lunedì 27 maggio 2019

Andrea Pintelli intervista Franz Dondi e Bernardo Lanzetti, dopo il concerto dell'Acqua Fragile del 3 maggio, a Casalmaggiore


Dice Andrea Pintelli...

Il concerto dell’Acqua Fragile del 3 maggio, a Casalmaggiore, è terminato e raggiungo due dei protagonisti per sentire, a caldo, le loro impressioni: Franz Dondi e Bernardo Lanzetti. Si parte da Franz

Teatro pieno, applausi tantissimi, membri del gruppo acclamati a gran voce, concerto memorabile. Quali sono le tue sensazioni del vostro ritorno live dopo tanti anni?

Antefatto. Io sono stato un martello instancabile nel battere l’idea della reunion, purtroppo non completa. Maurizio Mori, il tastierista originale, completamente preso dalla sua passione per la musica Classica, non ha ritenuto opportuno reimmergersi nel progetto Acqua Fragile; Gino Campanini, il chitarrista originale, vive da anni in Thailandia, interessandosi di musica solo a livello di passione. La rimpatriata con Bernardo e Piero ha avuto il suo divenire dall’esperienza collettiva del Vox40, festival tenutosi nel 2013 per il 40° anniversario di carriera proprio di Bernardo Lanzetti. Da quel momento l’obbiettivo primo si è chiamato “A New Chant”, album uscito come tutti sanno a metà Ottobre del 2017. Dopo le vicissitudini attraverso le quali siamo passati per formare la nuova band, ossia: Io, Bernardo, Piero, Rossella Volta “Ross”, vocalist d’eccezione, Michelangelo Ferilli, chitarrista e corista, che aveva messo a disposizione le sue note nell’album nuovo e Stefano Pantaleoni, tastierista poliedrico, padrone assoluto delle armonie, ora, dicevo, ci apprestiamo a vivere le sacre emozioni delle esibizioni live. Il concerto n°1, al teatro Comunale di Casalmaggiore, l’ho assaporato dalla prima nota fino all’ultima, fatta con dispiacere essendo l’ultima della serata. Un turbinio di emozioni mi ha travolto, mentre volavo, fuori dal mio corpo, sopra la gente, sorretto dalla nostra musica, mi sentivo completamente pervaso dalla gioia, quasi un’esperienza extracorporea. Ora, tutti sapranno che Acqua Fragile è tornata a calpestare la polvere del perduto e poi ritrovato palcoscenico cantando ancora la sua colpa: liriche in lingua inglese, ma anche in italiano. Spero che la vita ci possa ridare quello che in gioventù si è presa ingiustamente: il nostro posto al Sole.

Com’è stato possibile raggiungere un livello di affiatamento simile fra vecchi e nuovi componenti del gruppo?

Provando e riprovando, con la passione nel cuore per il progetto e le capacità musicali che ognuno di noi mette a disposizione della band.

I suoni sono stati meravigliosamente calibrati e dosati e il vostro livello esecutivo è stato da manuale. Dacci il tuo commento in merito ai momenti salienti della vostra esibizione.

Per i suoni e le luci dobbiamo assolutamente ringraziare l’equipe dei fonici che si sono prodigati senza sosta per ottenere quello che tu hai sentito e giudicato. Bernardo è un assoluto animale da palco, oltre alle sue ben note capacità vocali, è un comunicatore eccezionale, intelligente, arguto, capace di dire la cosa giusta al momento giusto e nel modo giusto. Coinvolge il pubblico e fino alla fine del concerto resta agganciato alle sue mani. Piero è l’amalgama della band, nulla gli sfugge, dalle voci alle parti strumentali di ognuno di noi. Punto di riferimento e di sicurezza ineguagliabile. La Ross mi fa restare a bocca aperta per l’incredibile facilità con cui apprende le cose, non certamente semplici, una bella immagine e una forza della natura. Michelangelo Ferilli non ha paura di niente, con lo strumento sa fare tutto e tutto fa, grandissimo musicista ed ora anche corista preciso e intonato come Piero vuole. Stefano Pantaleoni, probabilmente, è il più preparato musicalmente grazie al suo passato che l’ha visto diplomarsi al Conservatorio di Parma; insegna
armonia e il suo cuore pulsa spesso in tempi dispari, tant’è il suo amore per il Progressive Rock e l’Acqua Fragile. Questi per me i momenti salienti del concerto; la vita che pulsava potente tra di noi mentre la musica scorreva, come in un fiume, libera e felice.

