sabato 23 ottobre 2021

"Horizontal rain": dalla Germania arriva una recensione... curiosa.

Commenta Bernardo Lanzetti:

Dalla Germania arriva una recensione perlomeno curiosa.

L’esperto teutonico, di cui ometto il nome per bontà d’animo, dopo un’introduzione contorta con cui cerca di presentare velatamente la sua disistima nei miei confronti, ecco che lancia una prima critica in merito alla costruzione dei brani dell’album.

Chissà, forse ha studiato composizione e il constatare che c’è chi rompe gli schemi o, addirittura, ripete queste azioni, brano dopo brano, a volte però non disdegnando formati più che classici, pur in generi diversi, deve avergli causato una certa confusione.

In dettaglio:

Accusa la sezione dei fiati di “Heck Jack”, il brano che vede Tony Levin allo stick, troppo simile a un brano dei … Dire Straits!

Interpreta il lento melodico crooner/lirico “Conventional” come un Sirtaki greco!

Arriva a sbagliare il titolo del rock “Genial” indicandolo come “Brilliant”! (Questo è lavoro per il dottor Freud!)

Tanti altri paragrafi trasudano sottile perfidia quanto approssimazione.

“Lanzhaiku”, è una composizione in un 3/4 subdolo, non subito percettibile ma, per il critico è, laconicamente, un blues.

Continua ipotizzando che la quantità di ospiti illustri nell’album possa avermi dato alla testa, portandomi a esagerare nella scrittura. L’esperto dovrebbe invece sapere che la scrittura/composizione dei brani precede sempre, ovviamente, la registrazione degli stessi. Di certo, pur amico e collaboratore di Jonathan Mover o David Jackson, ad esempio, non pensavo ancora a loro mentre scrivevo “Walk Away” piuttosto che “Horizontal Rain” o “Lanzhaiku”.

Il meglio di sé, però, il recensore tedesco lo da quando parla del mio canto.

Mai nomina la voce di Bernardo Lanzetti ma la cita solo come “il suo organo ruvido” e, udite udite, si spinge a trovare pesanti reminiscenze di Arthur Brown e Judge Smith!?

Curioso il fatto che, tirando le somme, la recensione, nel suo insieme, fa pendere la bilancia dal lato positivo.

Chissà, forse sono io che non ho un senso dell’umorismo mitteleuropeo…”.

 



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