martedì 26 dicembre 2017

Gli auguri musicali di Bernardo Lanzetti


Bernardo Lanzetti augura a tutti un Felice Natale con il brano "Merry Christmas
Musica di Alessandro Nidi, testo di Bernardo Lanzetti.
Tra gli ospiti... Michele Pertusi e Cecilia Gasdia

AUGURI!!!



giovedì 21 dicembre 2017

Arlequins su " A New Chant"

Ormai si fa prima ad enumerare le band degli anni ’70 che non abbiano fatto una sorta di reunion (spesso con non più di due membri originari… quando non addirittura uno!) di quelle che abbiano accettato l’oblio dignitoso del buon ricordo lasciato. La reunion degli Acqua Fragile di membri originari ne conta addirittura tre, nelle persone di Bernardo Lanzetti, of course, del batterista Pietro Canavera e del bassista Franz Dondi. A coadiuvarli in quest’album ci sono il tastierista jazz Alessandro Sgobbio, i chitarristi Michelangelo Ferilli e Alessandro Giallombardo (quest’ultimo anche alle tastiere), la Tango Spleen Orquesta, per finire con Jonathan Mover, batterista dal curriculum ricco e interminabile.
Pensiero malizioso… visto che il grosso della musica è suonata dagli ospiti e che comunque è abbastanza evidente che il timone dei nuovi Acqua Fragile (più ancora che dei vecchi) è saldamente in mano di Lanzetti, pare proprio che questa reunion sia poco più di un escamotage commerciale, più che in altri casi simili, per riesumare una sigla storica. A dire il vero comunque Dondi aveva già provato a rispolverare gli Acqua Fragile nel 2005, incassando il rifiuto e lo scetticismo di Lanzetti, non ancora rilanciatosi nel mondo Prog. I tempi sono cambiati per lui, evidentemente, e dopo un paio di album coi Mangala Vallis ed altre partecipazioni in ambiente Prog, evidentemente non è più così scettico sulla possibilità di proporre questa musica in maniera produttiva.
C’è da dire che il buon Bernardo si è impegnato non poco per dar vita a quest’album, a cominciare dal reperimento degli ospiti fino alle peripezie per ottenere l’assenso all’utilizzo di un testo di Peter Sinfield. E’ anche doveroso notare che la sua voce appare qui al meglio della sua forma, potente, ben impostata e sicuramente ben sfruttata, come non accadeva da tempo.
A conti fatti l’album si presenta sicuramente moderno ma comunque agganciato al passato, non riducendosi comunque a riproporne gli stilemi in maniera acritica e pedissequa. Quarantatré anni sono passati, bene o male, e se è doveroso, visto che viene recuperato un nome storico, riagganciarsi a quanto fatto all’epoca, è anche apprezzabile che non ci si fermi a ciò. “A New Chant” è senza dubbio un album Prog, fatto di canzoni dalle caratteristiche anche abbastanza diverse fra loro ma comunque riconducibili a una visione musicale coerente con quanto è stato lasciato dopo l’ultima nota di “Mass Media Stars”.
Dopo l’iniziale ed interlocutoria, ma gradevole, “My Forte”, la splendida e poetica “The Drowning”, il cui testo è opera di Nick Clabburn, paroliere di Steve Hackett, è capace di conquistare l’anima dell’ascoltatore, così come la successiva “Wear Your Car Proudly”, ben più rockeggiante, sembra trascinarci addirittura dentro “Chocolate Kings”, il primo degli album registrati da Lanzetti con la PFM.
“Tu Per Lei” è l’unico brano cantato in italiano e convince solo in parte, sia per la parte musicale un po’ tronfia che per i testi metricamente un po’ forzati, e si apre con una celebre citazione di Zappa. “Rain Drops” è il brano associato a una poesia di Sinfield, con una musica suonata in punta di dita (il bandoneon e gli archi della Tango Spleen Orquesta) che dà giusto risalto ai versi del grande paroliere.
“All Rise” riporta il mood su un rock fruibile e cantabile di fine anni ’70, sebbene goda di bei suoni e sia comunque ben strutturata. La successiva “How Come”, piuttosto breve, mette in mostra il lato più melodico della voce di Bernardo che si muove agilmente sulle note di chitarra acustica. Nella title track conclusiva si chiude il discorso iniziato con “Tu Per Lei” (ma anche su “Bel Canto”, nell’album pubblicato assieme a Cristiano Roversi) sul rapporto tra l’artista e la musica, con intermezzi lirici che, evidentemente, ogni tanto, blandiscono l’anima artistica di Lanzetti.
Un album più che dignitoso, dunque, e se i maliziosi pensieri possono inesorabilmente assalire l’ascoltatore, a conti fatti quello che andiamo ad ascoltare ripaga la fiducia accordata… e questa è in sostanza l’unica cosa importante.