Altri concerti verranno a questo punto? Sai, noi vi abbiamo aspettati tanti anni, ora che i giochi hanno preso il via…

Lo sai, non siamo stati partoriti da quei programmi televisivi dei quali mi sfugge il nome con somma gioia, ma arriviamo dalla terra nuda e cruda, per cui non sarà facile per noi, e per la nostra sublime ma maltrattata musica fuori dai canoni imperanti, esibirci, ma ci proveremo, eccome se ci proveremo. Stiamo trattando due cose molto belle e importanti, sperando vadano in porto. Una è sicura, l’altra quasi. il 31 Agosto in un luogo pieno di storia, “le cave di Carrara”, una manifestazione culturale a livello europeo, coinvolgente le varie discipline artistiche, pittura, scultura, musica, ecc., dovrebbe inglobare anche l’Acqua Fragile. Location da paura! Il 7 settembre parteciperemo al festival Prog di Veruno, diventato nel tempo il più importante d’Italia. Con noi ci saranno star internazionali.

Cosa ti senti di dire ai vostri estimatori e ai lettori di MAT2020?

Ragazzi non mollateci perché come dicono quasi tutti (ma è vero) senza di voi noi non ce la possiamo fare. Voglio ringraziare tutto il pubblico accorso a Casalmaggiore per il nostro concerto n°1, tutte le persone che hanno acquistato i nostri dischi, tutte le mani che ci scrivono sui social e altrove…poi che dire ancora…continuate così e “peace and love”. MAT2020 giornale fatto da dei veri pionieri, davanti ai quali
bisognerebbe togliersi il cappello, per l’originalità e la forza con cui lottano contro l’ignoranza dilagante, cercando di elargire cultura scrivendo di artisti e musica di una potenza enorme, ingiustamente relegati a dibattersi in piccoli circuiti di amanti del genere o finemente culturali. Così va il vero reality…



Raggiungo Bernardo, gentilissimo, e ci sediamo in platea; gli chiedo quali siano le sue impressioni di questa splendida serata, e non solo…

Dopo un’esibizione di questo spessore, riscontrato dall’entusiasmo del pubblico, cosa senti di dire ai lettori di MAT2020, così, di getto?

Le emozioni erano tante, perché in questo teatro avevo fatto l’ultimo concerto nel 1991 o 1992, uno spettacolo teatrale; poi Casalmaggiore è il mio paese, e questa sera sapevo già che avrei rivisto i miei compagni di scuola e i miei vecchi amici; aggiungici il fatto che la band è ancora “giovane” e abbiamo bisogno di tenere a bada proprio queste emozioni…siamo stati davvero contenti, e sarà un buon augurio per continuare.

Appunto Bernardo, il proseguo di questo cammino quale sarà?

Ecco, ci siamo concentrati su questo concerto, anche perché dovevamo montare un pezzo nuovo, e io, come sai, non abitando più in zona, infatti abito in Umbria oppure in Spagna, eravamo già d’accordo che dopo questa serata avremmo cominciato a lavorare a un nuovo disco, che ovviamente non so quando uscirà. A tal proposito abbiamo già molte idee, non solo musicali, ma su come assemblare e inserire i nuovi elementi, anche nei prossimi live che andremo a fare. Saremo al Veruno Prog festival, insieme ad altri gruppi italiani e stranieri, poi sul resto non mi pronuncio siccome al momento non c’è nulla di sicuro.

