra gli intervistati troviamo Bernardo Lanzetti: questo il suo pensiero estrapolato dall’articolo:

Nell’estate del ’67 ero a Londra; dormivo in una specie di Ostello a Notting Hill e per alcune settimane avevo lavorato in un ristorante a Leicester Square. Prima di ripartire per altre città europee vissi l’esperienza di immergermi in un mondo di musica, moda e socialità rimasto unico e singolare.

I Beatles erano usciti con “All You Need Is Love”, subito dopo “Sgt. Pepper’s”, alcuni degli Stones erano stati arrestati per droga, Jack, Ginger ed Eric si presentavano con “Fresh Cream” e i Pink Floyd con Syd Barrett suonavano “See Emily Play”.

Di giorno passavo molto tempo con una fauna variegata di artisti, hippies, musicisti di strada, tra Soho e St. James’s Park dove per la prima volta sentii parlare di “Hey Joe” e quindi di Jimi Hendrix e del suo album Are you experienced.

Ricordo quando andai per acquistare quel disco in un negozio famoso in cui era possibile ascoltare la musica desiderata in cuffia ma in grandi cabine con finestre che davano su Piccadilly Circus.

Ecco, la puntina scava nel primo solco, Jimi sfrega il suo plettro, di costa, perpendicolarmente a tutte le corde, giusto all’inizio del manico (solo anni più tardi fui edotto circa questa diavoleria), sembra si inneschi un larsen o forse un disco volante atterra sul traffico londinese e “Foxy Lady” incontra il Cupido sulla fontana.

Tolgo le cuffie, esco concitato dalla cabina e urlo al ragazzo alla cassa: “LO COMPRO!”

Ho molto amato Hendrix, per tutto quanto era e per tutto ciò che ha fatto. Il suo grande genio innovativo, il suo ammirato rispetto per il passato, i colori e il sorriso che indossava, la leggendaria chitarra “sbagliata”, i testi dei suoi capolavori e persino il suo modo di cantare e masticare il chewing gum.

Confesso di non aver capito, all’epoca, l’inno americano suonato a Woodstock ma rivivo la commozione e lo sgomento quando, nel mio girovagare, da una radio texana appresi della sua morte, come a suggellare che lui non era di questo mondo”.

 

 


giovedì 17 settembre 2020

Bernardo Lanzetti e Amnerys Bonvicini in visita alla Casa Albero di Fregene

Bernardo Lanzetti e Amnerys Bonvicini in visita alla Casa Albero di Fregene dell'architetto Giuseppe Perugini - di origini argentine -, esempio di  Architettura Brutalista.

La casa albero o casa sperimentale progettata da Giuseppe Perugini, Raynaldo Perugini e Uga De Plaisant viene costruita a Fregene alla fine degli anni ‘60. Si tratta di un progetto sperimentale sia nella forma che nell’uso dei materiali, che rimandano all’architettura brutalista caratterizzata dall’uso del calcestruzzo grezzo in facciata. L’edificio sembra quasi sospeso tra gli alti alberi che la circondano, evocando allo stesso tempo l’archetipo del “nido” come luogo sicuro dove nascondersi, studiare, riprendere le forze. La costruzione, in deciso contrasto con le tradizionali abitazioni circostanti, colpisce per il suo singolare aspetto esteriore, con la tessitura delle travi e dei pilastri a vista che sostengono dei volumi prefabbricati, l’impianto non regolare, come anche il recinto del lotto in cemento con inglobate strisce d’acciaio tinte di rosso che riprendono la forma ricurva del recinto stesso.

In quest’opera c’è la volontà di creare un contrasto tra la struttura, con i suoi pilastri che si ergono verso il cielo esprimendo il desiderio di libertà, i gusci appesi che accentuano l’idea di leggerezza della composizione e il materiale grezzo, il calcestruzzo, che allude alla pesantezza.

 

La casa vuole rappresentare una sintesi di tutte le intenzionalità progettuali della famiglia Perugini. Come ricorda il figlio di Giuseppe, Raynaldo: “Essendo tutti e tre architetti (anche la madre Uga de Plaisant) era un po’ il giocattolo di famiglia, nel momento della realizzazione ognuno di noi proponeva soluzioni e nascevano discussioni…era una sorta di grande laboratorio… immaginatevi un plastico in scala reale! Questa era la casa di Fregene, un plastico al vero in cui ognuno metteva del suo. Una sorta di bottega globale nella quale lavoravamo tutti e per ogni problema c’erano un’infinità di soluzioni possibili. Infatti la cura dei dettagli e la messa a punto di tutte quelle soluzioni che hanno portato alla casa com’è oggi sono stati affrontati nella messa in opera. La particolare caratteristica costruttiva la rende un grande gioco di costruzioni…”.


Con Amnerys, l'amico Leonardo e il Prof. Raynaldo Perugini, figlio dell'architetto, che gentilmente ci ha invitato a visitare il luogo alla vigilia di un suo recupero dai vandalismi di questi ultimi anni.


Fa parte di questa dimora "La Stanza della Musica”, una sfera di vetro e cemento dove la famiglia Perugini amava suonare. L'architetto Raynaldo stesso è un chitarrista e collezionista di GTR.


Bernardo nella Stanza della Musica


Per saperne di più…






domenica 13 settembre 2020

Acqua Fragile al Prog Fest "ECO-LOGICA" di Sestu: il reportage di Bernardo Lanzetti


IN PROGRESS… ONE 2020, ECO_LOGICA XIII organizzato dalla MeditEuropa Ong - vedi locandina - è probabilmente l’unico Festival Prog dell’anno, per quanto riguarda l’Italia e, probabilmente, uno dei pochissimi al mondo.



Grazie alla tenacia, accuratezza, giusta applicazione delle norme di sicurezza e provata professionalità degli organizzatori, l’Acqua Fragile ha potuto debuttare nella nuova formazione che, oltre ai precedenti ingressi del tastierista Stefano Pantaleoni e della vocalist Rossella Volta, introduce il nuovo chitarrista Claudio Tuma.


L’evento, programmato per il 5 settembre, per la sezione ritmica - Franz Dondi e Piero Canavera - inizia il giorno prima, quando i due si imbarcano a Civitavecchia per Cagliari con un’auto carica degli strumenti “imprescindibili”, tra cui naturalmente organo Hammond, pianoforte, synth vari + Mini Moog e, naturalmente, il nuovo Mellotron.


Il resto della band, attivo all'alba, vola a Cagliari in formazione sparsa con partenze da Milano e Roma.
 Aeroporti semi deserti, aeromobili con pochi passeggeri, autocertificazioni, mascherine etc. ci portano infine al sound-check, mentre in platea gli addetti misurano la distanza tra le sedie per il pubblico.

 

Sono le 22:30 quando i componenti di Acqua Fragile salgono sul palco, se non proprio provati, di certo vagamente frastornati dall’unicità e modalità della lunga giornata.

Il concerto si è sviluppato attraverso il meglio dei tre album del gruppo - “Acqua Fragile”, “Mass Media Stars” e “A New Chant” - ma, soprattutto, ha proposto, in anteprima assoluta, ben tre nuovi brani del nuovo album in lavorazione.




Il servizio fotografico del valente Peter Matta documenta la performance.

A fine articolo video amatoriale relativo a “Morning Comes”.