sabato 16 dicembre 2017

"A New Chant" su "l'Isola che non c'era"



Erano gli inizi degli anni ’70, e si era dunque in pieno periodo “prog” quando, nell’area di Parma, prese forma una nuova formazione musicale, Gli Immortali; nel 1973 Bernardo LanzettiGino CampaniniPiero CanaveraMaurizio Mori e Franz Dondi cambiarono nome divenendo Acqua Fragile, entrarono nell’orbita dell’etichetta Numero Uno grazie ai contatti con la PFM, ed uscirono con il loro primo album, omonimo, considerato un piccolo gioiello e che, malgrado ciò, ebbe purtroppo una distribuzione ed una diffusione molto limitata.
Acqua Fragile venne subito notato dalla critica dell’epoca che non mancò di esaltarne le qualità: “ineccepibile tecnica musicale, ritmica possente, ottima voce, continuità e fluidità nella composizione”. Un pochino meglio andò con il secondo lavoro, Mass Media Stars, uscito l’anno successivo, qualitativamente probabilmente anche migliore del primo e distribuito persino negli Stati Uniti, ma la parabola di questa meteora della musica progressiva stava inesorabilmente imboccando la fase discendente.

Una band che avrebbe avuto, senza dubbio, tutti i numeri per poter occupare un ruolo di rilievo nel panorama musicale italiano, si “spense” quasi subito: Bernardo Lanzetti divenne, per una intensa e purtroppo breve stagione, il cantante della PFM, Mori se ne andò lasciando il posto al tastierista Joe Vescovi, proveniente dai Trip. La band rilasciò, ma solo parecchi anni dopo, un album dal vivo contenente alcune registrazioni risalenti al 1975, ma dalla qualità sonora discutibile che non le rendeva certo onore; poi, sul nome Acqua Fragile calò, inesorabile, il silenzio. Eppure, per anni ed anni, gli appassionati di questo genere non li dimenticarono affatto anzi, in parecchi si sono sempre chiesti il perché del fatto che un gruppo così valido fosse scomparso senza lasciare tracce, ed in molti, anche fra gli addetti ai lavori, si sono sempre augurati che prima o poi gli Acqua Fragile potessero avere un’altra occasione considerando che i loro lavori “d’epoca”, erano e sono a tutt’oggi molto ben considerati.

Ci hanno creduto anche Lanzetti, Dondi e Canavera i quali, dopo numerose esperienze musicali nei decenni successivi al “congelamento” della band, hanno ragionato sul fatto che  nell’attuale contesto musicale per gli Acqua Fragile aveva assolutamente un senso tornare alla ribalta. L’anno decisivo è il 2017, l’album si chiama A New Chant e contiene otto tracce che ridefiniscono il suono della band: composizioni generalmente più brevi che, in parte, recuperano le sonorità delle origini mentre per altri versi innovano grazie anche al contributo di una valida schiera di collaboratori.