Quindi: rinati o avete soltanto tolto il pulsante dello stand-by?

(Bernardo sorride…) Non abbiamo ancora esaminato la cosa sotto il profilo filosofico-biologico, non sappiamo bene; diciamo che quando facciamo le prove, ci dimentichiamo, a volte e vicendevolmente, di fare la nostra parte, perché siamo rapiti dal suono che fanno gli altri elementi, ed è una bella esperienza perché significa che ammiriamo la nostra stessa musica, che abbiamo creato e non per superbia, ma perché siamo persone sensibili.

Superbi senz’altro no, però devo ammettere che nel vostro ultimo disco ci sono molte idee, nuove idee, c’è molta freschezza, rispetto anche ad artisti attuali. Sembra che il tempo per voi non sia passato…

Parlando con altri musicisti che ho incontrato poco fa dopo il concerto, concordavamo sul fatto che il panorama mondiale attualmente è così sotto zero, sotto dimensionato, che sembra fin troppo facile fare le cose di un certo spessore e di una certa “nobiltà”, musicalmente parlando. In realtà ci vuole amore per ciò che si fa, rispetto per gli artisti del passato e per coloro che verranno.

Infatti “A New Chant” ha avuto tantissime recensioni positive su tutte le testate internazionali musicali più importanti, e non solo legate necessariamente al Prog.

Infatti io ho fatto vedere ai miei amici più esperti, letterati, inglesi e americani, lo stile con cui questi giornalisti-recensori, soprattutto britannici, hanno trattato il nostro ultimo disco. Si sono quasi inventati uno stile molto acculturato, denso di rispetto, usando parole italiane, parole francesi, come a voler dare una dimensione veramente più ampia a tutto quanto.

Parliamo ora della tua splendida voce. Non è mai calata o sparita, anzi col tempo è migliorata. Quali segreti custodisce?

Non ci sono segreti, sono stati fortunato (e saggio, aggiungo io, n.d.r.) ad averla curata, sia a livello fisico, che a livello di rispetto per essa. Quando io canto qualcosa dei miei maestri o di qualcuno che scopro, io mi avvicino a loro con grande passione e rispetto (ripeto le parole ma sono quelle) e questo mi dà la forza per migliorare. Ho scoperto anche che guardando un cantante bravo, si può imparare ancora. Sembra strano, soltanto guardandolo si può prendere parte della sua arte e della sua tecnica. Sono rimasto molto colpito quando un virtuoso del violoncello, il quale fa flamenco proprio con quello strumento oltre a cantare, , venuto in Spagna per una tournèe, dopo avere assistito a un mio concerto, alla fine mi ha detto: “…grazie, se bravissimo, ma soprattutto sono molto contento di me stesso perché finalmente sono riuscito a capire che tu, oltre che con la voce, canti anche con l’anima, e quindi cercherò anch’io di mettere a punto tutto ciò”.

Un grandissimo complimento, direi. Ti faccio anche i miei, tantissimi. Grazie di tutto e arrivederci al prossimo sogno.

Nulla inizia, nulla finisce. L’arte non tacerà mai. Abbracci diffusi.

giovedì 23 maggio 2019

Acqua Fragile, concerto del 3 maggio a Casalmaggiore: il commento di Andrea Pintelli



IL (TANTO ATTESO) RITORNO DELL’ACQUA FRAGILE
Di Andrea Pintelli

Il tempo porta e riporta, toglie e dà. Il tempo non è necessariamente dentro una clessidra fatta di paure che la sabbia possa finire, ma mischia le attese con i desideri, le armonie con le tante strade, il novello che sorride con l’anziano che racconta. Il tempo non è malinconia e nostalgia in una dimensione di futuro, dove si guarda lontano per continuare a respirare. Ma a volte quel tempo resta sospeso, fra due cardini che lo tengono in volo, fra due applausi mai primi e mai ultimi. La meraviglia è quando esso si lascia andare, cullato da chi non lo attende, ma ne fa tesoro. Il tempo è un elastico, che va teso al massimo, fino ad arrivare appena prima del punto di rottura, ossia il massimo della sfida. Quindi può capitare di ritrovarsi in una non ben definita epoca dove il tutto si china per raccogliere un fiore dai colori e profumi fusi e soffusi, dove si richiamano i crismi della rinascita senza essere mai stati interrotti, dentro un turbine che ti posa dove avresti sempre voluto essere: in un sogno ad occhi aperti. Uno di questi rarissimi momenti è accaduto venerdì 3 maggio al Teatro Comunale di Casalmaggiore (CR): Acqua Fragile in concerto. Durata dell’istante tanto atteso: due ore. 

Quando si annunciò l’uscita del nuovo disco nel 2017, lo stupore fu tanto, ripagato dalla sensazione di meraviglia dopo un ascolto fatto d’un fiato. Il “vedremo” che Franz Dondi (anima e motore di questa reunion) in fatto di esibizioni live, mi fece pensare. Ma poi sapendo della data zero, come prova al limite, fatta lo scorso dicembre al club “Il Giardino”, allora smisi di farlo, perché significava altri concerti. Da qui, la data uno, praticamente giocata in casa, vista la provenienza di alcuni dei nostri. Del gruppo originale lo stesso Dondi (al basso), Piero Canavera (batteria), Bernardo Lanzetti (infinita voce), in compagnia dei nuovi elementi Stefano Pantaleoni (chitarra), Michelangelo Ferilli (tastiere), Rossella Volta (seconda voce). 
Grande emozione in sala quando al calare delle luci, la band, un elemento dopo l’altro, è salita sul palco per condurci in un emozionante viaggio attraverso la storia che fu e la storia che si sta facendo.

La scaletta (legenda: Acqua Fragile del 1973 – AF / Mass Media Stars del 1974 – MMS / A New Chant appunto del 2017 – ANC) è iniziata con una roboante versione di “Cosmic mind affair” (MMS), dove fin da subito si è capito il livello della serata, con i musicisti tutti in palla e al massimo dell’eccitazione, seguita da “Education story”(AF), antesignana del discorso fatto anni dopo dai Pink Floyd in “The Wall”, come spiegata dallo stesso Bernardo, dove le tastiere hanno regalato momenti di alta musicalità, quindi “Bar gazing” (MMS) in cui le stupende voci di sono intrecciate per poi fondersi in un unico canto sublime, ben supportato da un tappeto sonoro di prim’ordine. In “Professor” (MMS) i nostri si sono esibiti in un brano tiratissimo, dove l’estensione rispetto alla versione originale ha trovato nuovi nidi d’idee, assolutamente mirabile prestazione. Indi è stata la volta di “Wear your car proudly” (ANC) in cui è parso chiaro e lampante la prosecuzione stilistica del gruppo, come detto nell’introduzione, senza interruzioni con un passato che non può e non deve essere chiamato e pensato come tale. Potenza al servizio del nostro amato Prog! “The drowing” (ANC) offre spunti per una dolce e sensibile prestazione delle ugole dei cantanti, principali e non, siccome anche Piero, come da sempre fa, canta oltre a suonare splendidamente la sua notevole batteria. A chiusura della prima parte del live act arriva un trittico in versione acustica con “How come” (ANC) – “Going out” (AF) – “Rain drops” (ANC) dove Bernardo imbraccia la chitarra acustica per offrire momenti di rara intensità emotiva e sonora. Dopo la pausa, si riprende con il primo brano del primo disco, quella meravigliosa “Morning comes” (AF) che fa alzare il livello di commozione fra i presenti, talmente è sentita, talmente è voluta. Il basso del grandissimo Franz deve essere arrivato lontano, viste le braccia issate al cielo, alla fine del pezzo, di suo figlio e suo nipote presenti fra il pubblico. Momento magico. Si riprende col manifesto sonoro dei nostri, una versione al cardiopalma di “Mass media stars” (MMS) che ha portato il pubblico in sala a spellarsi le mani alla fine dell’esecuzione. Degna di nota la prestazione del chitarrista, prodigo di assoli ben calibrati, mai sopra le righe, dosati nei volumi. Bernardo, poi, vero animale da palcoscenico, ci spiega la simpatica storia legata alla sua terra natia che è all’origine della composizione di “Three hands man” (AF), qui ripianificata e innalzata rispetto all’antico splendore che già aveva nel disco, in cui l’amalgama tecnica dei 6 musicisti ha toccato vette altissime. Come bis si parte con “A new chant” (ANC), giustamente posta in quasi chiusura di concerto, per colpire al cuore i presenti in teatro. Bernardo ha dei segreti dentro di lui, per avere una voce ancora così calda, multiespressiva, profonda (lui nell’intervista che seguirà dirà il contrario, ma segreti ne abbiamo tutti…). Certo, Rossella ha ben supportato il nostro, centrando una prestazione anch’essa da manuale. Non c’erano dubbi sulla qualità dei protagonisti, ma arrivare ad un tale risultato è ammirevole. “All rise” (ANC), nove minuti di potenza e idee mirabolanti, dove Bernardo introduce la band per i nostri giusti tributi, in cui fa volare il suo inseparabile foulard fino ai nostri palchi. “Coffee song” ci accompagna verso l’uscita di questo momento che rimarrà per sempre impresso nelle nostre menti, tatuato nei cuori di chi ha voluto fortissimamente esserci per non andarsene mai più (come il sottoscritto). 