Fra i brani proposti si fanno notare la “gabrieliana” The drowning, mentre My forteWear your car proudly e How come riportano decisamente alla mente il suono delle origini. La voce di Lanzetti, poi, riannoda i fili del tempo e si conferma come una delle più valide e riconoscibili non solo in ambito prog.

Torna dunque finalmente in pista una band che, come molte altre alle nostre latitudini, ebbe vita breve, riconoscimenti postumi soprattutto all’estero, e lasciò dietro di sé un senso di incompiutezza, quel “sarebbe potuto essere, ma…” che, artisticamente, è sempre un peccato dover riscontrare. Considerando che il panorama del progressive, italiano ed internazionale, è in una fase di grande effervescenza, il fatto che un gruppo come gli Acqua Fragile si riproponga al pubblico con un nuovo lavoro di inediti, è fonte di grande gioia soprattutto per gli appassionati. E chi, magari fra i “non addetti ai lavori” li vorrà riscoprire, troverà più di uno spunto interessante per ripercorrere, ascoltandola, la loro storia.





giovedì 7 dicembre 2017

Review of "A New Chant" by Johnny Sharp- TEAMROCK.COM

Veteran Italian trio end 42‑year hiatus

Acqua Fragile formed part of a fertile Italian prog scene in the early 70s, with singer Bernardo Lanzetti often labelled the Italian Peter Gabriel. The band originally split soon after the frontman left in 1975 to join the scene’s leading lights, Premiata Forneria Marconi, but four decades on they’re finally reunited. Lanzetti rejoin drummer Piero Canavera and bassist Franz Dondi for a third album, and they do a tidy job of recapturing the old magic here. Lanzetti’s formidable pipes have matured but he still has a commanding semi‑operatic charisma to his voice on the car chase soundtrack rush of All Rise and the windswept acoustic balladry of the title track.
His theatrical exhortations on The Drowning also have echoes of Peter Hammill’s VdGG pomp, but elsewhere a judicious choice of guest players enhance the sound too. Alex Giallombardo’s jazz patterns on guitar make beguiling cameos, as do Alessandro Sgobbio’s synth solos. King Crimson wordsmith Pete Sinfield and Steve Hackett lyricist Nick Clabburn contribute some strong lines, but Lanzetti’s own bon mots are part of the charm – Wear Your Car Proudly’s slightly jarring use of English, for instance, only adds to the febrile, edgy mood of the piece.

domenica 3 dicembre 2017

ACQUA FRAGILE-"A New Chant"- Review by Peter Muir


ACQUA FRAGILE-"a New Chant"
Review by Peter Muir

Italy does progressive rock very well even if the indigenous talent struggled to broach export markets until front-runners Premiata Forneria Marconi (PFM) got picked up in 1973 by Emerson Lake & Palmer’s vanity label Manticore with ‘Photos of Ghosts’.
Bernardo Lanzetti worked vocal duties with the band between 1975 and ’77 prior to which he had fronted this, albeit second-tier, highly effective prog peer. Acqua Fragile’s back catalogue has been doing the rounds of late and for many genre fans the resurrection has constituted their initial introduction to its music.
Clearly, they are sufficient in number to prompt the band’s original members out of their lairs to record this set a mere 44 years later.  So … sharp intake of breath – does it all work? Most resoundingly Si! it works very well. The fact is the trio has done a great job of generating an entirely new album that dovetails with its predecessors without being self-reverencing or lazily borrowing from the past.
Catchy guitar/keyboard-driven compositions are sprightly in form, rich in disposition (even if Lanzetti’s tremolo can veer to the operatic on occasion), enhanced by swathes of synth and strings and glockenspiel (even!).
The pace varies most satisfactorily, ‘Wear Your Car Proudly’ chopping up time signatures befitting the best of the Shulman Brothers, a foreboding ‘The Drowning’, bookended by opener and closers, respectively the sweeping ‘My Forte’ and the title track, excitedly exhorting us to “Join With Us – All Rise! All Rise” – and we do: because this is a rewarding return to the world stage of progressive music that is truly molto grande!