Noi tutti attendiamo di nuovo l’Acqua Fragile, che sia in giro per l’Italia, ovunque, per un’altra ovazione come quella fatta il 3 di Maggio.


A fine concerto è stato possibile chiacchierare con Franz Dondi e Bernardo Lanzetti… l’intervista sarà pubblicata tra qualche giorno in questo spazio...

Video realizzato da Beppe Balugani...

lunedì 6 maggio 2019

Concerto dell'Acqua Fragile raccontato da Simone Bacchetta


Articolo di  Simone Bacchetta sul portale OglioPoNews

CASALMAGGIORE – Erano 45 anni che non suonavano al teatro comunale di Casalmaggiore. E dalla partecipazione del pubblico, fin dalle prima battute del concerto, lo si è capito eccome. La rinascita degli Acqua Fragile riparte da casa: Bernardo Lanzetti di Casalmaggiore, vero padrone di casa, alla voce, Piero Canavera alla batteria e Franz Dondi al basso i membri originali della band nata a Parma oltre 40 anni fa, più altri ottimi musicisti come Rossella Volta, Michelangelo Ferilli e Stefano Pantaleoni, pescati nell’ambiente del progressive rock.
Già perché gli Acqua Fragile, unico gruppo italiano nell’epoca prog a cantare in perfetto inglese, sono stati una della più influenti band della scena progressive degli anni 70. Bernardo del resto aveva perfezionato il suo inglese studiando in America da giovanissimo e lì affinando anche la sua cultura musicale. La band, contattata dalla Kolosseo di Marco Bianchi e del casalese Franco Frassanito, amico di Lanzetti e che lo ha salutato nella pausa, durante le quasi due ore di spettacolo ha proposto brani tratti dai suoi tre album: a New Chant è l’ultimo, uscito due anni fa.

Gli altri due risalgono, così come l’incontro con la PFM, ai primi anni Settanta: l’omonimo Acqua Fragile e Mass Media Stars, una critica, ha spiegato Lanzetti, ai mezzi di informazione. Sonorità moderne, nuovi arrangiamenti per un concerto che ha accontentato tutti, nostalgici e non. Dopo il concerto di venerdì sera al Comunale, gli Acqua Fragile si metteranno a lavorare per il nuovo album. “Non sappiamo quando uscirà, ma prima o poi arriverà”, ha promesso Lanzetti, ospite anzi padrone di casa in una serata che Casalmaggiore ricorderà.